Ella Libanova è sociologa e demografa, e direttrice dell’Istituto Ptukha di Demografia e Scienze Sociali dell’Accademia Nazionale delle Scienze dell’Ucraina. Ha concesso una lunga intervista, pubblicata nel sito Huxley, nella quale discute alcuni problemi demografici e sociali del paese, nell’attuale stato di guerra, e le possibili linee di azione per la ripresa a guerra terminata.
Nell’intervista (10 tesi sull’Ucraina), Ella Libanova affronta i problemi generati dall’esodo dei rifugiati, le condizioni per il loro rientro, la debolezza demografica del paese, la necessità di futuri flussi di immigrazione, i problemi dell’integrazione, la necessità di un riassetto insediativo interno a guerra finita. Sull’Ucraina Neodemos si è soffermato più volte e presto ritornerà a sondarne la demografia, indebolita dalla bassissima natalità, dall’alta mortalità, anche di guerra, dall’esodo dei propri cittadini, dalle mutilazioni territoriali subite dal 2014 ad oggi. Un paese che rischia di trovarsi alla metà del secolo, con una popolazione dimezzata rispetto al 1991, anno del crollo dell’Unione Sovietica e dell’indipendenza.
Una voce dall’Ucraina: come superare i traumi della guerra
I) I GOVERNI E IL MONDO ECONOMICO EUROPEI SONO INTERESSATI A CHE I NOSTRI RIFUGIATI RIMANGANO NEI LORO PAESI
Oggi, 8,5-9 milioni dei nostri cittadini sono al di fuori dell’Ucraina, di cui 2,5-3 milioni sono migranti lavoratori che sono partiti prima del 24 febbraio. Dei 6 milioni “fuggiti dalla guerra”, 4,1 milioni si trovano nell’Unione Europea. Sondaggi recenti mostrano che quasi l’87% si sente a proprio agio nell’Unione Europea, trovando lì un senso di sicurezza. Questi sondaggi sono confermati dall’analisi dell’atteggiamento dei paesi europei che hanno dato rifugio ai nostri connazionali, che affermano: “Vogliamo garantire agli ucraini un senso di certezza”. E questo è un segnale per i nostri connazionali che li spinge ad integrarsi nella UE. Ovviamente, molto dipende dalla durata della guerra: ogni giorno, coloro che sono partiti diventano sempre più integrati nella vita del paese in cui si trovano, e ogni giorno di bombardamenti porta nuove distruzioni in Ucraina.
2) I «RIFUGIATI DI GUERRA» COMPENSANO LA MANCANZA DI MANODOPERA NEI PAESI SVILUPPATI
Senza dubbio, il principale motivo di un tale incredibile supporto per gli ucraini nella maggior parte dei paesi del mondo è stata l’empatia per le loro vicende sin dall’inizio della guerra. È stato difficile rimanere indifferenti al destino dei civili che soffrono per i bombardamenti, la mancanza di elettricità e acqua, che subiscono violenze e esecuzioni brutali, e che non possono uscire dai rifugi per settimane, nel centro dell’Europa, nel ventunesimo secolo. Tra coloro che hanno lasciato l’Ucraina, le donne (42,4%) e i bambini (24,2%) prevalgono, mentre gli anziani sono pochi (5,8%). A differenza dei rifugiati provenienti da paesi asiatici e africani, dove i giovani uomini sono la maggioranza, gli sfollati maschi ucraini di età compresa tra 18 e 64 anni rappresentano il 17,7%. Si è visto inoltre che gli ucraini in maggioranza non richiedono lo status di rifugiato, preferendo lo status di Protezione Temporanea, cercando di trovare lavoro prima possibile, e infine, che il 70% delle donne ha un’istruzione superiore, spesso piuttosto competitiva nel mercato del lavoro locale. Gli insegnanti delle scuole e delle università hanno notato l’alto livello di preparazione degli alunni e degli studenti ucraini, che hanno dimostrato sia conoscenze che capacità di apprendimento, nonostante evidenti problemi linguistici. Questo è, ovviamente, dovuto principalmente alla presenza predominante di rifugiati provenienti dalle città, principalmente da Kyiv, Kharkiv, Odessa e Dnipro, la cui popolazione è più istruita e mobile rispetto al resto del paese. Per la maggior parte dei paesi europei, dove il naturale declino della popolazione è compensato unicamente dall’immigrazione e la forza lavoro sta invecchiando rapidamente, l’afflusso di così tante persone giovani e attive significa risolvere alcuni dei problemi più urgenti, non solo del presente, ma anche del prossimo futuro. Entro la fine del 2022, un numero significativo di ucraini in Polonia è riuscito a trovare lavoro e affittare una casa, e sebbene abbia ricevuto alcuni aiuti dallo stato, secondo gli analisti polacchi ha ampiamente compensato le risorse ricevute con le tasse pagate. Considerando ciò, possiamo dire con certezza che la maggior parte dei paesi sviluppati è interessata all’integrazione degli ucraini.
3) L’UCRAINA NON PUÒ COMPETERE CON I PAESI DELL’UE NELL’OFFERTA DI GARANZIE SOCIALI PER I SUOI RESIDENTI
La maggior parte dei nostri connazionali che sono fuggiti dalla guerra richiede lo stato di Protezione Temporanea. La Commissione Europea ha deciso di estendere il meccanismo di protezione per gli ucraini fino a marzo 2025, il che equipara praticamente gli ucraini ai cittadini del paese ospitante. Le opportunità di lavoro e/o i generosi benefici li portano a trasferirsi in Germania, Paesi Bassi, Repubblica Ceca. Durante il 2023, il numero di ucraini con stato di protezione temporanea è diminuito significativamente, ad esempio, in Polonia, dove inizialmente si concentrava la maggior parte dei nostri migranti. Trasferirsi in paesi più prosperi e, contemporaneamente, più distanti, come dimostra sia l’esperienza internazionale, sia la nostra, complica notevolmente le prospettive di ritorno dei migranti. Fornendo ai migranti un pacchetto di garanzie sociali, lo Stato li lega alla propria società, stimola la loro attività lavorativa, essenziale per l’Europa in via di progressivo invecchiamento.
4) LA MOTIVAZIONE ECONOMICA PER IL RITORNO DEGLI UCRAINI PROVOCHERA’ UN CONFLITTO SOCIALE
La questione del ritorno degli ucraini nella loro patria è piuttosto delicata, e lo stato sta cercando vari modi per risolverla. Una opzione è la motivazione economica, i sussidi per l’alloggio, ecc. Questo è assolutamente inaccettabile: è economicamente ingiustificato e socialmente ingiusto. Uno dei successi più significativi dell’Ucraina durante la guerra è stata l’incredibile unità della nostra società. La lotta contro il nemico ha unito gli ucraini che si sono schierati a difesa della libertà, e preservare questa unità è estremamente importante non solo per la Vittoria ma anche per costruire un nuovo paese più giusto e migliore. Ovviamente, l’unità non è la stessa cosa dell’omogeneità, e quattro gruppi possono essere distinti abbastanza chiaramente nella società ucraina di oggi: (1) Quelli che difendono il paese con le armi in mano. (2) Quelli che sono rimasti dove vivevano prima della guerra, nonostante i bombardamenti, i blackout, ecc. (3) Coloro che sono fuggiti all’interno dell’Ucraina. (4) Coloro che sono fuggiti all’estero. La durata dell’assenza potrebbe contare anche in futuro. Oggi, la società accetta di offrire qualsiasi beneficio ai nostri difensori, ma qualsiasi tentativo di fornire preferenze a quest’ultimo gruppo (4) è fattore di malcontento sociale. Questo semplicemente non sarà accettato. E l’unità della società è molto più importante del ritorno di centinaia di migliaia di migranti.
5) È IMPORTANTE COMUNICARE CON CHI È PARTITO. «L’UCRAINA TI ASPETTA»
Mancando di strumenti economici, possiamo utilizzare quelli morali: dobbiamo comunicare costantemente con coloro che non sono ancora tornati affinché possano sentire che sono i benvenuti qui. Quando la Grecia è diventata un esportatore di manodopera per l’intera Europa durante la crisi, hanno affisso cartelli negli aeroporti nei quali stava scritto: «Tornate! La Grecia vi aspetta». Il fatto che gli strumenti morali possano funzionare è testimoniato dal ritorno di 200.000 uomini ucraini attraverso i confini occidentali. e il confine con la Moldavia, nelle prime due settimane dopo l’inizio della guerra. Sono tornati dopo l’introduzione della legge marziale, rendendosi conto che più tardi non sarebbero stati in grado di rientrare. Ma il loro senso di «ucrainità», il loro desiderio di difendere la patria e aiutare i propri cari, si è rivelato più forte dei loro dubbi e paure. I datori di lavoro ucraini, che avevano già affrontato carenze di manodopera prima della guerra, devono mantenere i contatti con i loro ex dipendenti. Molte persone lavorano già all’estero, ma per necessità — principalmente in lavori non consoni con la loro formazione, con uno status sociale inadeguato. I contatti con i compagni di scuola, o con membri di altri gruppi di appartenenza, possono aiutare. Ci sono molti esempi di famiglie che decidono di tornare in patria spinti dai figli che non gradiscono le scuole straniere. A proposito, onore e lode al Ministero dell’Istruzione e della Scienza dell’Ucraina, che ha deciso che gli studenti non hanno bisogno di «completare» al loro rientro le materie che potrebbero non aver studiato all’estero. Tutti saranno in grado di continuare i loro studi in Ucraina senza perdere un anno. Ma in generale, oggi, non ci sono prerequisiti per un ritorno di massa degli ucraini a casa. Devi essere una persona irresponsabile per dire alle madri: «Tornate con i vostri figli adesso». Dove sono le garanzie che non verranno uccisi? Dove sono le garanzie sociali per una vita nomale? Ora, dobbiamo pensare al ritorno del maggior numero possibile di ucraini dopo la Vittoria e ad evitare la ondata postbellica di emigrazione, in particolare quella legata agli uomini che lasciano le loro famiglie. E cercare opportunità per farlo: creare posti di lavoro efficaci con salari dignitosi, ripristinare gli alloggi e le infrastrutture sociali, superare l’inaccettabile stratificazione della ricchezza, garantire l’uguaglianza davanti alla legge e assicurare una protezione affidabile dei diritti, compresi i diritti di proprietà. In generale, è necessario riconoscere l’inevitabilità di uno scambio migratorio su larga scala, che è la forza trainante della globalizzazione, lo scambio di conoscenze, tecnologia, cultura, ecc. Pertanto, nei casi in cui l’Ucraina è donatrice di manodopera, dovrebbe sforzarsi di impedire che la migrazione temporanea si trasformi in migrazione permanente, affinché gli ucraini possano tornare dopo un certo periodo con nuove conoscenze, nuove esperienze e soldi guadagnati all’estero. E nei casi in cui l’Ucraina sarà destinataria di manodopera, dobbiamo sforzarci, prima di tutto, di garantire che l’immigrazione sia esclusivamente legale e, in secondo luogo, di garantire il flusso di manodopera necessario per la nostra economia.
6) CONSENTIRE L’IMMIGRAZIONE NEL NOSTRO PAESE È UN ENORME PASSO PER IL FUTURO DELL’UCRAINA
Qualsiasi sia il numero dei migranti che rientreranno, il calo naturale della popolazione e l’ulteriore invecchiamento sono inevitabili. Stavamo subendo un processo di spopolamento prima della guerra e dovremo vivere in tali condizioni dopo la sua conclusione. Ma dopo la Vittoria, dovremo affrontare la necessità di ripristinare il potenziale, ricostruire fondamentalmente molti settori industriali e ripristinare le infrastrutture distrutte. Tutto ciò porterà a un aumento significativo della domanda di lavoro. Naturalmente, possiamo puntare su industrie moderne, ad alta tecnologia e ad alta intensità di lavoro. Tuttavia, ciò richiede enormi investimenti e molti anni. I migranti verranno in Ucraina? È probabile che lo facciano. A meno che, naturalmente, non siano insoddisfatti dei lavori disponibili. Ma le persone che vanno a lavorare da paesi più poveri a quelli più ricchi, e i lavoratori altamente qualificati richiesti nel loro paese d’origine non sono molto inclini a emigrare. Considerando che l’Ucraina rimarrà un paese povero ancora a lungo (nuovi problemi si aggiungeranno a quelli pre-bellici, causati dalle distruzioni della guerra), non dobbiamo aspettarci un afflusso massiccio di tedeschi o polacchi. Tuttavia, è sempre possibile trovare nicchie per gli immigrati nel mercato del lavoro, solitamente poco attraenti per la popolazione locale. Senza dubbio, una politica immigratoria attiva richiederà cambiamenti nella legislazione. nel comportamento dei funzionari e nella coscienza pubblica.
7) UN COMPITO STRATEGICAMENTE IMPORTANTE È ASSORBIRE I FUTURI IMMIGRATI E RENDERLI PARTECIPI DEI VALORI UCRAINI.
Come sapete, l’emigrazione è un problema economico, mentre l’immigrazione è un problema di gestione e di governo. Gli ucraini non sono certamente xenofobi, ma nemmeno particolarmente tolleranti. In linea di principio, la tolleranza si applica non solo agli stranieri, ma a tutti coloro che sono diversi. La differenza può essere di nazionalità, colore della pelle, religione, denominazione, lingua o stile di vita. Per il bene del futuro dell’Ucraina, la tolleranza deve diventare uno dei suoi valori fondamentali. L’Ucraina ha firmato una Carta Sociale, che ci impegna a garantire che gli immigrati si integrino nel nostro ambiente sociale e culturale. D’altra parte, dobbiamo assorbire gli immigrati e agire per renderli partecipi dei valori ucraini. Questa è una delle condizioni chiave per la preservazione e lo sviluppo della società ucraina. Pertanto, dobbiamo lavorare sia con gli immigrati sia con gli ucraini. Se non impariamo la lezione della tolleranza, il flusso migratorio, che è così vitale per l’economia, potrebbe causare tensioni sociali piuttosto che crescita economica.
8) IL SISTEMA DI REINSERIMENTO POST-GUERRA IN DIVERSE PARTI DELL’UCRAINA DOVREBBE ESSERE DIVERSO
Quando discutiamo del sistema post-bellico, l’accento dovrebbe essere posto sul fatto che la formazione di un sistema di insediamento dovrebbe considerare le caratteristiche geografiche, economiche, demografiche, e ambientali delle diverse parti del paese.
(Sintesi in corsivo) Vengono considerate cinque grandi regioni del paese: quella di confine con la Russia, quella occidentale confinante e prossima all’Europa; quella meridionale con Odessa; quella centrale poco sviluppata, e quella costituita dalle aree metropolitane (Kyiv, Kharkiv, Odessa, Dnipro, Lviv e Donetsk). Occorrerà sviluppare una politica di riassetto insediativo dipendente anche dagli esiti della guerra, dalle disposizioni di un eventuale trattato di pace, oltreché dalle mutate vocazioni produttive.
9) IL LAVORO SISTEMATICO DEGLI PSICOLOGI SOCIALI DOVREBBE ESSERE SOSTENUTO DAL GOVERNO.
Oggi si parla molto della necessità di riabilitazione psicologica per i veterani di guerra. Ci si riferisce principalmente all’esperienza degli Stati Uniti. Naturalmente, è difficile sostenere il contrario, se si tiene conto dell’eccessivo stress fisico e psicologico al fronte, e della necessità di massimizzare l’assistenza ai veterani nel loro adattamento alla vita civile. È necessario che vengano sviluppati programmi appropriati e vengano reperiti fondi, operazione quest’ultima assai difficoltosa. C’è la consapevolezza della necessità di un supporto a lungo termine per i veterani nel loro impiego, un monitoraggio regolare del loro stato fisico e psicologico, ma anche della necessità di utilizzare le loro capacità di leadership, l’esperienza nel prendere decisioni rapide, utili nell’attività amministrative e di governo. Ma non possiamo limitarci al sostegno dei veterani. Come possono i civili che hanno vissuto l’orrore di Bucha, Mariupol, Bakhmut e Kupyansk dimenticare tutto ciò? Come possono coloro che hanno perso un figlio adattarsi a una vita pacifica? Sì, stiamo ricostruendo case distrutte. stiamo ricostruendo case, scuole e ospedali distrutti e abbastanza rapidamente. Le piccole imprese stanno cercando di lavorare in condizioni assolutamente inimmaginabili. I villaggi stanno coltivando la terra, vendendo i raccolti nei mercati. Tuttavia, ciò non significa che siamo tornati alla vita quotidiana. E cosa più importante, la maggior parte di loro non è nemmeno consapevole dei propri problemi. Ogni bambino sul territorio dell’Ucraina vive tutti gli orrori della guerra. Il capo dell’amministrazione militare della regione Transcarpatica ha detto che all’inizio di maggio 2022, durante il primo temporale, tutti i bambini sfollati si sono istantaneamente gettati a terra quando hanno sentito il rombo del tuono. Queste sono le conseguenze di uno stress estremo e comprendiamo le sue cause. I bambini crescono odiando la Russia e il suo popolo. Questo è assolutamente comprensibile e probabilmente inevitabile. Ma chi può dire con certezza come tutto ciò influisca sulla psiche in evoluzione dei bambini e come si manifesterà nella loro vita adulta? Naturalmente, la maggior parte delle scuole ha psicologi, ma la loro formazione, le loro qualifiche, il loro numero, il loro impegno, sono sufficienti?
10) SMETTIAMO DI PARLARE DELLA CRESCITA DEL PIL. PARLIAMO DELLA QUALITÀ DELLA VITA
Dobbiamo stabilire le nostre priorità in modo diverso. La crescita economica è, ovviamente, significativa perché crea posti di lavoro e fornisce le risorse necessarie per gli investimenti, per l’equilibrio del bilancio, per il benessere personale. Ma questo non è l’obiettivo, è solo un mezzo per raggiungere un altro obiettivo, molto più importante e complesso: costruire un paese con una alta qualità della vita e nel quale si desideri vivere!