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Il Giappone, così lontano e così vicino

In questo inizio d’anno, Neodemos ospita due brevi video sul Giappone. Ci sono vari motivi per interessarsi alle vicende demografiche di questo Paese,  così lontano geograficamente e culturalmente, ma anche così vicino a noi per le vicende vissute. Come l’Italia, costretto in un territorio ristretto e montuoso, con simile clima e povero di risorse naturali; con alta densità umana e altamente urbanizzato da secoli; governato da un regime dalla mano dura, fino all’umiliante disastro dell’ultima guerra; risorto e trasformatosi in poco tempo in grande potenza industriale ma poi entrato negli anni ‘90 in una fase di ristagno dalla quale  stenta ad uscire. Nel 1950, Giappone e Italia occupavano il 5° e il 10° posto nella graduatoria dei paesi più popolosi del mondo: nel 2014 sono scesi al 10° e al 23° e nel 2050, se prendiamo per buone le proiezioni delle Nazioni Unite, scenderanno al 16° e al 31°. Sotto il profilo demografico, la loro situazione è assai simile; il Giappone detiene il record mondiale della longevità, con una speranza di vita per ambo i sessi di oltre 83 anni (2012), di circa un anno e mezzo più lunga di quella dell’Italia che, comunque, è ai primissimi posti in Europa. La fecondità giapponese è identica a quella dell’Italia, e alta è l’età delle donne al parto. In tutti e due i paesi la struttura per età è slittata velocemente verso le età più anziane, e il 23% della popolazione giapponese ha più di 65 anni, due punti in più dell’Italia. C’è però una profonda differenza “demografica” tra i due paesi, fortemente radicata nella storia e nella cultura, e riguardante l’apertura verso l’esterno. In Giappone sono presenti fortissime resistenze culturali e politiche all’immigrazione: il numero degli stranieri residenti è meno della metà di quelli che risiedono in Italia, con una popolazione che è più che doppia. Più di un terzo di questi stranieri sono di ascendenza Coreana, prevalentemente immigrati quando la Corea era annessa al Giappone, nella prima parte del secolo scorso.  Si legge in un influente documento, del quale Neodemos ha dato conto1 “ Il Giappone ha necessità di internazionalizzarsi, aprendo le porte a nuove risorse umane. Molte sono le imprese giapponesi multinazionali e dobbiamo ammettere apertamente che il nostro sistema manifatturiero non può rimanere esclusivamente basato sul lavoro autoctono. La politica attuale di non ammettere manodopera non qualificata è irrealistica e deve essere modificata.”  E per ottenere questo, “… occorre iniziare una vasta campagna educativa per cambiare quegli atteggiamenti ristretti di superiorità connaturati ad una società chiusa e preparare il terreno per lo sviluppo di una società armoniosa e multiculturale”.

La debole demografia è diventata questione nazionale; i media recepiscono le crescenti preoccupazioni dell’opinione pubblica, degli imprenditori, della politica. A differenza dell’Italia, il Giappone è davvero un’isola:  geografica, ma anche politica, se si pensa alle persistenti diffidenze dei paesi vicini (Cina, Corea, Filippine) .

1Massimo Livi Bacci, Il Sol Levante e la demografia declinante: sette proposte. Neodemos, 3 Febbraio  2011

 

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