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Una “nuova normalità” della mortalità in Italia e nel mondo? Analisi dei dati del 2022

Nel 2022 ci si attendeva che si completasse il recupero della speranza di vita col ritorno ai livelli anteriori alla pandemia di Covid-19. Stefano Mazzuco scrive che un miglioramento c’è stato, in Italia come in molti altri paesi, ma non sufficiente a riportare la sopravvivenza ai livelli pre-pandemici. Questa ripresa più lenta del previsto  è dovuta a vari fattori, quali la persistenza, pur attenuata, della pandemia; l’effetto avverso delle forti ondate di calore; e, forse, il lento ritorno dei sistemi sanitari alla piena efficienza.

Il 2020 è ormai tristemente noto come annus horribilis in termini di mortalità ( Mazzuco – L’aspettativa di vita del 2020, in Italia e all’estero). Il 2021 è stato un anno migliore (Mazzuco e Campostrini – Covid-19 e durata media della vita 2019-2021: il ruolo delle vaccinazioni): in Italia si è riusciti a recuperare pur rimanendo ancora ben al di sotto del livello di longevità registrato nel 2019. Altri paesi sono riusciti a far meglio, altri (ad esempio USA e paesi dell’Europa Orientale) hanno avuto situazioni ben peggiori.

Ci saremmo potuti aspettare un 2022 all’insegna del ritorno alla normalità con un pieno ritorno ai livelli di longevità pre-covid. Anzi, qualcuno si sarebbe potuto aspettare dei livelli anche superiori, in virtù di quello che viene chiamato “Harvesting effect”: la crisi pandemica ha, purtroppo, duramente colpito specialmente la popolazione più fragile, e di conseguenza rimarrebbe in vita solo la popolazione più robusta e questo dovrebbe portare a livelli di mortalità ancora più bassi rispetto a prima. Purtroppo però non è così: il Covid19 – anche se adesso maggiormente sotto controllo rispetto agli anni precedenti – continua a rimanere una causa di morte importante che si aggiunge alle altre. Così, la speranza di vita in Italia nel 2022 aumenta leggermente rispetto al 2021 ma rimane ancora al di sotto dei livelli del 2019 e questo succede per molti altri paesi (si veda tabella 1). Alcuni paesi che erano riusciti a contenere gli effetti della pandemia (gran parte dei paesi scandinavi e la Nuova Zelanda) mostrano addirittura una calo della speranza di vita maggiore rispetto al 2020 e al 2021. Questa volta, però, il ruolo giocato dal Coronavirus, sembra essere minore, mentre altre cause sono entrate in gioco.

Covid, ondate di calore e influenze

Nella figura 1 mostriamo l’andamento della speranza di vita calcolata dai tassi settimanali di per vari paesi, utilizzando i dati forniti dallo Human Mortality Database. Si noti che la linea rossa orizzontale rappresenta il livello di speranza di vita nella medesima settimana del 2019, così un valore sopra la linea rossa significa una speranza di vita superiore a quanto riscontrato nelle stessa settimana del 2019 mentre un valore sotto la linea rossa significa che il livello di longevità è ancora inferiore al 2019. Si nota subito come per gran parte dei paesi il livello di speranza di vita rimanga al di sotto di quanto registrato nel 2019, con dei “picchi” verso il basso significativi. In particolare per l’Italia possiamo identificare tre momenti negativi:

1) All’inizio dell’anno, nel pieno dell’ondata della variante “Omicron” del Covid-19: questa variante ha cominciato a circolare in Italia a dicembre 2021 e nelle prime settimane del 2022 ha raggiunto il suo picco in termini di contagi e di decessi. Questa ondata ha colpito non solo l’Italia ma anche molti altri paesi europei1. In effetti, si può notare che molti altri paesi europei ed extra-europei.

2) In estate, durante l’ondata di calore anomala registrata in molte zone a luglio e agosto. Anche in questo caso, l’ondata ha colpito non solo in Italia ma anche altri paesi, in particolare Francia (l’istituto nazionale di statistica francese attribuisce alle temperature estreme di quel periodo circa 10.000 decessi, si veda (Insee: Nombre de décès quotidiens France, régions et départements), Spagna, Grecia, Portogallo.

3) A fine anno, in corrispondenza dell’ondata influenzale, e anche in questo caso i paesi colpiti sono molti, specialmente in Europa (ad esempio Germania, Francia, Spagna, Inghilterra; si veda flunewseurope.org)

Si può notare come in Germani e in Inghilterra l’ondata influenzale abbia avuto un effetto maggiore mentre in Italia e Spagna, il calo di speranza di vita sia maggiore nel periodo dell’ondata di calore di luglio.

I grafici in figura 2   mostrano l’andamento della differenza tra speranza di vita mensile2 in alcune regioni e confermano la presenza delle tre ondate descritte in precedenza. Naturalmente ci sono regioni che hanno risentito di più dell’ondata di calore (Sicilia, Sardegna, Emilia Romagna, Veneto) e altre meno, mentre l’ondata influenzale ha colpito più o meno in tutta Italia.

Colpita principalmente la popolazione anziana

Si ricorderà come in varie fasi si sia detto che l’ondata pandemica avesse colpito in particolare la popolazione anziana. In realtà non è stato propriamente così (Mazzuco – Coronavirus: non (solo) una malattia per vecchi ). In tabella 2 si riporta il contributo percentuale di ogni fascia d’età al calo della speranza di vita rispetto al 20193. Si noterà come nel 2020 e, ancor più, nel 2021 la fascia d’età 40-74 abbia avuto un ruolo rilevante (nel 2021 addirittura leggermente maggiore rispetto alla fascia d’età più anziana).

È invece nel 2022, nell’anno in cui il Covid ha dato un apporto minore al calo di speranza di vita, che l’aumento di mortalità si è concentrato maggiormente nella classe d’età più anziana (74% del calo di speranza di vita attribuibile) e questo non è affatto sorprendente in quanto ondate di calore e influenzali colpiscono principalmente la parte più fragile della popolazione.

È invece infondato l’allarme relativamente alla mortalità dei bambini nel 2022, come si vede nella tabella 2 la prima classe d’età ha addirittura contrastato il calo della speranza di vita determinato invece dalle classe d’età più anziane. Possiamo quindi rassicurare che la campagna di vaccinazione dei bambini non ha determinato un aumento della mortalità.

Una lenta risalita?

I dati sulla mortalità nel 2022 ci dicono che il ritorno alla “normalità” sarà più lento e faticoso di quanto ci si aspettasse. Anche le Nazioni Unite nel formulare le loro ultime previsioni avevano ipotizzato un ritorno praticamente immediato al trend precedente del livello di longevità dei vari paesi del mondo (Mazzuco – Le nuove previsioni delle Nazioni Unite). Invece, la ripresa sembra più lenta, nonostante quest’anno l’effetto Covid sia stato tutto sommato abbastanza marginale, molto di più hanno pesato le ondate di calore e influenzale. Anche l’ipotesi di un harvesting effect del Covid19 sembra non reggere, perché in tal caso avremmo dovuto osservare un livello di longevità anche superiore rispetto al periodo pre-pandemico. Preoccupa, infine, l’effetto notevole dell’ondata di calore di luglio/agosto anche perché le aspettative sono che questo tipo di ondate diventeranno sempre più frequenti e sarà quindi importante trovare delle soluzioni per proteggere la parte più fragile della popolazione.

Riferimenti bibliografici

Eduardo E. Arriaga; Measuring and explaining the change in life expectancies. Demography 1 February 1984; 21 (1): 83–96. doi: https://doi.org/10.2307/2061029

Note

1   Si veda il dashboard OMS

2   Si è utilizzato il dato mensile in quanto quello settimanale risultava troppo volatile

3    Il metodo con cui si sono determinati i contributi di ogni classe d’età va sotto il nome di “scomposizione di Arriaga”, si veda Arriaga (1984)

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