Dopo le elezioni del 26 Settembre, la formazione della coalizione del nuovo Governo tedesco sembra orientata ad un’alleanza tra Socialdemocratici, Liberaldemocratici e Verdi, le cui posizioni in tema di migrazione non sono coincidenti, come ci illustra Edith Pichler. Dato il peso politico della Germania in Europa, l’orientamento del Governo sarà assai importante per la politica migratoria della UE, oggi preda di profondi dissidi e dissonanze.
In questi giorni la Germania ricorda i sessant’anni dell’accordo bilaterale con la Turchia, che prevedeva il reclutamento di forza lavoro da inserire in quei settori non graditi dalla popolazione locale. L’accordo faceva seguito a quelli già stipulati con l´Italia nel 1955, con la Spagna e la Grecia nel 1960 e ancora, prima del blocco del reclutamento nel 1973, quelli con il Marocco e la Corea del Sud (1963), con il Portogallo (1964), con la Tunisia (1965) e con la Jugoslavia (1968). Nonostante questa politica migratoria, la Germania ha sostenuto per anni di non essere un “paese di immigrazione” (kein Einwanderungsland), e solo con il governo rosso-verde di Schröder negli anni Novanta si è corretta questa narrazione.
Proprio in questi giorni il Presidente Steinmeier ha sostenuto che la Germania è un Paese con “Migrationshintergrund” ovvero con un background migratorio, e non solo un paese che ospita residenti stranieri, come correntemente si dice nei diversi mass media. E’ quindi interessante capire quale sia la posizione dei singoli partiti1 sulla questione migratoria, e quale sia la loro posizione – espressa nei rispettivi programmi – in merito al ruolo delle persone con un “ background migratorio”. Ancora non è chiaro che tipo di coalizione governerà nei prossimi anni la Germania, importante per questo riportare le posizioni dei cinque partiti che sono presenti nel futuro Parlamento. Non si vuole però presentare ogni singola proposta dei partiti riguardo al tema “migrazioni” ma dare uno sguardo generale alla visione che i partiti hanno del fenomeno migratorio, in quale contesto, e con quale rilievo essi affrontino la questione. Tralasciamo, in queste pagine, l’esame delle posizioni assunte sul tema dei rifugiati e dei profughi per le loro complessa interazioni con gli accordi e i trattati e la politica internazionale in generale.
Rispetto e Cittadinanza
I scialdemocratici della SPD trattano l´argomento “migrazione e migranti” in un capitolo dal titolo “una società del rispetto” dove vengono discussi diversi temi sociali, riguardanti il lavoro, la parità, le abitazioni, la solidarietà e il “vivere assieme” con le persone con un background migratorio. Per la SPD il presupposto fondamentale per vivere assieme in una società del rispetto è l´appartenenza e la certezza che si viene accettati indipendentemente dalla biografia familiare. La SPD inquadra il tema in una classica agenda socialdemocratica, nella quale l´obiettivo è quello di una società giusta, libera da ogni sorta di discriminazioni (sociali, etniche o di genere) e nella quale ognuno ha accesso ai diritti di cittadinanza: sociali, politici e civili. Un simbolo di questa pratica dell´inclusione si può anche intravedere nel fatto che sul sito della SPD si trovano le informazioni sulle elezioni parlamentari in diverse lingue (Turco, Inglese, Polacco, Russo e Arabo) con il titolo: “Rispetto per te!”
Controllo e Cultura
Nel programma della CDU si affronta il tema migranti fin dal primo capitolo associandolo alla questione dell’illegalità che deve essere controllata in maniera efficace. Segue, più avanti, un capitolo nel quale esplicitamente gli stranieri vengono associati a organizzazioni criminali, al riciclaggio di denaro, e nel quale in un paragrafo dal titolo “Tolleranza zero nei confronti dei clan familiari criminali” si discute delle cosiddette “società parallele” che sono da prevenire e da combattere, perché (letteralmente) lo Stato “è presente e non si lascia prendere per il naso”. Per la CDU l´integrazione funziona ed avviene principalmente a livello culturale-identificativo, perché la Germania è una “Kulturnation” una “nazione-cultura”, sottolineando così il concetto di Nazione nella tradizione di Herder e di Fichte. Ne segue che un prerequisito per un’integrazione di successo è l’identificazione, la condivisione ed il riconoscimento dei valori e delle norme fondamentali della Germania, delle sue istituzioni, della sua storia, della lingua e della cultura. Secondo il partito, solo quando questi valori vengono condivisi dai migranti si ha garanzia di partecipazione, e si conseguono l’inclusione e il riconoscimento della società.
Diversità e Partecipazione
Giá con il titolo “difendere la diversità, riconoscimento e pari diritti” il partito dei Verdi delinea in un’ottica multiculturale la sua posizione in tema di migranti, e di minoranze in generale, precisando che “siamo tutti diversi, ma uguali nei diritti e nella dignità”. Non tanto la provenienza etnica, ma gli stili di vita ed i milieux di provenienza fanno “diversità, e questa deve essere rispettata, riconosciuta per poter partecipare, essere ascoltati ed interagire a livello paritario”. I Verdi vedono un possibile strumento per ridurre sistematicamente la discriminazione e promuovere la coesione sociale in una società “post-migrante”, nel porre le questioni e le responsabilità relative all’uguaglianza e alla partecipazione dei “migranti” in capo ad un unico ministero, diverso dal Ministero dell´Interno, che finora ne ha avuto il compito. Inoltre la Germania, come Paese di immigrazione, necessita una nuova, moderna legge sull’immigrazione, per regolare e semplificare le procedure di immigrazione per studenti e per lavoratori. Riguardo all’immigrazione di manodopera generica come quella qualificata , i Verdi propongono un sistema di punteggio annuale per stabilirne il fabbisogno.
Questione Sociale e Solidarietà
Il partito di sinistra Die Linke affronta il tema migratorio sullo sfondo di una “società migratoria solidale” in un contesto internazionale, in piena tradizione “terzomondista”. Le migrazioni, secondo il partito, sono parte di una più ampia questione sociale che negli ultimi anni, a causa delle diverse crisi, è diventata una questione globale e perciò anche Europea. Ed infatti, si legge nel programma, l’economia si sostiene sullo sfruttamento dei migranti che spesso hanno uno status di residenza precario e talvolta un’assistenza sociale e sanitaria limitata. Il partito pertanto si oppone alle restrizioni in tema di accesso al sistema della sicurezza sociale, sia per i migranti provenienti dai paesi dell’UE, sia per quelli extracomunitari, e auspica il superamento del capitalismo neoliberista, caratterizzato da deregolamentazione, privatizzazione e tagli alla spesa sociale. Lo slogan del partito è pertanto: “Vogliamo giustizia sociale – in tutto il mondo! Vogliamo superare la crisi non solo in Germania o in Europa, ma a livello globale”. Obiettivo della Die Linke è pertanto un cambiamento fondamentale nella politica, verso la libertà dei movimenti internazionali, con uguali diritti per tutti, in una società solidale con gli immigrati.
Cittadini e Libero Mercato
La FDP (Partito Liberale Democratico) che si definisce come partito dei diritti civili e rappresentante degli interessi dei “cittadini/citoyen” (Bürger), in un passo finale del programma dal titolo “una società tollerante e aperta” si impegna a sostenere una società liberale in cui tutti, indipendentemente dall’origine, dall’etnia, dalla religione e dalle opinioni politiche, possano vivere ed esprimersi liberamente. Diritti umani e tutela delle minoranze sono per la FDP essenziali per la convivenza, per questo il partito si oppone ad ogni forma di razzismo, xenofobia, antisemitismo e omofobia. Ma la FDP è anche il partito del libero mercato, in difesa degli interessi degli imprenditori (piccoli o grandi che siano), e introduce il capitolo del programma “Migrazioni”, affermando che la Germania è, sì, un paese di immigrazione che si attiene agli impegni umanitari, ma ha bisogno di chiare norme per regolare l´immigrazione. Queste devono tener conto degli interessi del Paese, e pertanto la FDP propone un controllo “dell’immigrazione nel mercato del lavoro” introducendo un sistema a punteggio simile a quello canadese.
Prima la Germania! ovvero dei divieti e dei doveri
Non stupisce che nel programma della AFD (Alternativa per la Germania) si inizia a parlare di “stranieri” nel capitolo sulla sicurezza interna, in ragione della presunta alta criminalità degli stranieri. Già dal titolo del capitolo dedicato al tema immigrazione “Migrazioni, Asilo e Integrazione: agire umanamente e razionalmente, proteggere la Germania”, si comprende quale politica intenda perseguire la AFD. Compito e obiettivo della politica, secondo la AFD, non è impegnarsi per i diritti degli immigrati, ma proteggere e difendere la Germania e la sua popolazione autoctona dagli stranieri che hanno, secondo il programma, solo doveri, e devono sottostare a espliciti divieti. Secondo la AFD, l’attuale sistema di immigrazione danneggia il Paese culturalmente ed economicamente, e necessita di una urgente riforma. A livello economico, fra le diverse proposte una propone di limitare l´accesso dei cittadini comunitari al sistema sociale tedesco, e l´altra consiste nel divieto di erogare prestazioni sociali su conti esteri, anche se i titolari ne hanno diritto. Culturalmente la AFD enfatizza l´importanza di una deutsche Leitkultur (“guiding culture” o “leading culture”) ed è contraria ad ogni “relativismo culturale ed al multiculturalismo”.
Come già detto non è ancora chiaro quale sarà la coalizione che governerà nei prossimi anni la Germania – anche se è sicura l’esclusione della AFD dall’esecutivo – e se il tema “migrazioni” sarà rilevante nella loro agenda politica, e quale ruolo e peso potranno avere i nuovi eletti che hanno un background migratorio.
1 I 5 partiti sono la SPD (Socialdemocratici) che ha ottenuto 206 seggi al Bundestag (che conta 735 seggi in totale) nelle elezioni dello scorso 26 Settembre, la CDU-CSU (Cristiano Democratici), con 196 seggi; i Gruenen (Verdi) con 118 seggi, la FDP (Liberal Democratici), con 92 seggi, la AFD (Destra) con 83 seggi, Die Linke (la Sinistra) con 39 ed un seggio al Partito Südschleswigsche Wählerverband (SSW) della Minoranza Danese nel Bundesland Schleswig-Holstein