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Crescere con un solo genitore: studenti nativi e immigrati a confronto

Chi cresce con un solo genitore ha risultati scolastici peggiori, ma ci sono differenze a seconda del background migratorio? In un recente studio su studenti di scuola media in Italia, Raffaele Guetto, Francesca Zanasi, e Maria Carella, mostrano come gli studenti italiani siano più svantaggiati dall’assenza di un genitore rispetto a quelli immigrati. Lo studio ricerca i motivi della differenza nelle risorse a disposizione delle famiglie e nel motivo di assenza genitoriale.

Crescere in una famiglia con un solo genitore, soprattutto se a seguito della separazione dei genitori, può avere ripercussioni su vari aspetti della vita di un figlio, inclusi i risultati scolastici. Studi recenti hanno mostrato come il fenomeno vari a seconda delle caratteristiche della famiglia, in particolare dell’estrazione sociale. Alcuni contributi hanno suggerito che le famiglie di estrazione sociale elevata siano in grado di proteggere i propri figli dalle possibili conseguenze negative della separazione. Secondo altri studi, sono invece i figli di genitori socio-economicamente più avvantaggiati a soffrire maggiormente della rottura familiare: chi proviene da tali famiglie avrebbe più risorse sociali, culturali, ed economiche da perdere in seguito alla separazione dei genitori, rispetto a chi proviene da famiglie con minori opportunità in partenza. Questa dinamica potrebbe spiegare anche perché chi cresce in una famiglia monogenitoriale facendo parte di una minoranza etnica subisca minori conseguenze negative rispetto ai figli appartenenti alla maggioranza etnica. 

Tipo di famiglia e risultati scolastici di studenti con diversi background migratori in Italia

Utilizzando i dati Istat dell’“Indagine sull’Integrazione delle Seconde Generazioni” (2015), Guetto, Zanasi e Carella (2022) hanno analizzato se, e in che direzione, il background migratorio influisca sulla relazione tra vivere in una famiglia monogenitoriale e i risultati scolastici, per un campione di studenti frequentanti tutte le classi della scuola secondaria di primo grado. Gli autori hanno confrontato studenti nativi (nati in Italia da genitori italiani), immigrati di seconda generazione (nati in Italia da genitori stranieri), e immigrati di prima generazione (nati all’estero da almeno un genitore straniero). Come misura della performance scolastica, gli autori hanno considerato i voti in Matematica ottenuti nell’ultima pagella, meno sensibili alla padronanza della lingua italiana degli studenti, ma analisi aggiuntive hanno confermato i risultati anche per i voti in Italiano.

Inoltre, lo studio si concentra sui diversi motivi di assenza di uno dei genitori, che possono avere diverse conseguenze sui risultati scolastici dei figli. Mentre per gli studenti nativi la principale ragione di assenza di uno dei genitori è la separazione (ma le analisi includono anche i casi in cui uno dei genitori era assente fin dalla nascita del figlio), gli studenti immigrati vivono più spesso in famiglie in cui il genitore assente si trova all’estero (famiglie transnazionali). In caso di separazione, i figli sono talvolta esposti a conflitti fra i genitori che possono provocare stress e sfociare in un peggioramento dei risultati scolastici. Le famiglie transnazionali, al contrario, preservano spesso sentimenti di unità e reciprocità tramite contatti frequenti, il che può mitigare le conseguenze negative dell’assenza genitoriale sulla performance scolastica dello studente. 

Vivere in una famiglia con un solo genitore: nativi e migranti a confronto

La Figura 1 mostra i voti in Matematica di studenti che vivono in famiglie intatte (cerchi) o monogenitoriali (quadrati), a seconda del background migratorio (Nativi, Seconda generazione, Prima generazione). I risultati mostrano che gli studenti nativi hanno in media voti considerabilmente più alti dei loro compagni immigrati (7.2), ma quando vivono in una famiglia monogenitoriale la media scende a 6.8. Gli studenti immigrati di seconda generazione riportano differenze basate sul tipo di famiglia in cui vivono molto più contenute: il voto medio è pari a 6.7 se vivono con entrambi i genitori, 6.5 se vivono in una famiglia monogenitoriale. Lo studio non trova differenze per gli studenti immigrati di prima generazione. Questi risultati rimangono invariati anche tenendo conto di una serie di fattori attinenti alle caratteristiche socio-economiche della famiglia e al clima familiare, nonché distinguendo per l’area geografica di provenienza degli studenti immigrati.

Che ruolo gioca il motivo dell’assenza di uno dei genitori?

Lo studio prosegue interrogandosi se il minor svantaggio sofferto dagli studenti immigrati rispetto a quelli nativi possa ricondursi a differenze nei motivi dell’assenza di un genitore: transnazionalismo (rombi), separazione (triangoli) o morte (X). I risultati (Figura 2) suggeriscono che gli studenti nativi che vivono in famiglie mono-genitoriali hanno mediamente voti più bassi (tra 6.8 e 6.9) rispetto ai loro compagni che vivono con entrambi i genitori a prescindere dalla ragione dell’assenza di uno dei genitori. Per gli studenti di seconda generazione le conseguenze di vivere con solo un genitore sono persino più forti (voti mediamente più bassi, tra 6.3 e 6.4) in caso di transnazionalismo. Ancora una volta, le differenze nei risultati scolastici a seconda della struttura familiare sono minime per gli studenti immigrati di prima generazione. 

Conclusione

In linea con i risultati disponibili per altri paesi europei e per gli Stati Uniti, anche in Italia vivere in una famiglia monogenitoriale è negativamente associato ai risultati scolastici degli studenti. Tuttavia, le conseguenze negative sono più forti per i figli di famiglie native rispetto ai figli di famiglie immigrate. I meccanismi alla base di tali differenze non sono emersi con chiarezza dalle analisi empiriche. In particolare, non sembrano giocare un ruolo importante né differenze nella condizione socio-economica della famiglia, né il fatto che gli studenti immigrati siano parte di famiglie monogenitoriali soprattutto a seguito della dinamica migratoria, e non a causa della separazione dei genitori. Per una discussione più approfondita di questi aspetti si rimanda all’articolo originale.

I risultati sembrano coerenti con l’ipotesi che la separazione dei genitori uniformi le chance di vita dei diversi gruppi sociali, peggiorando in maniera più significativa i risultati scolastici dei figli provenienti dai gruppi sociali più avvantaggiati, in questo caso i nativi. È importante ricordare che le conseguenze di crescere in una famiglia monogenitoriale possono ridurre le opportunità educative anche a lungo termine, ad esempio la probabilità di conseguire una laurea.

Per saperne di più 

Bernardi, F., & Boertien, D. (2016). Understanding heterogeneity in the effects of parental separation on educational attainment in Britain: Do children from lower educational backgrounds have less to lose? European Sociological Review, 32(6), 807–819.

Bryceson, D., & Vuorela, U. (2020). The transnational family: New European frontiers and global networks. Routledge.

Guetto, R., Bernardi, F., & Zanasi, F. (2022). Parental education, divorce, and children’s educational attainment: Evidence from a comparative analysis. Demographic Research, 46(3), 65–96.

Guetto, R., Zanasi, F., & Carella, M. (2022). Non-intact Families and Children’s Educational Outcomes: Comparing Native and Migrant Pupils. European Journal of Population, 38(5), 1065-1094.

Kalmijn, M. (2010). Racial differences in the effects of parental divorce and separation on children: Generalizing the evidence to a European case. Social Science Research, 39(5), 845–856.

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