Le nuove proiezioni demografiche delle Nazioni Unite, per 237 paesi e territori, non portano novità rispetto all’edizione del 2019, nonostante l’uragano Covid, salvo un modesto aggiustamento verso il basso dell’andamento di lungo periodo della popolazione del Pianeta, avviata a superare i 10 miliardi alla fine del secolo
Ieri, 11 Luglio, “World Population Day”, le Nazioni Unite hanno rese pubbliche le aggiornate proiezioni della popolazione per 237 paesi e territori, e per l’intero pianeta1. In base alla cosidetta “variante media” – quella considerata più plausibile – gli abitanti del Mondo cresceranno dagli attuali 8.000 milioni a 9.687 nel 2050. I risultati confermano quelli ottenuti nell’edizione previsiva del 2019 (WPP2019), che stimava in 9.735 milioni gli abitanti di metà secolo. Lo scostamento è minimo (-0,5%), e compensa una stima più alta per le regioni nordafricana e mediorientale (771 milioni, contro i 741 previsti nel 2019, +4%) e per l’Asia centrale e meridionale (2.575 milioni contro 2.496, +3,2%), e una stima più bassa per l’Asia Orientale (2.317 contro 2411, -3,9%). Si tratta di differenze molto piccole, che vanno spalmate su un trentennio e che confermano sia la qualità dell’esercizio previsivo, che si basa su una messe di dati di base sempre più ampia e attendibile, sia l’utilizzo di tecniche assai raffinate. (Fig.1)
L’uscita delle nuove proiezioni è avvenuta con un anno di ritardo, rispetto alla loro cadenza biennale, anche per tenere conto dell’uragano Covid, Questo ha inciso solo marginalmente sulla rotta della popolazione mondiale, il cui tasso di crescita è sceso, nel 2020, sotto l’1%. Rispetto ai livelli di mezzo secolo fa, la velocità di crescita si è più che dimezzata, su un percorso che dovrebbe portare alla stazionarietà verso la fine di questo secolo. Ma il cammino è lento: le WPP22 si spingono al 2100, anno nel quale, secondo la variante media, il pianeta ospiterebbe 10,4 miliardi di persone, una revisione al ribasso abbastaza significativa rispetto ai 10,9 miliardi previsti dalla WPP19.
Questo scenario implica un’ulteriore crescita demografica, per quel che resta del secolo, vicina a 2 miliardi e mezzo, il cui impatto sulle forze che determinano la produzione di gas serra e il riscaldamento globale sarà, indubbiamente, assai forte. La popolazione dell’Africa Sub Sahariana, secondo WPP2022, triplicherebbe da oggi al 2100 (da 1,15 a 3,44 miliardi); questa rapidissima crescita è la conseguenza dell’alta natalità – oggi 4,5 figli per donna – che è prevista in lenta discesa a 2 nel 2100. Troppo lentamente: se questo traguardo fosse raggiunto qualche decennio prima, la popolazione della regione si alleggerirebbe di parecchie centinaia di milioni di persone prima della fine del secolo, con vantaggi sociali, economici e ambientali indiscutibili. E questo potrebbe avvenire senza l’imposizione di politiche repressive (come quella del figlio unico in Cina), ma perseguendo vigorose politiche sociali. (Fig. 2)
Note
1World Population Prospects. The 2022 Revision (WPP2022)