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Il valore di un Censimento

Il Governo indiano ha più volte rinviato il censimento che avrebbe dovuto tenersi nel 2021; ha finalmente deciso i dare inizio alle operazioni pre-censuarie nel prossimo giugno, chiusi i seggi elettorali. Massimo Livi Bacci sottolinea l’importanza del censimento, base portante dell’intero sistema statistico e dell’amministrazione del sistema di welfare, ancorati al censimento del 2011. Si valuta che circa 100 milioni di persone si trovino esclusi, per questo ritardo, dai benefici del sistema di distribuzione agevolata del grano e di altri prodotti di base.

Com’è noto, dal 2022, secondo le stime delle Nazioni Unite, l’India è diventata il paese più popoloso del mondo, scavalcando la Cina. E, negli ultimi tre anni il Pil dell’India è cresciuto più di quello della Cina1. Sorpassi simbolici ma rivelatori di profondi cambiamenti in una regione che contiene più di un terzo della popolazione del globo. Questi dati dovranno essere rivisti perché l’India non ha ancora dato il via al censimento che, programmato per il 2021, è stato rinviato prima a causa del Covid, poi per varie incertezze politico-amministrative, fino alla decisione di dare il via libera al conteggio successivamente alle elezioni politiche per il rinnovo della Camera bassa (Lok Sabha) avviate questo mese di aprile. I primi dati, se non ci saranno intoppi, saranno disponibili nella seconda parte del 20252.

L’importanza del Censimento

Ricordiamo che l’India ha una storia di eccellenza nel campo della statistica: il primo censimento voluto dall’amministrazione britannica si tenne nel 1872, e con regolare cadenza decennale si tennero i successivi, fino al quindicesimo del 2011. Di più: né la Guerra Mondiale impedì il censimento del 1941, né la guerra con la Cina quello del 1961, né le turbolenze della “guerra di liberazione” del Bangladesh compromisero quello del 1971. Dilazionare un censimento di qualche anno non sarebbe un problema per un paese che avesse buone statistiche di tipo anagrafico o amministrativo, come in quasi tutti i paesi occidentali (e vari altri nel mondo meno ricco). Ma nell’India, dove queste fonti alternative sono deboli, il rinvio del censimento è un problema, e per due ragioni. La prima, di natura tecnica, sta nel fatto che tutte le indagini campionarie sono basate su stime dell’universo di riferimento che in India –paese con alta mobilità, con una popolazione molto varia e stratificata socialmente – cambia rapidamente. Al censimento è anche legata la stima dei maggiori fenomeni demografici, anzitutto la natalità e la mortalità. Il censimento del 2011 è assai lontano; da allora ad oggi, si stima che la popolazione sia aumentata di quasi 200 milioni, rendendo sempre più obsolete le fondamenta delle indagini correnti (sui consumi, sulla povertà, sulle abitazioni, sulla forza di lavoro e molte altre ancora). Indagini fondamentali per il governo della grande paese; analogamente altre statistiche amministrative riguardanti la scuola, la salute, fino al disegno dei distretti elettorali soffrono dell’assenza di un conteggio affidabile. Il secondo problema, ancora più grave, consiste nel fatto che le politiche di welfare – distribuzione di sussidi, beni primari e altro – sono legate ai dati censuari del 2011. Per esempio il Public Distribution System (PDS), che determina la distribuzione gratuita di grano e di altri alimenti primari alle famiglie povere, ha un numero massimo di beneficiari legato a calcoli fatti sulla base del censimento del 2011, e si stima che attorno a 100 milioni di persone (particolarmente nei popolosi stati di Bihar e Uttar Pradesh) siano escluse dal programma, basato su numeri che risalgono al 2011. Secondo la Banca Mondiale, anteriomente al Covid, i beneficiari furono 800 milioni, attraverso una rete di mezzo milione di rivendite in tutto il paese, con una spesa di 16 miliardi di dollari pari all’1% del Pil3

A chi conviene il ritardo?

Il ritardo delle operazioni censuarie significa un danno per l’amministrazione e il governo del paese e, ovviamente, per la popolazione – soprattutto per i poverissimi e gli esclusi. Una buona amministrazione deve avere un’adeguata conoscenza del paese, e più il 2011 si allontana, più la conoscenza si fa sfocata e imprecisa. Tuttavia ci sono questioni delicate che possono incidere sulle vicende censuarie. C’è la questione religiosa, resa più delicata dalla politica fortemente induista di Narendra Modi, che la minoranza musulmana (200 milioni!) segue con apprensione. C’è il timore che i dati censuari possano dar corpo ai sospetti circa una deliberata sottovalutazione dell’incidenza e delle perdite dovute al Covid. C’è la questione degli esclusi, i 300 milioni di indiani che appartengono alle caste e alle tribù designate (scheduled) delle quali si vorrebbe sapere molto di più, se non fosse per le difficoltà e gli oneri inerenti ad un loro accurato censimento. 

Se il Governo darà il via al censimento il prossimo giugno – una volta chiuso il dossier elezioni – ci vorrà almeno un anno prima che siano disponibili le prime foto del paese. Occorrerà infatti procedere alle operazioni di houselisting, per dar modo ai 3,3 milioni di rilevatori di visitare le famiglie e registrare sui loro portatili i dati di un miliardo e mezzo di persone e trasferirli poi ai centri di elaborazione. 

Post-Scriptum

C’è un altro peso massimo demografico – la Nigeria – che è in situazione peggiore di quella dell’India. Qui l’ultimo censimento venne fatto nel 2006, 18 anni fa, quando il paese aveva 142 milioni di abitanti; nel 2024, secondo le Nazioni Unite, la popolazione è cresciuta del 60%, a 229 milioni. La storia dei censimenti nigeriani, al contrario di quelli dell’India, è costellata di fallimenti; negli anni recenti il censimento è stato rinviato più volte, ultimamente a fine 2024. Dai suoi risultati dipende la ripartizione delle rendite petrolifere e della rappresentanza politica tra i 36 stati e i 300 gruppi etnici che compongono il paese più popoloso dell’Africa.

I censimenti, soprattutto in paesi grandi e poveri, sono assai più di un doveroso conteggio delle risorse umane di un paese; sono la base essenziale dell’amministrazione e del governo della società. I casi di India e Nigeria dicono che per oltre un quinto della popolazione del mondo questa base è ancora instabile e precaria. 

Note

1 GDP growth (annual %) – China, India | Data (worldbank.org)

2Tirtho Banerjee, Indias population Census postponed again, Indias Today, 1 agosto 2023

3 World Bank, 2019

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