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L’eccesso di mortalità del 2015: alcuni dati su cui riflettere

Giancarlo Blangiardo ha presentato su questo sito il dato anomalo dei decessi avvenuti nell’anno che sta per chiudersi, 45.000 in più nei primi otto mesi del 2015. Il dato è stato ripreso dalla stampa nazionale e anche da alcuni esponenti politici, con interpretazioni a volte un po’ affrettate. Qui vorrei fornire ai lettori alcuni dati per far luce, per quanto possibile con dati ancora incompleti, su questo fenomeno.

Un confronto europeo
L’eccesso di mortalità del 2015 non riguarda soltanto l’Italia: secondo i dati provvisori del 2015 Francia, Spagna e Inghilterra e Galles avranno anch’essi il Schermata 2015-12-29 alle 15.01.57record di decessi degli ultimi anni (vedi figura). In particolare in Francia nei primi 10 mesi del 2015 ci sono stati circa 495.600 decessi contro i 460.000 nello stesso periodo dell’anno precedente (Fonte: Insee). In Spagna i morti nei primo sei mesi dell’anno sono stati 225.900 contro i 204.000 del 2015 (Fonte: Ine). In Inghilterra e Galles i morti nei primi 11 mesi del 2015 sono stati 482.900 contro i 450.700 del 2014 (Fonte: ONS).

In tutti e tre questi paesi il picco di decessi ha riguardato i mesi di gennaio, febbraio e marzo. Inoltre in Francia c’è stato un rialzo anche nel mese di luglio, anche se meno accentuato rispetto a quello invernale (il dato spagnolo del mese di luglio 2015 non è ancora disponibile).

L’Office of National Statistics in un esaustivo rapporto sulla mortalità dei mesi invernali in Inghilterra e Galles (link al rapporto in formato foglio di calcolo) calcola un indice di eccesso della mortalità invernale (EMW – eccess winter mortality)¹. Ebbene, il valore di questo indice per l’inverno 2014/2015 ha raggiunto il valore massimo dal 1999/2000, in particolare per le donne e sopra gli 85 anni. Inoltre gli indici calcolati con riferimento ai decessi per malattie respiratorie (ICD-10 J00–J99) e a quelli per malattie cardiache (ICD-10 I00–I99) hanno raggiunto anch’essi i massimi dall’inverno 1999/2000.
Anche per Francia e Spagna il valore dell’indice EMW raggiunge il massimo almeno dal 1999/2000, e soprattutto per la Spagna il valore dell’inverno 2014/2015 è particolarmente elevato. Quindi se di anomalia si tratta, è un’anomalia che ha interessato tutta l’Europa occidentale.

Analisi territoriale del dato italiano
Un’analisi a livello provinciale del dato italiano, da prendere cum grano salis poiché i valori non sono standardizzati, indica che il picco invernale dei decessi ha interessato per i maschi soprattutto il centro-nord e la Sardegna, mentre per le donne i decessi sono considerevolmente aumentati anche nelle regioni meridionali. Invece, il picco di luglio ha coinvolto tutte le province, con un aumento dei decessi soprattutto femminili, mentre per i maschi la sovramortalità è stata limitata o assente.

Quali le spiegazioni? L’aumento dei decessi nel primo trimestre dell’anno potrebbe essere legato all’epidemia influenzale, come avvenuto in altri paesi europei, ma è da capire se sia stata questa l’unica ragione, cosa che sarà possibile fare solo tra parecchi mesi, se non anni, quando saranno disponibili i dati per causa di morte. Invece è di più difficile interpretazione il picco estivo dei decessi (tra l’altro in attesa del dato di agosto).

2015 anno record
Il dato record dei decessi del 2015 ha destato grande preoccupazione tra gli organi di stampa, ma probabilmente non è quello più allarmante: nel 2015 per la prima volta i nati in Italia scenderanno sotto le 500.000 unità. Infatti, nei primi otto mesi dell’anno in Italia sono nati 319.000 bambini. Riproporzionando questo dato all’anno – a meno di imprevisti picchi delle nascite in autunno – si dovrebbe scendere al di sotto dei 490.000 nati, con tutte le nefaste conseguenze di questo declino sull’invecchiamento della popolazione e sull’economia. Un paese con pochi giovani ha una domanda debole e un’economia stagnante, e rischia di precipitare nella spirale senza uscita della stagnazione secolare, evocata di recente dal ministro Padoan.

¹
L’indice EMW ha al numeratore la differenza fra i decessi avvenuti nei mesi di dicembre-marzo e la media dei decessi avvenuti nei mesi di agosto-novembre precedenti e aprile-luglio successivi e al denominatore la suddetta media, il tutto moltiplicato per cento.

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