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Studenti stranieri iscritti all’università: percorsi diversi e realtà a confronto. Il caso degli atenei piemontesi 

Negli ultimi vent’anni, gli atenei piemontesi hanno visto crescere significativamente, tra gli iscritti, la presenza di studenti con cittadinanza straniera. Si tratta, tuttavia, di una realtà composita, che include sia studenti internazionali, giunti da poco, sia seconde generazioni, maggiormente radicate sul territorio. Daniela Musto ci illustra la situazione degli atenei piemontesi, sottolineando le nette differenze tra questi due segmenti, sia in termini di percorsi formativi, sia di prospettive lavorative future.

Gli iscritti con cittadinanza straniera possono essere distinti in due gruppi: internazionali e seconde generazioni. L’IRES Piemonte ha scelto di classificarli utilizzando le informazioni sul paese di nascita e di conseguimento del diploma secondario superiore1. Gli internazionali sono studenti nati all’estero, che hanno completato la scuola secondaria nel loro paese di origine e si sono trasferiti in Piemonte per iscriversi ad un percorso universitario. Le seconde generazioni sono nate o cresciute in Italia, dove hanno conseguito il diploma.

Le differenze tra questi gruppi emergono chiaramente analizzando i dati sul contesto familiare. Le seconde generazioni provengono spesso da famiglie meno avvantaggiate: più della metà appartiene a classi sociali con lavori esecutivi e solo il 7% proviene da una classe sociale elevata, appena il 17% ha almeno un genitore laureato2.
Al contrario, gli studenti internazionali hanno un profilo sociale più alto: quasi il 60% dichiara di avere un genitore laureato, oltre la metà fa parte della classe media e il 36% appartiene alla classe elevata. Solo l’8% proviene dalla classe operaia, evidenziando una differenza marcata rispetto alle seconde generazioni.
Tra gli studenti stranieri negli atenei piemontesi il 71% è composto da studenti internazionali, il 29% da seconde generazioni, oltre a una quota di studenti di cittadinanza italiana che l’hanno acquisita tramite la naturalizzazione dei genitori o al compimento dei 18 anni. Questa popolazione, pur condividendo l’origine immigrata sfugge spesso alle analisi statistiche.

Studenti stranieri nelle università piemontesi: numeri e distribuzione tra gli atenei 

Nel 2023, gli iscritti stranieri negli atenei piemontesi rappresentano circa l’11% della popolazione universitaria. Questa percentuale colloca il Piemonte ben al di sopra della media nazionale (6%) e in linea con quella europea (11%). Tale risultato è il frutto sia delle strategie di attrazione internazionale adottate dagli atenei, sia delle trasformazioni demografiche legate ai flussi migratori, che hanno modificato la composizione della popolazione residente. Il Piemonte, infatti, dimostra una maggiore capacità di attrarre e trattenere le popolazioni straniere immigrate, analogamente ad altre regioni italiane più prospere.
Gli studenti con cittadinanza straniera sono 5.030 all’Università di Torino (pari al 6% degli iscritti), 6.790 al Politecnico di Torino (quasi il 20%), 1.510 all’Università del Piemonte Orientale (10%) e 62 all’Università di Scienze Gastronomiche (18%). 
Il Politecnico emerge come un polo particolarmente attrattivo per gli studenti internazionali (pari all’86% degli studenti stranieri), mentre all’Università di Torino e all’Università del Piemonte Orientale la quota di internazionali e seconde generazioni è più equilibrata (gli internazionali sono circa il 56% e le seconde generazioni il 44%).
L’aumento degli studenti stranieri negli atenei torinesi ha triplicato in dieci anni i beneficiari di borse di studio regionali, superando quota 5.600 nel 2023/24. Il 38% degli studenti stranieri riceve una borsa, con variazioni tra gli atenei: 44% al Politecnico, 35% all’Università di Torino e 27% al Piemonte Orientale. Questo trend ha consolidato il Piemonte tra le prime tre regioni italiane per percentuale di borsisti non UE, insieme a Liguria e Lombardia.

Provenienze e percorsi formativi

Le provenienze degli studenti stranieri variano tra internazionali e seconde generazioni. Queste ultime rispecchiano le comunità migranti locali, con Romania (38%), Albania (10%) e Cina (11%) tra i paesi più rappresentati. Le provenienze degli studenti internazionali sono invece influenzate dagli accordi universitari internazionali e sono principalmente Iran e Marocco all’Università di Torino, Turchia e Iran al Politecnico, Tunisia e Camerun al Piemonte Orientale.
Anche i percorsi accademici differiscono, sia in relazione al tipo di diploma conseguito sia alla selezione del corso di laurea: le seconde generazioni provengono più spesso da istituti tecnici e professionali, mentre la maggior parte degli studenti italiani proviene dal liceo scientifico3
Nella scelta del corso universitario, gli studenti internazionali preferiscono i corsi erogati in lingua inglese, a prescindere dal gruppo disciplinare di afferenza del corso. 
Le seconde generazioni, prediligono corsi appartenenti ai gruppi disciplinari di economia, diritto e infermieristica nelle due università generaliste, mentre al Politecnico si orientano prevalentemente verso i corsi di ingegneria informatica e della produzione industriale.
La componente femminile è significativamente più alta tra gli studenti stranieri rispetto agli italiani. Nelle due università, oltre il 60% degli studenti stranieri è donna, con una percentuale che raggiunge il 71% tra le seconde generazioni. Al Politecnico di Torino, le donne costituiscono il 35% degli studenti stranieri, una quota superiore rispetto al 31% degli italiani.

Mobilità dopo la laurea

A un anno dal conseguimento del titolo, il 26% degli studenti internazionali lavora all’estero, una percentuale che supera di gran lunga quella degli italiani (7%) e delle seconde generazioni (8%). In realtà, la quota di studenti internazionali che va a lavorare all’estero potrebbe essere ancora più alta: il loro tasso di risposta alle indagini Almalaurea è sensibilmente inferiore rispetto a quello degli studenti italiani, il che suggerisce che molti potrebbero essersi trasferiti all’estero o essere ritornati nel paese di origine, rendendo più difficile il contatto attraverso i recapiti registrati in Italia.
La maggiore propensione alla mobilità potrebbe essere in parte legata al loro “capitale di mobilità”, ovvero all’esperienza migratoria pregressa che li rende più inclini a valutare opportunità professionali oltre i confini nazionali. 

Conclusioni

Negli ultimi vent’anni, gli atenei piemontesi hanno visto crescere notevolmente la quota di studenti con cittadinanza straniera, superando la media nazionale e allineandosi a quella europea. 
L’attrattività degli atenei piemontesi, insieme alle trasformazioni demografiche, ha favorito questo incremento, indicando che gli studenti stranieri scelgono il Piemonte non solo per la qualità dell’offerta formativa e la varietà dei corsi, ma anche per il costo della vita più contenuto rispetto ad altre destinazioni accademiche italiane ed europee.
L’aumento della presenza di studenti stranieri negli atenei piemontesi rafforza il ruolo del Piemonte e di Torino come polo universitario riconosciuto a livello internazionale, sottolineando l’importanza di implementare politiche efficaci per trattenere i talenti formati sul territorio.

Note

1Per approfondimenti sulla metodologia di calcolo degli studenti internazionali e di seconda generazione si veda Laudisa F., Musto D., Stanchi A., L’internazionalizzazione negli atenei piemontesi, CDR 318/2021, Ires Piemonte. 

2I dati sul background familiare sono tratti dalle Indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati. Elaborazioni di IRES Piemonte.

3Per gli studenti internazionali, che hanno conseguito il diploma nel paese di origine, non è possibile classificare allo stesso modo il tipo di diploma.

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