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Le mutilazioni genitali femminili, una violazione dei diritti umani ancora in uso

Il 6 febbraio è la Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF). Sebbene siano riconosciute a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, le MGF sono ancora molto diffuse. Anche l’Italia è toccata dal fenomeno. Silvana Salvini ci aiuta a tracciare un quadro della diffusione del fenomeno e a ragionare sulle cause e le conseguenze.

Numeri e definizioni

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono pratiche di rimozione o modifica di parti esterne dei genitali femminili compiute per ragioni non terapeutiche e per questo sono considerate una violazione dei diritti umani. 

Nelle sue varie forme (parziale o totale rimozione del clitoride; parziale o totale rimozione del clitoride e delle piccole labbra, con o senza l’escissione delle grandi labbra; restringimento della vagina tramite apposizione delle labbra minori e/o maggiori precedentemente tagliate, con o senza escissione del clitoride anche detta infibulazione), I paesi dove la MGF è più diffusa sono Somalia (dove la pratica è quasi universale), Guinea, Gibuti, Mali, Sudan, Egitto, Sierra Leone, Eritrea dove la percentuale di donne che hanno subito la MGF è superiore all’80%, come appare dalla figura 1.

I numeri delle Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) sono purtroppo ancora elevati:

  • Almeno 200 milioni di donne escisse, nei 30 paesi di Africa, Medio Oriente e Asia orientale in cui questa pratica è ancora in uso e per i quali esistono dati
  • 15 anni o meno, l’età a cui avviene la pratica
  • Almeno 1,4 miliardi di dollari all’anno, i costi delle complicazioni sanitarie legate alle mutilazioni genitali femminili nei 27 paesi più colpiti
  • 3 milioni, le ragazze con meno di 15 anni d’età che rischiano di subirla1.

Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la risoluzione 67/146, proclamando il 6 febbraio come la Giornata Internazionale contro le MGF: Zero Tolleranza per le MGF e intensificazione degli sforzi globali per porre fine a questa pratica. Nel 2015, le MGF sono entrate a far parte degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, target 5.3 (eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato, e le mutilazioni dei genitali femminili). In tal senso, quest’anno, il Programma Congiunto UNFPA-UNICEF e il Comitato Interafricano sulle Pratiche Tradizionali (IAC – Inter-African Committee on Traditional Practices) hanno lanciato il tema “Non c’è tempo per l’Inattività Globale. Unitevi, Finanziate e Agite per porre fine alle Mutilazioni Genitali Femminili” per celebrare la Giornata2.

La pratica delle MGF è presente in Europa occidentale, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda a causa dei flussi migratori. Il Network europeo END FGM stima che oltre 600.000 donne stiano vivendo con le conseguenze delle MGF in Europa e che altre 190.000 ragazze e donne siano a rischio di subire la pratica dannosa in 17 paesi europei. Inoltre, l’UNHCR stima che ogni anno in questo ultimo quinquennio almeno 20.000 donne e ragazze richiedenti asilo che arrivano in Europa potrebbero avere una MGF3

Anche l’Italia è toccata dal fenomeno come sottolineato da Farina, Ortensi e Pettinato4. L’ultima indagine condotta nel corso del 2019 rivela la presenza, al primo gennaio 2018, di 87.600 donne escisse, di cui 7.600 minorenni.

Le cause fra controllo della sessualità e discriminazioni di genere

Le MGF rappresentano la manifestazione di una profonda e radicata disuguaglianza di genere, che domina le società in cui sono praticate. In alcune società è considerata un rito di passaggio, in altre è un prerequisito per il matrimonio o è attribuita a credenze religiose che, peraltro, non appaiono nei Libri fondanti né l’Islam né altre fedi. In altre parole, questa usanza è un tassello del caleidoscopio che descrive la sudditanza della condizione femminile5

Affrontare con gli uomini l’argomento delle MGF non è facile, come del resto parlare di sesso in pubblico. Tuttavia, in molte comunità l’argomento non è così tabù come si potrebbe pensare e questo è vero per molte comunità in Africa. 

Aidos, nella Giornata dedicata all’eradicazione della pratica, scrive una breve guida al fine di sensibilizzare uomini e ragazzi a questo problema, perché gli uomini sono coinvolti ancora raramente nei progetti per contrastare la violenza di genere, nonostante siano proprio loro a perpetrarla. Ancor più nel caso delle MGF alle quali gli uomini sono connessi indirettamente. Di conseguenza i primi progetti che si occupavano del contrasto alla pratica erano diretti unicamente alle donne. Il processo di coinvolgimento degli uomini può essere aiutato attraverso la rimozione degli stereotipi di genere, nella scuola per i più giovani, in seminari ad hoc per adulti, per affrontare la mascolinità tossica, come negli altri casi di violenza di genere.

Le conseguenze

La MGF porta a conseguenze per la salute della donna molto gravi, fino alla morte. Lo choc, il dolore e le emorragie che colpiscono le bambine sono le prime terribili conseguenze, ma lungo tutto il corso della vita riproduttiva vi sono altri effetti negativi. Le normali funzioni biologiche femminili, come urinare o avere il ciclo mestruale, sono rese difficili per le donne che hanno subito l’escissione e l’infibulazione, avere rapporti sessuali è dolorosissimo ed è immaginabile il dolore del parto. Altre conseguenze mediche sono cisti, infezioni e sterilità, ma la letteratura mostra anche effetti fisiologici, sessuali e psicologici a lungo termine delle MGF: questi includono frigidità, malformazioni genitali, menarca ritardato, complicazioni pelviche croniche, ritenzione urinaria e tutta una serie di complicazioni ostetriche. Le conseguenze a lungo termine includono complicazioni durante il parto, anemia, formazione di cisti e ascessi, formazione di cicatrici cheloidi, fistole vescico-vaginali, dispareunia (rapporto sessuale doloroso), disfunzione sessuale, ipersensibilità dell’area genitale e aumento del rischio di trasmissione delle infezioni sessualmente trasmissibili, compreso l’HIV, nonché effetti psicologici6. Al parto, molte donne devono essere sottoposte al taglio cesareo, a causa delle cicatrici che impediscono la fuoriuscita della testa del feto. In casi estremi, la MGF contribuisce sostanzialmente alla mortalità per parto e neonatale.

Una storia di vita

Sebbene in certi stati la pratica della MGF sia andata diminuendo, la crescita della dimensione demografica soprattutto nell’Africa sub-Sahariana porta a osservare numeri assoluti crescenti di donne che hanno subito questo sopruso. Niente come un libro che riporta un’esperienza vissuta può rendere conto dell’infelicità che le MGF procurano alle donne e si ripercuotono sulle loro vite e quelle dei loro figli. Per questo l’argomento (e i libri che ne trattano) dovrebbero essere portati nelle scuole al fine di documentare una delle massime sofferenze (evitabili) delle donne. 

Un libro toccante – Fiore del deserto. Storia di una donna – narra la storia autobiografica di una donna somala che ha subito l’infibulazione a cinque anni e che per tutta la vita ne ha portato il trauma fisico e psicologico7. Leggere queste pagine è molto penoso ma altrettanto utile per far capire l’importanza degli interventi finalizzati all’eradicazione della pratica.

Fonti figure

Fonte figura 1 – (4) Ganiyu O. Shakirat, Muhammad A. Alshibhoubi, Eldia Delia, Anam Hamayon, Ian H. Rutkofsky, 2020, Una panoramica sulle mutilazioni genitali femminili in Africa: le donne sono beneficiarie o vittime?

Fonte figura 2 – Eige, European Institute for Gender Equality, 2017, Stima delle ragazze a rischio di mutilazione genitale femminile nell’Unione Europea, Dati del 2016, https://eige.europa.eu/gender-based-violence/female-genital-mutilation/risk-estimations#2017

Bibliografie

1 Istituto Superiore di Sanità, Mutilazione genitale femminile, Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna, 5 maggio 2022.

2Onuitalia.it, 2024, Giornata Internazionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili – 6 febbraio.

3quotidianosanità.it, 2024, Mutilazioni genitali per 4,4 mln di ragazze nel mondo nel 2024, in Europa 190mila a rischio. Commissione UE: “Violazione dei diritti umani e una grave violenza” e saperidoc.it – approfondimento su cosa sono le MGF.

43 Luglio 2020, Patrizia Farina, Livia Ortensi e Thomas Pettinato, Neodemos, Le mutilazioni genitali femminili in Italia: un aggiornamento.

5AIDOS (Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo), Al fianco delle donne africane verso l’abbandono delle mutilazioni genitali femminili/escissione. Conoscere per prevenire, 2008.  

6 Earp B.D., Abdulcadir J., Liao LM., Child genital cutting and surgery across cultures, sex, and gender. Part 1: female, male, intersex – and trans? The difficulty of drawing distinctions. Int J Impot Res 35, 1-5 (2023).

7 Waris Diriedi e Cathleen Miller, 2016, Fiore del deserto. Storia di una donna, Garzanti editore,

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