Nonostante l’inattesa forte flessione delle nascite nel 2023, la Francia è ancora il paese europeo con la più alta natalità. Tuttavia, come ci informa Massimo Livi Bacci, gran parte dell’opinione pubblica è allarmata e il Presidente Macron nella sua conferenza stampa d’inizio anno ha parlato della necessità di un “riarmo” demografico, annunciando una nuova misura per le famiglie: il congedo per nascita.
“La nostra Francia sarà anche più forte col rilancio della sua natalità”…ha dichiarato Macron nella sua conferenza stampa d’inizio anno, il 16 gennaio scorso. La natalità, ha proseguito, “era la sua forza e senza dubbio la sua unicità in Europa…ma non è più così vero da qualche anno a questa parte”. Questa affermazione era corroborata dal comunicato dell’Insee (l’ufficio statistico ufficiale), emesso lo stesso giorno, nel quale si annunciava una forte caduta delle nascite nel 2023 (678mila, contro 726mila del 2022, Figura 1) e del numero medio di figli per donna (1,68 rispetto a 1,79 del precedente anno), i livelli più bassi mai toccati dal dopoguerra a oggi.

Due azioni per contrastare il declino della natalità
Per contrastare questo declino, Macron ha annunciato due azioni. La prima: “dopo l’allungamento del congedo di paternità, credo fermamente che l’istituzione di un nuovo congedo per nascita per rimpiazzare l’attuale congedo parentale, sarebbe un elemento utile della strategia. In primo luogo sarà meglio remunerato e permetterà ai due genitori di stare vicino al proprio bambino per sei mesi, se lo desiderano. Ma soprattutto sarà più corto del congedo parentale attuale che può durare anche tre anni, e allontana molto le donne dal mercato del lavoro…ed è estremamente mal remunerato”.
La seconda azione riguarda l’infertilità. “L’infertilità maschile e quella femminile sono molto aumentate in questi ultimi anni e arreca sofferenza a molte coppie. Un grande piano di lotta contro questo flagello (fléau) sarà avviato per permettere il riarmo demografico”.
La conferenza stampa toccava molti altri temi, dal lavoro alla difesa, dall’ordine pubblico alla lotta alle disuguaglianze, e poi energia, trasporti e molto altro ancora, come si conviene quando ci sono impegni elettorali alle viste.
Natalità in declino, ma sempre la più alta d’Europa
La caduta della natalità allarma i francesi e il loro Presidente. Tuttavia, per rimettere le cose in prospettiva, il numero medio di figli per donna, 1,7 nel 2023, è sensibilmente più elevato di quello italiano (1,24) e della media europea (1,5); le 678mila nascite, fatte le debite proporzioni (la Francia ha oltre 9 milioni di abitanti in più dell’Italia) sono almeno 200mila in più delle 400mila dell’Italia, una differenza enorme. Tuttavia l’entità del declino degli ultimi anni rinforza l’ipotesi dell’estendersi – in Europa e nel mondo – della “epidemiologia” della bassa fecondità, che non risparmia nemmeno il paese che più ha operato negli ultimi 80 anni per sostenere la natalità. Delle due azioni indicate da Macron, quella relativa al congedo dei genitori alla nascita dei figli rafforza il robusto edificio delle politiche familiari, con in più un cambio lessicale significativo. Si tratta di congedo per “nascita” e non di “maternità” o “paternità”: una nascita deve impegnare donna e uomo, madre e padre. È il neonato che ne ha diritto.
L’altra componente del “riarmo demografico” è la lotta contro il “flagello” della infertilità. Prescindendo dal linguaggio bellico, anche qualora la “lotta” fosse efficace, è assai dubbio che essa abbia effetti significativi sulla natalità. La proporzione di donne e uomini infertili secondo la definizione dell’OMS (persone che avendo rapporti sessuali non protetti per 12 mesi non conseguono una gravidanza) è sì, relativamente importante (attorno al 15% per le persone in età feconda), ma è legata a una pluralità di cause, genetiche, biologiche, ambientali, sociali e psicologiche, difficili da individuare e contrastare. Inoltre, molti degli “infertili” così definiti, raggiungono una gravidanza oltre i 12 mesi stipulati dalla convenzionale definizione.
Linguaggi, ideologia e fatti
Le espressioni usate da Macron – flagello dell’infertilità, riarmo demografico, bambini della repubblica – in Italia, se pronunciati da leader di destra – avrebbero sollevato un mare di polemiche, reprimende, ironie, accuse. In Francia così non è stato, non si è andati oltre un “minimo sindacale” di proteste da parte di frange del femminismo, dell’ecologismo e di un gauchismo di maniera. Delle relazioni tra demografia e società, in Francia si discute seriamente da tempo immemorabile. in Italia, quando muovevo i primi passi nella disciplina – all’inizio degli anni ’60 – la demografia era un argomento da trattare con la massima cautela, in odore di totalitarismo reazionario. Non più, fortunatamente. Ma quel che rimane è l’inerzia, non solo per quanto riguarda le politiche di contrasto alla bassa natalità, ma anche per gli adattamenti necessari da apportare a una società destinata a ritrovarsi assai meno numerosa di oggi in capo a qualche decennio.