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Covid-19, concepimenti e nascite in Italia: effetti attesi e inattesi*

Diverse vicende legate all’epidemia di Covid-19 hanno avuto un certo impatto sulle nascite. Gianpiero Dalla Zuanna illustra il caso italiano, mostrando come l’incertezza legata al futuro sia solo uno degli aspetti responsabili della (limitata) riduzione dei concepimenti.

A livello globale, non vi sono segni di drastici cambiamenti nella fecondità dovuti al Covid-19 (Unfpa 2021). Aaasve et al. (2021) hanno mostrato che la prima ondata (primavera del 2020) è stata accompagnata da un calo significativo dei tassi di natalità nove mesi dopo in sette dei ventidue paesi sviluppati da loro studiati, con cali più significativi nel Sud Europa: Italia (-9%), Spagna (-8%) e Portogallo (-7%). È quindi interessante osservare più a fondo il caso italiano. Non ci aspettiamo “strappi” dei concepimenti paragonabili a quelli osservati in occasione di altre catastrofi più o meno recenti, come le grandi epidemie premoderne e le due guerre mondiali. L’idea è di utilizzare le reazioni “riproduttive” delle coppie al Covid-19 come cartina di tornasole di alcuni comportamenti individuali e collettivi.

La prima ondata: forte diminuzione delle gravidanze indesiderate

In Italia il Covid-19 ha avuto due ondate altamente significative, nel marzo-aprile 2020, quando il totale dei decessi è stato superiore del 44% rispetto allo stesso bimestre del 2019, e nel quadrimestre ottobre-novembre-dicembre 2020 e gennaio 2021 (+32%) – Figura 1. 

I concepimenti conclusisi nove mesi dopo con un parto, già in fase decrescente tra il 2018 e il 2019, si sono ridotti in misura più intensa a marzo-aprile 2020, proprio durante la prima epidemia di Covid-19 (Figura 2). In Italia come in altri paesi, la prima ondata di Covid-19 nel periodo marzo-aprile 2020 è stata contrastata con un severo lockdown, quando si poteva uscire di casa solo per fare la spesa, andare in farmacia e (con restrizioni) alle strutture sanitarie, o portare a spasso il cane. 

Durante il lockdown sono diminuiti non solo i concepimenti terminati con un parto, ma anche quelli terminati con un aborto volontario (da qui in poi “aborto”), soprattutto tra le giovani donne (Figura 3 e tabella 1): a marzo 2020 i concepimenti conclusi con un aborto in Italia sono stati il 30% in meno rispetto a marzo 2019, ma addirittura il 57% in meno tra le giovani donne di 15-19 anni, e il 41% in meno tra quelle di 20-24 anni. Ciò è avvenuto – con tutta probabilità – a causa della forte riduzione dei rapporti sessuali tra partner non conviventi, anche se i servizi per l’aborto sono stati solo marginalmente colpiti dal lockdown (Guzzetti et al. 2022). Lo stress sul sistema sanitario indotto dal Covid-19 è stato invece verosimilmente responsabile del forte calo delle nascite per le donne 40-44 anni e soprattutto 45-49 anni, dovuto al blocco – nei mesi di lockdown – dei servizi pubblici e privati per la procreazione assistita.

Un altro segnale dell’impatto del lockdown sui concepimenti indesiderati è la riduzione superiore al -50% delle vendite delle pillole del giorno dopo e dei cinque giorni dopo e dei farmaci contro la disfunzione erettile, nei mesi di marzo ed aprile 2020 rispetto agli stessi mesi del 2019 (Onm 2021). Poiché un’indagine ha segnalato che nello stesso periodo la frequenza dei rapporti sessuali fra i partner conviventi non si è ridotta, è verosimile che tale riduzione sia tutta dovuta alla quasi eliminazione dei rapporti fra partner non conviventi.

Pertanto, la diminuzione dei concepimenti conclusi con un parto in Italia potrebbe essere dovuta non solo alle esitazioni delle coppie conviventi di fronte all’incertezza verso il futuro – come suggerito da Unfpa (2021), Aassve et al. (2021) e Rosina e Luppi (2022) – ma anche (e forse soprattutto) al calo delle gravidanze indesiderate indotto dal lockdown.

Dopo il lockdown, in Italia come altrove, le nascite superano i livelli del 2019 nel bimestre giugno-luglio 2020 (Aassve et al. 2021). In Italia potrebbe esserci stata una certa ripresa dei concepimenti desiderati posticipati durante il lockdown, mentre i concepimenti indesiderati dovrebbero tornare ai livelli pre-Covid-19, come suggeriscono gli aborti di giugno-luglio 2020, in linea con quelli dell’anno precedente. In Italia, comunque, lo scarso “rimbalzo” delle nascite potrebbe essere dovuto all’ovvia mancata necessità di “recuperare” le gravidanze indesiderate.

La seconda ondata: effetto quasi nullo sui concepimenti, ma effetto sorprendente della campagna vaccinale della primavera 2021

Il lockdown dell’autunno 2020 per la seconda ondata di Covid-19 è stato in Italia meno severo di quello primaverile. I concepimenti conclusisi con un parto non sono diminuiti con la stessa intensità della prima ondata (ritorna alle figure 2 e 3). Tuttavia, la riduzione rispetto allo stesso periodo del 2019 dei concepimenti conclusi con un aborto suggerisce che anche le gravidanze indesiderate potrebbero essere diminuite, seppure in misura minore rispetto alla prima ondata: ricordiamo che nelle regioni con la più alta incidenza di Covid-19 (la cosiddetta “zona rossa”), non era consentito varcare il confine del comune di residenza.

Nei mesi successivi, i concepimenti conclusi con un parto non aumentano, anzi si osserva un calo significativo nel periodo aprile-giugno-luglio-agosto 2021, malgrado in questi mesi non vi sia stata una nuova significativa ondata di Covid-19. Era il periodo in cui la maggior parte delle persone di età compresa tra 20 e 39 anni in Italia era in attesa o ha avuto le prime dosi vaccinali obbligatorie (Lab24 2022). Lo stesso fenomeno è stato notato da Bujard e Andersson (2022) per Svezia e Germania: secondo questi autori, le coppie che desideravano avere un figlio preferivano attendere la vaccinazione della donna prima di provare a concepire, per evitare possibili conseguenze per la gravidanza e il bambino in caso di inoculazione durante la gravidanza: in quei mesi, non erano ancora stati chiariti dalla comunità scientifica i possibili effetti del vaccino sulle donne incinte. Fortunatamente, studi successivi hanno dimostrato che questi timori erano infondati, perché aborti spontanei, parti prematuri e problemi post-neonatali non sono stati superiori alla media tra le donne vaccinate durante la gravidanza (Yang et al. 2022). Quando alla fine dell’estate 2021 termina la campagna vaccinale per le donne in età fertile, visto che quasi tutte in Italia hanno ricevuto la prima dose, i concepimenti conclusi con un parto tendono a risalire.

Questi risultati non esauriscono l’analisi dell’effetto che la pandemia di Covid-19 ha avuto sui comportamenti sessuali, coniugali e riproduttivi. Ad esempio, in Italia il calo del numero dei concepimenti durante il lockdown di marzo-aprile 2020 è stato particolarmente forte tra le donne straniere. Ciò è probabilmente influenzato dalla forte riduzione degli ingressi dall’estero nel corso del 2020. Inoltre, gli stranieri in Italia sono sovra-rappresentati tra i lavoratori meno protetti dallo Stato durante la pandemia, ed è verosimile che queste coppie in difficoltà economica abbiano rimandato il concepimento a tempi migliori (Castagnaro e Prati 2022). Infine, quote significative di giovani italiani ed europei intervistati a marzo/aprile 2020 e aprile 2021 hanno dichiarato di aver rinviato l’abbandono della famiglia genitoriale, la formazione di una coppia e il concepimento di un figlio a causa dell’incertezza socio-economica legata alla pandemia (Rosina and Luppi 2022).

*Questa nota riassume parte del lavoro: “Covid-19 and births in Italy 2020-22: a geographical analysis”, di Gianpiero Dalla-Zuanna, Tommaso Di Fonzo e Daniele Girolimetto, Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova, in stampa.

Per saperne di più

Aassve A., N. Cavalli, L. Mencarini, and S. Sanders (2021) “Early assessment of the relationship between the COVID-19 pandemic and births in high-income countries”, PNAS, 118(36).

Bujard M., and G. Andersson (2022) Fertility declines near the end of the COVID-19 pandemic: Evidence of the 2022 birth declines in Germany and Sweden, Stockholm Research Reports in Demography, 17. 

Castagnaro C. and S. Prati (2022) “Effetto della prima e seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 sulle nascite in Italia”, in A. Rosina et al. (editors): L’impatto della pandemia di Covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni. Secondo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”,12-21, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma.

Guzzetti S. et al. (2022) “Impact of the COVID-19 pandemic on voluntary terminations of pregnancy in an Italian metropolitan area”, European Journal of Contraception and Reproductive Health Care, 27, 1, 34-38. 

Lab24 (2022) Vaccini in tempo reale

Luppi F. and A. Rosina (2022) “Progetti di vita dei giovani dopo un anno vissuto in emergenza Covid-19”, in A. Rosina et al. (editors): L’impatto della pandemia di Covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni. Secondo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”,  22-34, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma.

Onm – Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (2021) L’uso dei farmaci in Italia. Rapporto Nazionale Anno 2021, AIFA – Italian Medicines Agency, Roma.

Unfpa (2021) How will the COVID-19 pandemic affect births?, Technical Brief, December 21st.

Yang J. et al. (2022) “COVID-19 pandemic and population-level pregnancy and neonatal outcomes in general population: A living systematic review and meta-analysis”, Acta Obstetricia et Gynecologica Scandinavica, 101(3), 273-292.

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