I minori stranieri non accompagnati costituiscono una quota poco nota, ma importante, della popolazione immigrata in Italia. Si tratta, secondo l’articolo 1, comma 2, del DPCM 535/99, di minorenni non aventi cittadinanza italiana né europea che non hanno presentato domanda d’asilo e si trovano sul territorio nazionale privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di chi ne fa le veci.
Irreperibili!
Secondo il Report Nazionale della Direzione Generale dell’Immigrazione e dell’Integrazione, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 31 dicembre 2013 i minori stranieri non accompagnati in Italia erano circa 8.500, in crescita rispetto al recente passato, prevalentemente maschi (quasi il 94% dei presenti) e diciassettenni (55%) (Tab. 1). Le tre aree di maggiore provenienza sono l’Egitto, il Bangladesh e l’Albania, seguite da Afghanistan e Somalia, mentre le regioni italiane che accolgono il maggior numero di minori stranieri non accompagnati sono Sicilia, Lazio e Lombardia.
Ma il dato forse più importante, su cui i rapporti nazionali sui minori stranieri non accompagnati non si soffermano, è l’irreperibilità dei minori dopo la prima accoglienza. Si tratta dei minori di cui, dopo la prima accoglienza e la raccolta dei dati anagrafici, o talvolta in un secondo momento, si perdono le tracce (Tab. 2).
Il fenomeno è diffuso (risulta irreperibile circa un minore su quattro) e allarmante. Infatti, se molti abbandonano il territorio nazionale per dirigersi verso altri Stati europei in cui è presente una rete parentale o di conoscenza, o perché attratti dalle migliori condizioni di vita e dalle possibilità lavorative, per altri si pone il rischio di rimanere intrappolati nelle reti criminali e di sfruttamento.
Irreperibilità e Paesi di origine
Può essere interessante approfondire la questione dei minori stranieri non accompagnati che risultano irreperibili, distinguendo per nazionalità e per regione di accoglienza.
Per quanto riguarda la ripartizione per cittadinanza dei minori stranieri non accompagnati, il caso più allarmante è quello dei minori afghani: la quota dei reperibili è stata, nel dicembre 2013, solo del 51% circa, e valori analoghi, qui non riportati, si riscontrano anche per gli anni precedenti. Una situazione simile si osserva anche per i minori di nazionalità tunisina, somala ed eritrea, la cui quota di reperibili rappresenta poco più della metà del totale dei minori segnalati (Tab. 3).
Irreperibilità e regioni di accoglienza
Se si analizza il fenomeno per regione di accoglienza, si può osservare che è particolarmente bassa la quota di reperibili, tra minori stranieri non accompagnati, in Sardegna, Marche, Sicilia, Puglia, Calabria, Umbria (Tab. 4).
I dati suggeriscono come queste regioni rappresentino in alcuni casi dei luoghi di ingresso privilegiato per i minori stranieri non accompagnati (Sicilia, Puglia, Marche). Allo stesso tempo, però, si evidenzia un problema: o perché le strutture o i servizi di accoglienza non sono adeguati, o per ragioni di attrazione geografica, sociale o lavorativa, la quota di giovani che si rende irreperibile in queste regioni è particolarmente elevata.
Questi dati, sia nel loro insieme, sia con riferimento a situazioni specifiche (paesi di provenienza, regioni di destinazione) mettono in luce una criticità che non può essere trascurata: l’irrintracciabilità di un minore equivale a una sconfitta del sistema italiano di protezione di questi soggetti, altamente vulnerabili.
Per saperne di più
Sito web del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
(Rapporti Nazionali sui minori stranieri non accompagnati reperibili su richiesta all’indirizzo di posta elettronica della Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche d’Integrazione: minoristranieri@lavoro.gov.it)
Nocentini Silvia (2014) Minori stranieri non accompagnati. Migrando tra l’infanzia e l’adolescenza, Tesi di laurea triennale in Servizio Sociale, Scuola di Scienze Politiche, Università di Firenze.