Sono usciti a gennaio due volume dell’Istat relativi alla questione previdenziale. Prima “I bilanci consuntivi degli enti previdenziali – Anno 2006” e poi “Statistiche della previdenza e dell’assistenza sociale 2008” che nel tomo I parla de “I trattamenti pensionistici – Anno 2006”.
Nulla di nuovo, per carità, ma anche se simili a quelli dell’anno scorso, i dati fanno lo stesso un po’ paura.
Ricordiamo brevemente le cifre. Nell’Italia del 2006, con circa 59 milioni di abitanti e quasi 23 milioni di occupati, si sono erogate 23,5 milioni di pensioni, pari, in media a circa 9.500 euro/anno ciascuna. Non molto, ma soprattutto, non molto ben distribuito: quasi la metà delle pensioni non arriva a 500 Euro/mese.
La spesa complessiva (224 miliardi di Euro secondo il volume “Pensioni”, 229 nel volume “Bilanci”) ha inciso sul Pil per il 15,2% (in crescita dal 15,1% del 2005) – più di quanto non avvenga negli altri paesi sviluppati.
C’è dunque una prima difficoltà: un forte carico pensionistico che grava sui conti del paese. Ma non è la sola: ricordiamo altre due, tra le tante.
La distribuzione per età
La distribuzione per età dei beneficiari delle pensioni è anomala. Quasi il 30% della spesa va a favore di persone che hanno meno di 65 anni. E va bene che sono qui comprese anche le pensioni di reversibilità e di invalidità, ma il dato rivela essenzialmente che, nel nostro sistema, molti prendono la pensione pur se ancora in età da lavoro.
Tab. 1. Distribuzione per età dei beneficiari e delle prestazioni pensionistiche
2005 | 2006 | |||||
Numero
(%di colonna) |
Complessivo
(%di colonna) |
Medio
(Euro/anno) |
Numero
(% di colonna) |
Complessivo
(% di colonna) |
Medio
(Euro/anno) |
|
0-14 | 1,0 | 0,3 | 2.411 | 1,0 | 0,3 | 2.425 |
15-39 | 2,6 | 1,0 | 3.677 | 2,6 | 1,0 | 3.747 |
40-64 | 23,7 | 29,3 | 11.420 | 23,4 | 28,9 | 11.727 |
65-69 | 16,4 | 19,0 | 10.727 | 16,3 | 19,1 | 11.166 |
70-74 | 15,9 | 16,2 | 9.461 | 15,6 | 16,1 | 9.815 |
75-79 | 15,4 | 14,3 | 8.583 | 15,3 | 14,2 | 8.845 |
80 e più | 25,1 | 19,9 | 7.308 | 25,8 | 20,4 | 7.514 |
Totale | 100 | 100 | 9.239 | 100 | 100 | 9.511 |
Fonte Elaborazioni su dati Istat
Si vede anche che le pensioni sono mediamente più basse per le persone più anziane: chi si trova in pensione a 40-64 anni prende circa 11.700 Euro/anno, ma chi ci trova a 80+ anni ne prende 7.500: una bella differenza!
Lo squilibrio dei conti
I conti non tornano. E’ vero che gli enti previdenziali fanno anche assistenza – attività in perdita per definizione – ma è anche vero che, nel registrare le entrate e le uscite, distinguono per tipologia. E’ quindi possibile guardare ai conti separatamente per previdenza e per assistenza. Ebbene, limitiamoci pure alla sola previdenza, e tralasciamo le spese di gestione e tutti gli altri oneri accessori: si vede che, a fronte di 229 miliardi di pagamenti previdenziali si sono incassati solo 188 miliardi di contributi, con uno sbilancio di circa 41 miliardi, poco meno del 3% del Pil. Alla faccia dei modellini dei teorici delle pensioni, che, sempre, pongono il vincolo Entrate (contributi) = Uscite (pensioni)!
Naturalmente, alla fine, le entrate eguagliano le uscite, perché la differenza la mette lo Stato, cioè a dire la fiscalità generale. Ma se spendiamo i nostri soldi così, oltre che per le spese militari (Giorgio Tassinari, La mano destra e la mano sinistra dello Stato. Ovvero: spese militari e spese per l’istruzione) non stupiamoci poi se, nonostante l’alta pressione fiscale, settori quali la famiglia e l’istruzione risultano sottofinanziati, rispetto al resto del mondo industrializzato.