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Di nuovo sulle Rive del Mediterraneo

Il Bacino Mediterraneo è un’originale combinazione di omogeneità e differenze tra i paesi che lo costituiscono, che si distinguono solitamente in funzione della “Riva” di appartenenza: Nord, Est o Sud[1]. Anche questa, come tutte le classificazioni, sottintende un’omogeneità interna ai gruppi (alle Rive, in questo caso) e una eterogeneità tra i gruppi. Ma è proprio così?
Già un anno fa, Daniele Vignoli aveva segnalato l’accorciamento delle distanze tra Rive del Mediterraneo, individuando un processo di convergenza sia nei comportamenti demografici sia in altre sfere. La questione può essere affrontata anche più direttamente, cercando di misurare la distanza tra paesi, formando gruppi omogenei[2], e annotando quali gruppi si formano e come questi gruppi cambiano nel tempo.

Cos’è cambiato in 50 anni? Uno sguardo alle variabili demografiche…
Quest’operazione si può fare rispetto a molte dimensioni: quella economica, quella sociale, quella politica, ecc. Qui ci concentreremo sulla sfera demografica. Ebbene, per quanto riguarda le variabili demografiche[3], un confronto tra l’anno 1950 e l’anno 2005 evidenzia che, nel corso di mezzo secolo, l’omogeneità tra i paesi del Mediterraneo è nel complesso aumentata, ma con una dinamica particolare: mentre la Riva Nord è diventata più omogenea al suo interno, le Rive Sud e Est, si sono avvicinate, in media, a valori della Riva Nord, ma si sono maggiormente differenziate al loro interno.

Il dendrogramma della figura 1 non è di facilissima lettura, ma è istruttivo per chi ha voglia di considerarlo con un po’ di pazienza. Intanto, cos’è? E’ un modo per visualizzare quanto simili o dissimili tra loro sono certe unità – certi paesi del Mediterraneo, nel nostro caso. Più vicini appaiono nella figura e più simili sono nella realtà, rispetto a fecondità, mortalità, ecc. Si nota, ad esempio, la distanza ancora notevole che intercorre tra i paesi della Riva Nord e quelli della Riva Sud-Est, sia nel 1950, sia nel 2005. Ma si nota anche che i paesi delle Rive Sud-Est nel 2005 sono molto vicini a quelli della Riva Nord del 1950: questo significa semplicemente che questi paesi sono oggi simili a come eravamo “noi”, della Riva Nord, una cinquantina di anni fa.

Le variabili demografiche considerate, inoltre, operano in due direzioni distinte, che conviene forse specificare. Le variabili di struttura per età presentano valori simili per i paesi appartenenti alle stesse Rive, e mostrano che i paesi in via di sviluppo stanno evolvendo verso un regime demografico “maturo”, alcuni, in particolare Tunisia, Libano e Turchia, in modo abbastanza rapido. In parole semplici, si può dire che l’invecchiamento è generalizzato.
Per le variabili che descrivono i “comportamenti demografici”, invece, (fecondità e mortalità, essenzialmente), la situazione è più complessa. La mortalità, infatti, sta diminuendo dappertutto in maniera relativamente omogenea (cfr. fig. 2), ma il calo della fecondità avviene con modi e tempi differenti (cfr. fig.2 dell’articolo “La distanza tra le rive del Mediterraneo” di Daniele Vignoli), il che comporta un aumento della variabilità all’interno delle Rive Sud e Est .

Una classificazione da rifare?
In un prossimo futuro, quando la struttura per età avrà avuto il tempo di assorbire gli effetti degli attuali cambiamenti demografici, appare legittimo prevedere che i paesi delle Rive Sud e Est somiglieranno sempre più ai paesi della Riva Nord, ai quali già oggi sono più vicini che non ieri.
A quel punto, chissà se rimarrà valida la tradizionale suddivisione per Rive, con il suo implicito carico di sufficienza (i ricchi e i poveri; i buoni e i cattivi; i moderni e gli arretrati), almeno nell’uso che ne fanno i paesi sviluppati. O chissà invece se, come avviene per tante altre cose, rimarrà nell’uso quotidiano, retaggio di un recente passato, ma senza più riscontro con la realtà.
Il Bacino Mediterraneo sarà infine omogeneo – ma noi potremmo non accorgercene.


[1] Qui per Riva Nord si intende: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Albania, Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro, Bosnia–Herzegovina; Riva Sud: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto; Riva Est: Cipro, Turchia, Siria, Libano, Israele, Giordania, Territori Palestinesi .
[2] La cluster analysis è una tecnica che in statistica è utilizzata per costruire raggruppamenti di unità. Essa permette di raggruppare insieme gli elementi più simili tra loro, e di mettere invece in classi diverse gli elementi tra loro dissimili. Rappresenta uno strumento di analisi esplorativa, utile a mettere in evidenza associazioni e strutture nei dati che altrimenti potrebbero non essere facilmente rilevabili.
[3] L’insieme delle variabili demografiche comprende: la popolazione e la sua distribuzione territoriale; i comportamenti demografici (tasso di crescita della popolazione, fecondità, durata media della vita, tasso di mortalità infantile, tasso di natalità e mortalità generici); la struttura per età (età mediana, indice di vecchiaia, indice di dipendenza, indice di ricambio della popolazione in età attiva).
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