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Le ultime previsioni dell’Istat

Nei giorni scorsi, l’Istat ha rese disponibili le nuove previsioni della popolazione italiana per l’intero Paese e per le singole regioni, fino all’anno 2080 (Previsioni della popolazione residente e delle famiglie). Si tratta di un aggiornamento che l’Istat esegue con cadenza annuale, tenendo conto delle tendenze più recenti e dei dati più aggiornati e adattando, di conseguenza, le ipotesi sul futuro. Nella sua variante media, basata su ipotesi sulle quali c’è un buon consenso tra gli esperti circa l’andamento futuro dei fenomeni demografici, la popolazione del Paese diminuisce dai 59 milioni di inizio 2022 a 56,5 milioni nel 2050 e 45.8 del 2080. Una data assai lontana, quest’ultima, per la quale la previsione ha una funzione illustrativa e di scenario, più che di realistica valutazione. La cifra di 56,5 milioni per il 2050 è sensibilmente maggiore di quella prevista, per la stessa data, nell’edizione previsiva dell’anno passato, pari a 54,2 milioni, in conseguenza – soprattutto – di una sostanziale revisione al rialzo della immigrazione netta (circa 170mila unità all’anno attorno al 2050). La riproduttività rimarrebbe molto bassa, risalendo timidamente da 1,24 nel 2021 a 1,38 nel 2050, una modesta ripresa che abbassa le aspettative formulate lo scorso anno (1,51) per quest’ultima data. Insomma, il percorso è strutturalmente in discesa, e sollecita una visione politica di lungo periodo per contrastare le inevitabili conseguenze negative (contrazione della forza lavoro, ulteriore invecchiamento, accentuazione delle fragilità sociali) che già oggi indeboliscono il nostro Paese. 

Neodemos ospita una prima analisi delle nuove previsioni, a cura di Marcantonio Caltabiano e Alessandro Rosina, uno strumento indispensabile per formulare politiche sociali di breve, e soprattutto di lungo periodo,  utilissimo per meglio comprendere la direzione di marcia della società italiana nei prossimi decenni.

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