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La protezione internazionale in Italia negli ultimi anni

Nell’ambito del fenomeno migratorio la protezione internazionale assume una particolare rilevanza. In questo articolo Cantisani illustra le richieste d’asilo presentate nell’arco degli ultimi cinque anni e in particolare negli ultimi due anni ed esamina le decisioni prese in merito da parte delle Commissioni Territoriali, con un focus specifico sulle nazionalità più rappresentate.

Le richieste d’asilo

Negli ultimi cinque anni il numero dei richiedenti asilo in Italia è variato significativamente, partendo da un livello di 59103 nel 2018 si è ridotto a 42553 nel 2019 e a 25547 nel 2020 (anno caratterizzato dalla pandemia da Covid-19) per aumentare nei due anni successivi a 53647 e 84336 unità. I richiedenti asilo sono prevalentemente maggiorenni maschi. La riduzione delle domande nel 2020 e l’aumento successivo hanno visto un incremento della proporzione di maschi (circa il 75% rispetto al 67-68% dei due anni precedenti). La Tabella 1 riporta i dati cumulati per il 2021 e per il 2022, fornendo il dettaglio per classi d’età e sesso.

Nel biennio 2021-2022, il numero totale di casi è stato pari a 139975 e presenta una forte prevalenza dei maggiorenni (ben oltre l’85% dei casi) e dei maschi in particolare (81,2%). Il gruppo d’età 18-34 anni domina per ciascun sesso, mentre i minori rappresentano circa l’11,5% del totale  con una leggera prevalenza dei maschi. I minori non accompagnati ammontano ad oltre 3500 (ossia il 2,5% del totale), mentre i richiedenti asilo di 65 anni e più rappresentano solo lo 0,4% del totale. 

Per quanto riguarda l’origine dei richiedenti, questi provengono soprattutto da Bangladesh, Pakistan, Egitto, Tunisia, Nigeria ed Afghanistan, soprattutto per gli anni più recenti (Tabella 2).

In effetti, la situazione tra il 2021 ed il 2022 varia solo leggermente, con l’alternanza di solo tre degli undici paesi maggiormente rappresentati nei due anni: la Costa d’avorio, il Mali e la Somalia sono presenti nel 2021 mentre l’Ucraina, il Perù e la Colombia nel 2022.

Sempre riferendoci al periodo 2021-2022 e ai paesi più rappresentati nei due anni considerati, la Tabella 3 permette di avere una valutazione delle differenze nelle distribuzioni dei richiedenti asilo per sesso ed età in base alla provenienza. La classe di età 65+ anni è esclusa dalla tabella, data la limitatezza dei numeri.

Tra i paesi considerati, Bangladesh, Pakistan, Tunisia, Egitto, Morocco e Somalia si distinguono per una quota di maschi di età 18-34 anni ben più alta della media di 58,9% e una minore presenza di maschi di età 35-64 anni. Tunisia, Marocco e Somalia presentano anche quote femminili e di minori contenute ma non trascurabili.  

Considerando gli altri paesi, è possibile distinguere la Nigeria per una più contenuta frequenza di maschi di 18-34 anni (47,6%), una quota maggiore di donne della stessa età e di minori, segno di una presenza di nuclei familiari. Il profilo dell’Afghanistan è abbastanza simile a quello della Nigeria, con la proporzione della classe di età maschile più rappresentata (18-34) ancora più bassa (32,8%). 

Tra i rimanenti paesi, il Perù è caratterizzato da un sostanziale equilibrio tra i sessi e da una quota elevata di minori e quindi molto probabilmente dalla presenza di diversi nuclei familiari. La Georgia manifesta la percentuale più alta per le donne di età 35-64 anni (circa 60%), mentre l’Ucraina vede la prevalenza di femmine, soprattutto nelle età adulte. 

In conclusione, i Paesi che si discostano maggiormente dal profilo tipico dei richiedenti sono la Georgia (per il prevalente numero di donne), la Colombia (per l’equilibrio sostanziale tra maschi e femmine, ma pure per la presenza di nuclei familiari), la Nigeria (per una prevalenza maschile minore di altri Paesi) e l’Afghanistan (per un certo equilibrio tra i sessi e la presenza di nuclei familiari).

Decisioni sulla protezione internazionale 

 Anche le decisioni prese dalle Commissioni Territoriali variano sensibilmente nel periodo considerato, da oltre 95000 nel 2018 e 2019 a 42604 nel 2020 e a 51931 nel 2021, con una ripresa a 58478 nel 2022 (Tabella 4). È opportuno precisare che i dati relativi alle decisioni qui presentati si riferiscono alla fine dell’anno e sono al netto di successive modifiche. Il totale per gli ultimi due anni è quindi pari a circa 110000 casi.

La distribuzione delle tipologie risulta, in termini percentuali, molto simile soprattutto tra il 2021 e il 2022. Per ogni anno prevalgono i dinieghi, con percentuale massima di 80,8% nel 2019 e minima di 56,1% nel 2022. Particolare è il caso del 2018, con l’esistenza della protezione per motivi umanitari e il 20% circa dei casi attribuibile a questa tipologia, a fronte di concessioni di status di rifugiato e protezione sussidiaria inferiori al 10%. Con l’eliminazione della protezione umanitaria dal 2019 risulta più accentuata la quota di concessione dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria (generalmente con percentuali a doppia cifra, per quanto variabili in relazione alla variazione dei dinieghi). In parallelo si evince un aumento della percentuale di casi di concessione della protezione speciale. Per il 2021-2022, il 57,0% di casi di dinieghi si accompagna al 16,3% di protezione speciale, al 13,6% di status di rifugiato ed al 13,2% di protezione sussidiaria.

Infine, la Tabella 5 riporta gli esiti delle richieste di protezione internazionale per i primi 10 Paesi in termini di decisioni prese nel 2021-2022.

La tabella mostra percentuali di concessioni di status di rifugiato e protezione sussidiaria in generale molto limitate, con le eccezioni dell’Afghanistan (rispettivamente per il 65,3% e 30,3% dei casi sul totale), per il Mali (52,5% dei casi di protezione sussidiaria) e dell’Ucraina (65% di protezione sussidiaria). La protezione speciale è piuttosto equamente rappresentata, ad eccezione di Afghanistan, Tunisia ed Egitto da una parte (ben sotto la media), e Mali e Senegal dall’altra (ben oltre la media). Come già nell’analisi dei dati per anno di calendario, i dinieghi rappresentano la maggior parte dei casi (53,9% per il 2021-2022 considerato qui). Tuttavia, i valori variano sensibilmente, dal 4,1% dell’Afghanistan e 17,1% dell’Ucraina fino ad arrivare ad oltre l’80% per Tunisia, Egitto e Marocco. 

Conclusioni

Le decisioni hanno superato le richieste d’asilo dal 2018 al 2020, mentre il contrario è avvenuto nel 2021 e soprattutto nel 2022. I cittadini dei paesi maggiormente interessati alla protezione internazionale sono del Bangladesh, del Pakistan, dell’Egitto, della Tunisia, della Nigeria e dell’Afghanistan, gli ultimi due con profili dei richiedenti piuttosto differenti. I cittadini degli stessi paesi sono ovviamente quelli più soggetti a decisioni anche se le procedure di volta in volta necessarie ed i tempi di lavoro delle Commissioni Territoriali possono condizionare la tempistica delle decisioni. In effetti, gli esiti delle decisioni variano secondo la nazionalità ed altre condizioni. In generale prevalgono i dinieghi. Tra i paesi di maggiore interesse, nel 2021-2022 l’Afghanistan e la Nigeria sono gli unici per i quali le decisioni superano le richieste d’asilo.

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