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Adozioni in via di estinzione

Trent’anni fa, nessuno avrebbe previsto il precipitoso declino delle adozioni internazionali, che invece si è verificato nel primo ventennio di questo secolo. Sulle modalità di questo declino scrive Steve Morgan, che ipotizza che questo sia dovuto, in gran parte, alla diminuzione dei bambini posti in adozione dovuta, soprattutto, a motivi politici e giuridici.

Trent’anni fa, pochi avrebbero previsto un precipitoso declino delle adozioni internazionali. Anzi, molti avrebbero scommesso su una loro crescita in conseguenza del forte aumento numerico dei bambini nei paesi poveri, della maggiore frequenza dei rapporti internazionali, dell’alto e crescente numero delle coppie senza figli nei paesi ricchi, e di una possibile velocizzazione delle pratiche di adozione. Ma così non è stato: negli ultimi venti anni le adozioni si sono ridotte in media del 90 per cento nei paesi (ad alto reddito) che forniscono statistiche attendibili. L’interpretazione di questo declino precipitoso è molto difficile, e va in controtendenza rispetto ad altri indicatori, tutti al rialzo, circa l’intensificarsi dei rapporti interpersonali, sia quelli “fisici” (l’aumento delle varie forme di mobilità), sia quelli virtuali per mezzo dei social. 

Le adozioni nel primo ventennio del secolo

Una preziosa base dati sulle adozioni internazionali è resa disponibile presso la Hague Conference on Private International Law (HCCH) e raccoglie i dati sulle adozioni internazionali di 25 paesi, la maggior parte europei, oltre a Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda e Israele1. Questi paesi avevano ricevuto in adozione 45.482 minori (in gran maggioranza bambini con meno di 5 anni) nel 2004 (primo anno disponibile) ridotti a 6.527 nel 2019 (-85,6%), e ridotti ulteriormente a 3.983 nel 2021 (-91,2%) anche a causa della pandemia. La Figura 1 mostra l’andamento per i cinque paesi col più alto numero di adozioni (nell’ordine, Stati Uniti, Italia, Spagna, Francia e Canada), che hanno ricevuto l’84,4% degli adottati; la tendenza continua al ribasso è identica (l’Italia ha segnato una breve ripresa nel 2008-11) nei 5 paesi. La Tabella 1, mostra le variazioni intervenute tra il 2004 e il 2019 (anno pre-pandemico) nei vari paesi, tutte con segno fortemente negativo (tra il -64,4% dell’Italia e il -93,2 della Spagna). Va segnalato però che il 2004 – anno d’inizio della serie – è stato un anno di picco delle adozioni, raddoppiate rispetto alle stime dei tardi anni ’90 (22.000 nel 1995), all’indomani della firma della Convenzione dell’Aja sulle Adozioni Internazionali. 

Nel periodo considerato, più della metà degli adottati sono arrivati da tre paesi: dalla Cina (23,2%), dalla Russia (13,3%) e dall’Etiopia (8,4%), seguiti da Guatemala (5,6%) e Colombia (4,8%) (Tab. 2). A partire dal 2000, le provenienze dalla Cina sono state le più numerose, ma nel 2020 e nel 2021 il Covid ha praticamente interrotto il flusso (appena 11 nel 2021, rispetto a 1.065 del 2019). La Russia che nella graduatoria delle provenienze era seconda o terza fino al 2016, non è più tra le prime 10 negli ultimi anni. L’instabilità della geografia delle provenienze è dovuta in buona parte ai mutamenti legislativi dei vari stati: ad esempio, a partire dal 2013, la Russia ha vietato le adozioni da parte di cittadini statunitensi; altri paesi hanno varato misure che disincentivano le adozioni internazionali a favore di quelle interne. 

Sulle cause del declino delle adozioni internazionali

C’è una carenza di analisi circa le ragioni della precipitosa caduta delle adozioni internazionali. C’è una convinzione comune tra gli osservatori del fenomeno che questa sia conseguenza non di una diminuita propensione delle coppie – o dei singoli là dove questo è consentito – ad adottare bambini provenienti da altri paesi, ma di un minor numero di bambini adottabili. In termini economici: la “domanda” resta più o meno invariata, ma è la “offerta” ad essere diminuita. Per quanto riguarda la “domanda” questa risulterebbe relativamente stabile (ma non è il caso dell’Italia); il costo, peraltro elevato, di un’adozione è tuttavia dilazionato nel tempo e inferiore a quello, ad esempio, della maternità surrogata. Infine la maggior parte delle domande proviene da persone e da coppie infertili, la cui proporzione rimane approssimativamente invariata nel tempo. L’offerta sarebbe invece diminuita, per una pluralità di motivi, a cominciare da quelli di natura politica. Gli schieramenti conservatori ritengono preferibili le adozioni nazionali e percepiscono quelle internazionali come una sorta di “cessione” di sovranità. Altri movimenti di opinione ritengono l’adozione una forma di violenza – anche se a fin di bene – nei confronti dei genitori biologici. Inoltre, la transizione demografica nei paesi poveri sta fortunatamente comprimendo il numero degli orfani e delle famiglie che – con meno figli a carico – li pongono in adozione. Lo squilibrio tra domanda e offerta si traduce in un aumento dei tempi tra il momento della domanda di adozione e quello in cui la domanda va a buon fine. La Figura 2 illustra, con riferimento all’Italia, la scansione di questi movimenti. 

Questioni irrisolte

Sembra proprio che le adozioni internazionali siano in via di estinzione. Uno studioso dell’argomento si è chiesto se questo sia un bene o un male per i bambini. “Certamente questo declino riflette una forte diminuzione dei bambini abbandonati. Però occorre domandarsi se il declino delle adozioni internazionali sia compensato da un aumento delle adozioni nazionali più favorevoli al benessere del bambino o se, invece, si accompagni a un aumento della istituzionalizzazione dei bambini”2. In questo caso, la sorte dei bambini sicuramente peggiorerebbe. Dal punto di vista dei paesi che adottano – come l’Italia – l’esaurirsi dei bambini adottabili all’estero potrà tradursi in un aumento del ricorso alle Tecniche di Riproduzione Assistita (ART), o a forme di Maternità Surrogata. Purtroppo le indagini sono rare e i dati frammentari, ma non c’è dubbio che è urgente porre rimedio a questo ritardo conoscitivo.

Note

1La base dati è raccolta da P. Selman, Global Statstics for Intercountry adoption: Recieving States and States of Origin, 2004-2021 e aggiornati al 20 gennaio 2023. La base dati è consultabile: a8fe9f19-23e6-40c2-855e-388e112bf1f5.pdf (hcch.net), presso HCCH, Hague Conference on Private International Law

 2Jean-François Mignot, Why is intercountry adoption declining worldwide, “Population et Société”, n. 519, Febbraio 2015

Fonti figure

Fonte figura 1: https://assets.hcch.net/docs/a8fe9f19-23e6-40c2-855e-388e112bf1f5.pdf.

Fonte figura2: 2pdf_report-2021adozioninternazionali_def_new.pdf (commissioneadozioni.it)

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