La popolazione d’Israele, attualmente di 9 milioni, dovrebbe raggiungere 13 milioni nel 2050. Orlando Miceli ricorda che a questa robusta crescita contribuisce l’altissima riproduttività della componente Ortodossa, destinata a costituire un terzo della popolazione del paese verso la metà del secolo. Gli Ortodossi sono diffidenti e reticenti verso l’establishment nazional-sionista, sono in gran parte esentati dal servizio militare, ponendo così a rischio la sicurezza del paese.
Lo sviluppo demografico dello Stato d’Israele ha una grande rilevanza politica: aveva poco più di un milione di abitanti alla sua nascita nel 1948, ma il paese si è irrobustito e tocca oggi i 9 milioni, destinati secondo le ultime proiezioni delle Nazioni Unite (variante media) a raggiungere i 10 milioni nel 2030 e i 13 milioni nel 2050. Una crescita notevole nei prossimi tre decenni, pari a un centinaio di migliaia di persone in più all’anno (1,3% sull’intero periodo). Questa crescita demografica non è affatto omogenea, e anzi vi sono notevolissime disparità fra le varie comunità socio-etniche israeliane di grande rilevanza politica e sociale.
La demografia degli ebrei ultraortodossi
Gli ebrei Haredim (comunemente noti come “ultraortodossi”) costituiscono una minoranza molto dinamica e proprio per questo influente sull’assetto del paese. La comunità Haredi conta oggi un 1 milione e 120 mila unità, si prevede che essa cresca con un tasso doppio rispetto a quello del resto della popolazione 1, data l’altissima fecondità delle donne che pur essendo in leggero calo rispetto ai decenni passati, fluttua ancora in prossimità dei 7 figli per donna, più del doppio dei 3.1 della media paese.
É inoltre degno di nota il fatto che entro il 2050 la comunità Haredi diventerà più numerosa della popolazione Araba del paese 2, e che un terzo degli Israeliani sarà Haredi poco oltre la metà del secolo.
Un rapporto rilasciato nel 2017 dal Consiglio economico nazionale, sotto l’egida dell’ufficio del Premier israeliano, aveva sottolineato la progressiva diminuzione del peso degli ebrei laici e non credenti e degli arabi cristiani(rispettivamente con 2,3 e 2 figli per donna)3; a ciò bisogna oltretutto sommare un fattore spesso poco discusso per quanto riguarda la natalità, ovvero la distribuzione delle nascite secondo l’età dei genitori.
Difatti, gli ebrei Haredim cominciano ad avere figli già da molto giovani, e il 45% delle nascite si concentra fra i 20 e i 30 anni d’età, una quota molto alta (che per gli arabi musulmani, pur con una natalità più bassa degli ortodossi, supera il 60%), mentre per gli ebrei laici solo il 25% delle nascite avviene nella stessa fascia di età.
Questo significa che le diverse generazioni di ebrei Haredim si susseguono più velocemente rispetto agli altri gruppi etnici, un fattore non secondario del loro rapido incremento, con rilevanti conseguenze politiche sul piano interno e geopolitico. Infatti, la quasi totalità degli ebrei Haredim dichiara di votare per partiti come Shas (partito conservatore) e Ebraismo della Torah Unito (ultraconservatore), essendo quest’ultimo quello di gran lunga più popolare. È qui importante sottolineare che Ebraismo Unito è un partito non sionista, e che difatti in tempi recenti non ha sostenuto le coalizioni di governo del partito nazional-liberale Likud di Netanyahu; ciò ha sicuramente avuto un ruolo nella crisi politica e nello stallo parlamentare, che da ormai due anni hanno paralizzato le istituzioni israeliane e hanno causato quattro elezioni anticipate.
I rapporti problematici tra Stato e Ortodossi
In generale, il rapporto che gli ebrei ultraortodossi hanno con le istituzioni israeliane è alquanto conflittuale; a seconda delle correnti interne agli Haredim, fra il 18% e il 45% di essi non si identifica con lo Stato di Israele 4, mentre la maggior parte degli uomini Haredim dedica la propria vita allo studio della Torah e non ha un vero lavoro né istruzione superiore, mentre coloro che studiano intendono comunque lavorare nelle proprie comunità di origine5. Gli Haredim si avvantaggiano inoltre di leggi israeliane ad hoc, che permettono a coloro che si dedicano allo studio della Torah di essere esenti dalla leva militare e gli garantiscono alcuni sussidi statali6; questo potrebbe portare ad un incremento della tensione fra società civile israeliana e ultraortodossi, visto che le tasse pagati in larga parte da ebrei laici vengono impiegate per sostenere comunità semi-segregate in perenne crescita e peraltro economicamente poco attive 7. Anche se le percentuali di giovani che lasciano le comunità Haredim di appartenenza non sono trascurabili, è difficile intravedere un grande cambiamento nel prossimo futuro 8.
Con la pandemia di Covid-19 SARS si è inoltre approfondita la faglia fra ultraortodossi e istituzioni; più del 60% degli ultraortodossi si fida delle indicazioni date dai rabbini più che di quelle dei medici per combattere il virus, mentre l’80% si è sentito discriminato per le restrizioni imposte alle cerimonie religiose, e la maggior parte non si fida della polizia, dei ministeri della salute e dell’economia. Quasi la metà non si fida assolutamente neanche delle forze armate.
Demografia e politica interna israeliana
Effettivamente è proprio il rapporto fra gli Haredim e il resto della società israeliana il fattore che potrebbe portare a gravi conseguenze geopolitiche per Israele; come già detto, molti Haredim sono scettici verso il sionismo, se non direttamente contrari all’esistenza dello Stato di Israele, anche se questo non gli impedisce di avvalersi dei vari benefici che esso gli offre. Il fatto che essi siano così influenti dal punto di vista elettorale, come già visto, rende difficile che le istituzioni israeliane vadano ad intervenire (anche coattivamente) per integrarli nel resto della società. Allo stesso tempo, la loro crescita numerica diventa sempre più problematica anche per la sicurezza di Israele stessa, visto che il modello israeliano di difesa si basa sostanzialmente sulla leva militare per mantenere un potenziale convenzionale sia offensivo che difensivo sufficiente alla deterrenza.
Recentemente, la Corte Costituzionale israeliana ha dichiarato incostituzionali l’esenzione dalla leva per gli ebrei Haredim, mentre è in corso di studio una riforma della coscrizione per obbligare tutti i cittadini a servire nelle forze armate, inclusi Haredim, mussulmani e cristiani (anch’essi ad oggi esenti). Questa riforma è tuttavia vista come praticamente inattuabile.
Già nel 2019, conteggiando solo minoranze arabe e Haredim, 3 milioni di abitanti dello Stato di Israele erano sollevati dall’obbligo di leva (circa il 30% della popolazione totale)9; senza entrare troppo nei dettagli delle proiezioni demografiche dei paesi arabi vicini ad Israele, basti rammentare che entro il 2030 l’Egitto dovrebbe raggiungere i 125 milioni di abitanti, l’Iraq i 52 milioni, la Turchia gli 89 milioni, e la Siria 30 milioni. Sotto il profilo demografico, Israele è piccola cosa rispetto al crescente mondo mussulmano circostante, e la sua crescita demografica viene soprattutto da comunità diffidenti o reticenti verso l’establishment nazional-sionista.
Note
1 AA. VV, Statistical Report on Ultra-Orthodox society in Israel, 2019. In: The Israel Democracy Institute.
2 Malach, G. & Cahaner, L. 2019 Statistical Report on Ultra-Orthodox Society in Israel: Highlights. In: IDI Articles, 24/12/2019.
3 Shvadron, D. & Abramzon, S. Regional Population Scenarios for the State of Israel 2015-2040. In: Prime Minister’s Office Report, 2017.
4 Cahaner, L. The Ultra-Orthodox Community on the Conservatism-Modernism Spectrum. In: IDI Articles, 31/05/2019.
5 Winer, S. Haredi population growing twice as fast as overall Israeli population — report. In: The Times of Israel, 31/12/2020.
6 Perry, D. The real threat to modern Israel. In: Atlantic Council MENASource, 18/03/2021.
7 Kalev, G. The Ultra-Orthodox Will Determine Israel’s Political Future. In: Foreign Policy, 17/04/2019.
8 Cfr. Lintl, Peter, The Haredim as a Challenge for the Jewish State, SWP Research Paper, 2020. Reperibile a:
9 Malach, G. & Cahaner, L. 2019 Statistical Report on Ultra-Orthodox Society in Israel: Highlights. Cit.