Per il sesto anno consecutivo il numero di nati e nate in Cina si è ridotto scendendo sotto gli undici milioni intensificando il processo di invecchiamento del paese. Patrizia Farina descrive alcuni dei provvedimenti che avrebbero dovuto contrastare il declino delle nascite.
Lo scorso marzo il premier del Consiglio di Stato cinese, Li Keqiang, di fronte ad una platea importante1 è tornato sui temi demografici ribadendo la necessità di migliorare l’assistenza alla sempre più numerosa popolazione anziana e di attivare misure di sostegno alla natalità.
L’esortazione non capita a caso. A parte la contrazione dei principali indicatori demografici ben evidenziati dagli esiti del Censimento 2020 di cui abbiamo già scritto nell’articolo “Uno due tre la politica cinese cambia ancora”, nel 2021 la Cina ha contato 10,6 milioni di nati, il numero più basso di sempre, e un incremento di 480 mila individui, un numero davvero esiguo considerando che la popolazione supera di poco il miliardo e 400 milioni.
Consapevole da tempo della contrazione della fecondità e dell’invecchiamento della popolazione, il governo cinese ha dapprima abolito la politica del figlio unico, ha varato in seguito quella dei due figli o figlie e più recentemente ha predisposto provvedimenti di stimolo delle nascite terzogenite2 .
Accompagnati dalla tipica mobilitazione che irradia dal governo nazionale a quello provinciale i provvedimenti hanno riguardato innanzitutto la revisione dei regolamenti restrittivi (o punitivi) in vigore, l’istituzione di “premi” per le famiglie che hanno con un terzogenito come, ad esempio, l’accesso preferenziale alla casa, l’iscrizione alle migliori scuole, l’assistenza medica gratuita, l’aumento dell’indennità di maternità e la gratuità delle spese di cura durante e dopo la gravidanza3.
Anche sul piano economico il governo ha previsto una serie di interventi mirati. I più rilevanti sono gli sgravi fiscali sul reddito delle famiglie fino al raggiungimento dei tre anni del o della terzogenita e gli investimenti nei servizi per l’infanzia. Il piano quinquennale 2021-2025 approvato nel novembre del 2020 prevede infatti che nel quinquennio vengano creati 4 milioni di asili nido anche con la collaborazione delle imprese statali o private, chiamate a fornire servizi per i dipendenti contro benefici fiscali. Altri vantaggi ai datori di lavoro sono riconosciuti se concedono adeguati congedi di maternità e parentali e di orari di lavoro flessibili al rientro dalla maternità.
Queste ultime misure hanno chiaramente il fine di attenuare gli effetti della doppia presenza delle donne che le penalizza anche nella competizione di carriera, particolarmente agguerrita nel paese con il tasso di occupazione femminile fra i più alti al mondo. Gli interventi sono orientati a dare pari opportunità alle donne nel mercato del lavoro, incoraggiando i datori di lavoro a non licenziare le madri, ad attenrsi a regolamenti di assunzione non punitivi per le donne, rendendo la maternità anche una loro responsabilità sociale.
A quasi due anni dall’avvio della politica di sostegno alla natalità corredata anche da messaggi che la considerano questione nazionale, l’ulteriore riduzione del numero di nati e nate nel 2021 sembra delineare il fallimento delle iniziative pro nataliste.
Tuttavia, oggi è difficile distinguere se siano stati inefficaci i provvedimenti o se le aspettative circa i loro effetti siano premature o, infine, se la pandemia ha causato la riduzione dato che l’apertura nei confronti del terzogenito è arrivata nel pieno di un periodo determinato dalle incertezze sanitarie ed economiche. Non per caso le giovani coppie hanno ritardato o rinunciato al matrimonio (calati del 12% rispetto al 2020). Ed è ancora più difficile valutare se la scommessa del governo di puntare sulle nascite terzogenite sarà vincente. D’altronde questa può essere una risposta a quanto già scritto su Neodemos circa la difficioltà di “infondere” in tempi brevi un modello familiare estraneo alle generazioni di figli e figlie uniche cresciute negli ultimi 30 anni. Si vedrà se il sostegno alle famiglie prolifiche, numericamente esigue, potrà arginare il declino.
Note
1 Alla quinta sessione del 13 congresso del Partito comunista cinese
2 Alcuni provvedimenti sono generici e quindi si ritiene siano estesi anche famiglie composte da due figli o figlie. Inoltre, ogni provincia è chiamata a prendere provvedimenti secondo la propria condizione demografica.
3 Ci si riferisce al documento redatto in occasione del varo del piano quinquennale di sviluppo 2021-2025 discusso nel 2020.
Per saperne di più
Olcott E., Cocco F., Baby bust: Pandemic accelerates fall in China’s birth rate in Financial Times, 19 aprile 2022
年我国人口增长48万, 低生育水平怎么看”?[ Che dire del basso livello di fecondità e la crescita di 480 mila unità nel 2021?] in 新华网17 gennaio 2022, http://www.news.cn/politics/2022-01/17/c_1128272028.htm [in cinese]
中共中央 国务院关于优化生育政策促进人口长期均衡发展的决定 [Provvedimenti del Comitato centrale del Partito comunista per l’ottimizzazionde delle politiche di sostegno della fecondità per lo sviluppo equilibrato della popolazione nel lungo periodo] in 人民网 20 luglio 2021 http://politics.people.com.cn/n1/2021/0721/c1001-32164014.html [in cinese]李克强 Likeqiang 政府工作报告, Relazione di Li Keqiang alla quinta sessione del Congresso nazionale del popolo, 5 Marzo 2022 in http://www.gov.cn/zhuanti/2022lhzfgzbg/index.htm [in cinese]