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Non ho l’età: affettività e sessualità degli anziani

“Non ho l’età”, cantata da Gigliola Cinquetti, vinse a Sanremo nel 1964. Dai primi di gennaio di quest’anno, con lo stesso titolo, la Rai manda in onda un programma dedicato all’amore degli over 70, i giovani degli anni sessanta. L’articolo di Vittorio Filippi ci offre una riflessione sull’amore e sulla sessualità tra gli anziani ben documentata da dati statistici.

L’invecchiamentodella popolazione e l’aumento della longevità hanno in effetti trasformato la società portando alla dilatazione dei tempi della terza e della quarta età. Alle trasformazioni demografiche se ne accompagna anche una di carattere culturale: il processo di giovanilizzazione degli anziani, che li porta ad assumere comportamenti, stili di vita, valori e mentalità più tipici degli adulti – se non addirittura dei giovani -, lontani da quelli assegnati agli anziani, dai tradizionali stereotipi.Le sfere dell’amore e del sesso, su cui nel passato cadeva il silenzio e la disapprovazione sociale (un satirismo, una “perversione” in quanto sessualità non riproduttiva), non sono esenti da questo processo di cambiamento.

Un insieme di indicatori – relativi a matrimoni, rotture coniugali, uso della rete, attività sessuale – permettono di cogliere oggi le dimensioni (spesso sottovalutate) dell’amore e del sesso tra gli anziani.

Matrimoni e rotture coniugali

Tra il 2008 e il 2015 si registra in Italia un calo del 21% del numero dei matrimoni(da quasi 247 mila a 194 mila in soli sette anni), ma la tendenza si invertese si considerano i soli matrimoni tardivi:tra sposi over 60 ed over 70. Nello stesso intervallo di tempo, infatti, per le donne sopra i 60 anni c’èun incrementodella propensione a sposarsi del 61%, mentre per gli uomini del 42.Anche dopo i settantala tendenza è analoga, dato che i matrimoni con la sposa ultrasettantenne sono cresciuti del 43% e quelli con lo sposo ultrasettantenne del 35%.

Questa crescita certamente è dovuta in parte alle nozze celebrate dopo una rottura coniugale (che si osserva molto frequentemente tra 40 e 50 anni) o una vedovanza.Tuttavia non si tratta solo di secondi matrimoni, dato che cresce anche la primo nuzialità tardiva: del 60% quella femminile e del 40 quella maschile (nel periodo 2002-2012).

Non sono solo i matrimoni a crescere, ma anche il numero delle separazioni e dei divorzi tardivi. Nel 2015 le separazioni sono state in totale quasi 92 mila e hanno riguardato per quasi il 10% donne e per quasi il 15% uomini con più di 60 anni. Non solo, nello stesso anno il 23% delle richieste di separazione riguarda matrimoni di lunga durata, contratti da 25 e più anni (nel 2000 erano solo il 13% del totale). La tendenza non è solo italiana: in Gran Bretagna gli over 60 che sperimenteranno il divorzio cresceranno nel prossimo ventennio del 41%.

E’ interessante osservare che i matrimoni tardivi ricorrono al rito civile anche in caso di prime nozze, andando controcorrente rispetto all’andamento dei matrimoni di celibi/nubili che si sposano prima dei 50 anni. Infatti i primi sono cresciuti dell’83% per le donne e del 79 per gli uomini, contro un incremento del 30% dei primi matrimoni sotto i 50 anni. Il dato sorprende e mette in discussione il consolidato stereotipo che descrive gli anzianiccome più religiosi e meno secolarizzati: va ricordato però che gli anziani di oggi sono stati i protagonisti del Sessantotto e della svolta libertaria degli anni Settanta.

Un’altra peculiarità della nuzialità tardiva riguarda l’età dei coniugi. Nei matrimoni che avvengono prima dei 50 anni, infatti, non ci sono forti differenzedi età tra maschi e femmine: la maggior parte dei casi prevede l’uomo più anziano della donna, ma la differenza di età non è molto alta. Nei matrimoni celebrati dopo i 50 anni, invece, i modelli di assortimento per età delle coppie sono assai diversificati. Quando lo sposo ha superato i 50 è quasi sempre più anziano della moglie, con una differenza di età che si aggira intorno ai dieci anni.A ruoli inversi, i casi in cui è la moglie ad essere più anziana rappresentano circa un terzo del totale, con una differenza di età di sei anni.

Anche tra i matrimoni misti per cittadinanza (il 12% del totale, ma in calo negli ultimi anni) la nuzialità tardiva pare in controtendenza. In molti casi sitratta dei matrimoni tra persone anziane e le loro badanti (che sono più di 800 mila e cresceranno del 25% al 2030): unioni che sono cresciute in maniera consistente negli ultimi anni, dato che l’Associazione avvocati matrimonialisti stima che siano circa il 10% di tutti i matrimoni misti (30 mila i 10 anni).

Rete, incontri, sentimenti, sesso

Il discorso sulla rete si declina in due aspetti. Il primo è quello degli incontri e delle conoscenze virtuali (il social dating). Gli anziani sempre più hanno le competenze per usare la rete anche in chiave amorosa, entrando così nella fruizione dei siti specializzati nell’incontro online di persone che cercano una relazione affettiva o solamente sessuale. Può essere paradigmatico il caso diClub 50plus, il principale sito di incontri per adulti in Europa, nato nel 2005 ed arrivato in Italia cinque anni fa: su un totale di mezzo milione di utenti, nel nostro Paese si contano oggi più di 40 mila iscritti. Rispetto alle piattaforme generaliste di incontri per tutte le età, utilizzate solo per cercare velocemente una storia di sesso o incontri disimpegnati, i social per la terza età hanno la peculiarità di essere meno “aggressivi”. Il citato Club 50plus, in questo senso, si pone come modello, poiché riesce a far sentire l’utente come appartenente ad un gruppo discreto ed esclusivo, dove cercare persone con le stesse passioni oppure della propria zona. I social dating presentano una fruizione semplice ed immediata: si selezionano l’età, la professione, gli hobby, la scolarità e la presenza di eventuali figli; ma soprattutto si deve dichiarare il tipo di rapporto che si desidera: semplice amicizia, amore o incontri occasionali. Attraverso l’incrocio di queste variabili il sistema offre una vasta scelta di profili affini e potenzialmente interessanti da approfondire. Ancora: dei 450 mila utenti italiani iscritti ad AshleyMadison.com, sito della ricerca extra-coniugale, oltre 100 mila hanno più di 50 anni. Negli Stati Uniti il 12% della fascia di età 55-64 anni (percentuale raddoppiata in soli tre anni) ricorre a siti di incontri in rete o usa app dedicate nel telefonino. L’altro lato della medaglia è però quello delle romance scam, le truffe sentimentali fatte attraverso l’anonimato della rete, in cui le vittime sono spesso donne sole tra i 40 e i 60 anni.

Il secondo aspetto della rete è quello della fruizione pornografica. Qui è sufficiente dire solo che secondo i dati di Pornhub, uno dei siti porno più grandi al mondo, la categoria “old/young” è quella su cui gli utenti trascorrono più tempo ed è anche la categoria più visitata dagli anziani. Il Giappone, l’Italia e la Germania – con coerenza demografica – sono i paesi in cui l’età media di frequentazione del sito è più alta al mondo. In particolare in Italia l’8% dei fruitori è nella fascia dei 55-64 anni mentre il 7% (due punti in più della media mondiale) ha più di 65 anni (solo il Giappone ci supera con il 13 e 9% rispettivamente, et pour cause). E “Mature” è la categoria più ricercata nel sito dagli italiani.

La sessualità degli anziani: cambio di paradigma

L’attuale letteratura scientifica offre numerose pubblicazioni su questa tematica:una ricerca dell’università di Manchester, condotta su 7 mila persone di entrambii sessi dai 50 anni in su, evidenzia che il 54% degli uomini e il 31% delle donne oltre i 70 anni sono sessualmente attivi e che sopra gli 85 anni un quarto degli uomini e il 10% delle donne conservano la loro vita sessuale.Gli italiani non sono da meno: uno studio del Censis del 2000 dice che in Italia sono sessualmente attive il 73% delle persone tra i 61 e i 70 anni ed il 39% di quelle oltre i 71.

Tre fattori incidono sulla riscoperta della sessualità ad età anziana: una indubbia longevità accompagnata da migliori condizioni di salute, una cultura che enfatizza la soddisfazione sessuale dilatandola ormai a quasi tutte le fasi della vita senza moralismi o preclusioni, il ruolo dei farmaci detti erettogeni. I diversi marchi di commercializzazione del Sildefanil – sette milioni di compresse vendute in Italia ogni anno – indicano una pratica diffusa che pone i farmaci erettogeni al terzo posto per volumi di spesa tra i farmaci acquistati privatamente.

Il rischio oggi sta nell’eccesso opposto. E cioè che dalla cultura dell’anziano “asessuato” si passi ad una cultura del sesso tardivo che enfatizzi e pretenda performance ed efficienza, prendendo meccanicamente a confronto i comportamenti dei giovani. In tal caso la liberazione sessuale dell’anziano, la sua ritrovata giovanilizzazione dei sensi e degli affetti si porrebbe come un nuovo obbligo sociale fonte di stress e di illusioni più che di piacere e di emancipazione. In realtà la inedita sessualitàdella coppia anziana (in salute) non è un minus, non è deficitaria rispetto a quella giovane, ma è diversa,altra e – per alcuni versi –perfino più ricca.

Fonti bibliografiche

  • Capodieci S., Eros e affettività in età avanzata, “Rivista di Sessuologia”, 2, Luglio-Dicembre 2017
  • Franklin B., Creighton H., The rise and rise of silver separator, November 2014
  • Istat, Matrimoni, separazioni e divorzi, 14 novembre 2016
  • Lee D.M., Nazroo J., O’Connor D.B., Blake M., & Pendleton N., Sexual Health and Well-being Among Older Men and Women in England: Findingsfrom the English Longitudinal Study of Ageing, “Archives of Sexual Behavior”, 45(1), pp. 133-44, 2016
  • Melloni A. M. (a cura di), Amare ad ogni età, Centro Studi 50&Più, 2017
  • Ongaro F., Matrimoni tardivi, questi sconosciuti, “Neodemos”, 29 settembre 2015
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