L’università italiana soffre di alcuni problemi quasi cronici, tra cui spiccano il ritardo nel conseguimento della laurea e l’abbandono degli studi. Ma i valori medi non devono farci dimenticare che esistono differenze anche profonde tra atenei, e, all’interno di uno stesso ateneo, tra studenti e tra corsi di laurea. Per capire meglio come stanno le cose, approfondiamo il caso dell’Università di Padova.
I percorsi universitari degli studenti padovani
A partire dai dati amministrativi è stato possibile ricostruire il percorso universitario di 32.358 studenti immatricolati nelle lauree triennali dal 2002/03 al 2005/06 (cfr. Zago et al., 2014). Gli studenti sono stati “seguiti” per un periodo massimo di 5 anni, fino alla laurea o all’abbandono degli studi presso l’ateneo patavino. Meno di metà (47%) ha ottenuto la laurea nel Corso di prima immatricolazione, nel periodo considerato; il 23% ha lasciato gli studi; il 21% risultava, a 5 anni dall’immatricolazione, ancora iscritto senza aver ottenuto la laurea, e dunque in “ritardo” rispetto ai tempi previsti; il 9% aveva cambiato corso di laurea. Queste percentuali, come mostra la fig.1, variano per area scientifico-didattica: ad esempio, le percentuali di laureati sono più alte nei Corsi di area sanitaria e gli abbandoni sfiorano il 30% nei Corsi di area umanistica, dove particolarmente elevati sono anche i ritardi.
Chi sono gli studenti con i percorsi di successo?
Oltre agli esiti dei percorsi universitari degli studenti, gli archivi amministrativi contengono anche informazioni sulle caratteristiche individuali degli studenti e sulla loro istruzione secondaria. È stato così possibile esaminare i fattori individuali associati ai diversi esiti universitari.
La tab. 1 riporta la proporzione di ciascun esito per ogni sottogruppo definito dalle caratteristiche degli studenti e della loro precedente esperienza scolastica. Si vede che le studentesse hanno percorsi migliori dei colleghi maschi; gli italiani presentano carriere più regolari e con più alte percentuali di laureati rispetto agli stranieri; mentre non si notano forti differenze a seconda della residenza. Gli studenti che si immatricolano subito dopo la scuola superiore mostrano più basse percentuali di abbandoni e più alte percentuali di laureati. Inoltre chi proviene dai licei e ha carriere scolastiche regolari ha avuto percorsi migliori e chi ha conseguito voti di maturità più alti si è più spesso laureato nei tempi previsti. Questi risultati sono confermati in tutte le aree scientifico-didattiche, anche in analisi multivariate che tengono conto, contemporaneamente, delle varie caratteristiche (cfr. Clerici et al., 2014).
Quali caratteristiche dei corsi di laurea favoriscono percorsi migliori?
La tab. 2 mostra le percentuali di studenti con diversi esiti universitari a seconda di alcune caratteristiche del Corso di laurea: gli studenti immatricolati in Corsi a numero chiuso e con frequenza obbligatoria presentano carriere migliori, con più basse percentuali di abbandoni e ritardi, e più alte proporzioni di laureati. La dimensione dei Corsi e la percentuale di studenti lavoratori non sembrano, invece, avere forti ripercussioni sugli esiti degli studenti (per analisi più dettagliate che tengono conto contemporaneamente di tutti i fattori individuali e di tutte le caratteristiche del Corso di laurea, si veda Meggiolaro et al., 2013).
Alcune considerazioni finali
I risultati di questo studio sembrano suggerire la possibilità e forse l’opportunità, di alcuni interventi per migliorare i percorsi universitari. Occorrerebbe innanzi tutto focalizzarsi sugli studenti “a rischio”, che abbiamo visto essere, prima di tutto, quelli che hanno avuto un percorso di scuola superiore “debole” (con episodi di bocciatura, o con basso voto all’esame di stato). Dovrebbero essere predisposte attività e servizi di supporto fin dall’inizio degli studi, non escludendo di scoraggiare o reindirizzare carriere destinate al fallimento. Inoltre, si dovrebbero tenere in considerazione anche le caratteristiche del Corso di studio, e gli interventi di contrasto all’insuccesso andrebbero differenziati e tarati sulla specificità di essi, oltre che sulle caratteristiche individuali degli studenti.
Clerici, R., Giraldo, A. e Meggiolaro, S. (2014). The determinants of academic outcomes in a competing risks approach: Evidence from Italy. Studies in Higher Education, doi: 10.1080/03075079.2013.878835
Meggiolaro, S., Giraldo, A. e Clerici, R. (2013). A multilevel competing risks model for analysis of university students’ careers: Evidence from Italy. Working Paper Series, Padova, Department of Statistical Sciences, University of Padova, 9, pp. 1-20.
Zago G., Giraldo A., Clerici R. (eds.) (2014). Successo e insuccesso negli studi universitari. Dati, interpretazioni e proposte dall’Ateneo di Padova, Il Mulino, Bologna.