Qual è il contributo dei nonni all’organizzazione della vita delle famiglie con bambini? Qual è l’effetto del loro aiuto con i bambini sulle decisioni prese all’interno della famiglia? Essere aiutati dai nonni può essere così determinate nell’alleggerire i costi di avere un figlio (di tempo, fatica, risorse economiche), da incentivare la nascita di un altro figlio?
Un confronto tra i nonni europei
Basandoci sui dati provenienti dallo studio SHARE (The Survey of Health, Ageing and Retirement in Europe – http://www.share-project.org/) che coinvolge persone di età maggiore ai 50 anni in molti paesi europei, è evidente come il fenomeno “nonni”, non sia una caratteristica solo dei paesi del sud Europa, come ci si potrebbe aspettare: anche in paesi come Austria, Francia, Germania, e persino Svezia e Danimarca, una grande percentuale dei nonni si prende cura dei propri nipoti almeno una volta a settimana. Quando si guardano invece le percentuali dei nonni che curano i nipoti quotidianamente, si osserva che queste sono molto più alte in Italia, Spagna e Grecia rispetto al resto d’Europa, sottolineando come in questi paesi i nonni siano spesso l’unica soluzione disponibile per la cura dei figli.
Fonte: Elaborazioni su dati SHARE
L’aspetto più interessante di questi dati è che permette di osservare il comportamento di tutti i membri della famiglia allargata: nonni, genitori, zii e nipoti, poiché gli intervistati (i nonni) rispondono a domande su sé stessi, ma anche sui tutti i loro figli ed eventuali nipoti.
In particolare si può osservare come il comportamento dei nonni nella prima wave (2004), cioè se curano o no qualcuno dei loro nipoti, ha un effetto sulle decisioni di fecondità dei loro figli, cioè se questi ultimi hanno o no un altro bambino entro la seconda wave (2006). Siamo quindi in grado di rispondere alle seguenti domande: se i nonni aiutano il figlio A, il figlio A avrà maggiori probabilità di avere un figlio, nei successivi due anni? E cosa farà il figlio B non aiutato?
Aiuto dei nonni = più figli
I risultati suggeriscono che se i nonni aiutano nella cura dei nipoti, tutti i figli-genitori hanno più probabilità di avere un figlio, ma solo se il bambino che i nonni stanno curando ha più di tre anni. Se il bambino è ancora piccolo (e quindi più ‘impegnativo’), il genitore aiutato non ha una probabilità più alta di avere un altro bambino e diminuisce anche contestualmente la probabilità del fratello (lo zio) di avere un secondo figlio. Questo ultimo genitore aspetta che il nipote raggiunga un’età maggiore (quando potrà andare all’asilo o a scuola) in modo che i nonni si liberino e possano poi badare a un loro nuovo nato. Questo dimostra che poter contare sull’aiuto dei nonni è una determinante importante della scelta di avere un figlio, e i risultati sono particolarmente forti nei paesi dell’Europa del sud (Italia, Spagna e Grecia), dove c’è poca disponibilità di asili nido pubblici e poca flessibilità del mercato del lavoro e dove quindi i nonni diventano spesso l’unica soluzione per la cura dei figli. Ma in questi paesi, dove non c’è alternativa all’aiuto dei nonni, il risultato sulla fecondità totale può essere alla fine negativo! Infatti, gestire più nipoti piccoli allo stesso tempo non è fattibile, e inoltre alcuni (potenziali) genitori possono non avere i nonni a disposizione, perché malati o troppo vecchi o perché ancora nel mercato del lavoro, e questo potrebbe ancora più influire negativamente sulla scelta di avere un figlio.
I limiti di un childcare familiare
Questa ricerca dimostra come i nonni siano una risorsa importante, ma evidenziano già dei limiti se si considera come unica o prevalente attività di cura. Inoltre se i nonni sono l’unica possibilità per la cura dei figli, ed esistono poche altre alternative pubbliche, siamo di fronte a una sorta di diseguaglianza sociale, dove solo chi ha i nonni disponibili è in grado di raggiungere le proprie intenzioni di fertilità, gli altri sono costretti o a rimandare la nascita di un figlio, in attesa di circostanze economiche più favorevoli o addirittura ad avere meno figli di quelli che desidererebbero.
Per saperne di più
Aassve, A., Meroni E. and Pronzato C. 2011. “Grandparenting and childbearing in the extended family”. Dondena Working Paper N.38