Forse non tutti sanno che l’Italia è uno dei paesi leader nelle adozioni internazionali[1], seconda soltanto agli USA. Nel corso del 2009, per esempio, le coppie italiane hanno adottato quasi 4 mila minori.
E il trend?
Se si rivolge l’attenzione al trend delle adozioni si possono trarre conclusioni più significative. In primo luogo se si confrontano le adozioni nazionali con quelle internazionali nel periodo 2001-2009 si può notare che quelle internazionali hanno avuto un andamento complessivamente crescente (da 2 a 4 mila) mentre quelle nazionali sono rimaste approssimativamente costanti (poco meno di 2 mila) salvo piccole oscillazioni (Figura 1).
In secondo luogo un raffronto del trend delle adozioni internazionali dell’Italia con quello di un gruppo selezionato di paesi permette di constatare che l’Italia (in crescita) si dimostra in controtendenza rispetto ad essi (in calo) (Figura 2). I paesi in questione sono quelli che presentano i tassi di adozione internazionale più elevati (numero di adozioni per 100 mila abitanti),: Svezia, Spagna, Danimarca, Norvegia, Canada, Svizzera, Francia, Islanda e USA.
Le regioni italiane
Come si distribuiscono le adozioni internazionali tra le regioni italiane?. A prima vista, guardando semplicemente al numero di minori adottati in ciascuna regione, si potrebbe concludere che le regioni del nord e del centro sono quelle più attive, visto che accolgono circa il 70% delle adozioni internazionali. Tuttavia, è bene relativizzare i dati per capire meglio le differenze territoriali. Il denominatore forse più appropriato è dato dal numero delle coppie che possono effettivamente accedere all’adozione di un minore[2]: di conseguenza, si possono rapportare le adozioni al numero di donne coniugate nella fascia di età 25-49 anni (dati facilmente disponibili sul sito http://demo.istat.it/). I risultati di questi calcoli, per gli anni 2007-2009 sono riportati nella tab. 1.
Come si vede, le regioni del centro-nord adottano effettivamente di più, anche se con eccezioni: Piemonte e Valle D’Aosta, ad esempio, occupano gli ultimi posti della graduatoria, mentre Toscana e Liguria si collocano ai primi posti.
Possibili spiegazioni
Perché le adozioni internazionali sono in crescita in Italia, mentre altrove calano? E perché le regioni italiane presentano tassi molti differenziati tra loro (dal semplice al triplo)?. Come sempre accade con i fenomeni sociali, nessuna spiegazione “semplice” appare convincente. Non sembra esserci una relazione, ad esempio, con il numero medio di figli per donna (il tasso di fecondità totale, o TFT; tab. 1, colonna 2): ad adottare maggiormente non sono né le regioni più feconde né quelle meno feconde. Non fornisce una chiave di lettura neanche il reddito medio della popolazione (colonna 3): ad adottare di più non sono né le regioni più ricche – e sì che l’adozione internazionale costa cara! – né quelle più povere.[3]
La correlazione è più stretta con la presenza sul territorio di organizzazioni attive nell’ambito delle adozioni internazionali (colonna 4), ma in questo caso qual è la causa e qual è l’effetto? E’ normale che nelle regioni in cui le coppie sono più interessate alle adozioni internazionali vi sia anche un maggior numero di organizzazioni autorizzate a supportarle nel percorso adottivo. In questo caso il desiderio di adottare è la causa e il numero di strutture è l’effetto.
Insomma, le cause profonde di quel che sta avvenendo in questo campo non sono ancora chiare. Ma si tratta comunque di un fenomeno di grande rilevanza sociale, demografica ed economica, in crescita, che merita di essere meglio conosciuto e approfondito.
Tabella 1 – Regioni ordinate in base a 4 diversi criteri: Tassi di adozione (1), TFT (2), Reddito pro capite (3), Frequenza relativa di enti abilitati a seguire pratiche di adozione internazionale (4) – anni 2004-2009
Note: Sono evidenziate, a titolo di esempio, tre regioni, con tassi di adozioni alti (Toscana), bassi (Valle d’Aosta) e medi (Trentino Alto Adige).
1) Anni 2007-2009. Media calcolata in rapporto al n. di donne coniugate di età 25-49. Fonte: Commissione per le adozioni internazionali (www.commissioneadozioni.it), Ministero della giustizia – Direzione generale di statistica (http://giustiziaincifre.istat.it) e Istat (http://demo.istat.it/).
(2) TFT del 2004; Fonte: Istat (http://demo.istat.it/)
(3) Reddito medio netto annuo nel 2007; Fonte: elaborazione su dati ISTAT “Indagine sulle condizioni di vita” (http://dati.istat.it/)
(4) Sedi degli enti autorizzati al 31/12/2009 in rapporto alle donne coniugate di 25-49 anni.