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2007: l’anno del baby boom mancato

Con la Nota informativa pubblicata lo scorso 7 febbraio, l’Istat ha reso disponibili le “stime anticipatorie dei principali indicatori demografici” per l’anno 2007 (www.demo.istat.it).
Solo pochi mesi fa, a partire dai dati sulle nascite nel mese di settembre in vari ospedali di Milano, leggevamo sui giornali titoli e commenti del tipo “nuovo baby boom”, “la riscossa della maternità”, “nuova tendenza: il ritorno della voglia di far figli”. Ma, fin dall’inizio, il baby boom rischiava di rivelarsi “effimero” a ben guardare i dati (articolo di Del Boca e Rosina “L’effimero boom delle nascite”), e le stime ora disponibili a livello nazionale e regionale dissolvono le ultime residue illusioni. Il 2007 non è stato, in fin dei conti, un anno particolarmente prolifico per il nostro paese, tanto che il valore del numero medio di figli per donna (1,34) si pone al di sotto del trend di continua crescita dal minimo del 1995 ad oggi. Non solo, infatti, rimaniamo uno dei paesi occidentali nei quali si fanno meno figli, ma, secondo le stime Istat appena pubblicate, avremmo addirittura fatto un leggero passo indietro rispetto al 2006 (1,35).
E’ vero però che nell’Italia centro-settentrionale l’evoluzione complessiva dell’indicatore congiunturale di fecondità rimane positiva (Figura 1). Viceversa il Sud conferma il percorso di continuo declino. Il valore di 1,30 figli per donna registrato nel 2007 è in assoluto il più basso nella storia del Mezzogiorno, e rende tale area una delle meno prolifiche dell’Europa occidentale.
Se ci confrontiamo con altri importanti paesi europei, il nostro maggior invecchiamento relativo non è tanto dovuto alla crescita dei livelli della speranza di vita (arrivati a 78,6 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne), comparabili con quelli svedesi e francesi, ma proprio alla nostra particolarmente (e sempre più cronicamente) bassa fecondità.
Se c’è una nota positiva, in termini di contrasto al declino e all’invecchiamento, essa viene soprattutto dall’effervescenza delle dinamiche migratorie (articolo di Gesano “l’aiutino”). Con tutti i nostri problemi e le difficoltà a far figli, per fortuna ci sono almeno i paesi più poveri che ci danno una mano.
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