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Si sta aprendo una fase buona per trovar marito in Italia?

La distribuzione della popolazione nelle età in cui si formano comunemente le coppie risente strettamente (grazie ad una mortalità giovanile molto bassa) dell’andamento passato delle nascite. Come è noto, il nostro paese ha conosciuto una riduzione repentina della natalità (si è scesi da oltre 850 mila nati nella prima metà degli anni Settanta, a circa 550 mila nella seconda metà degli anni Ottanta). Il declino numerico delle generazioni più giovani incide ovviamente su entrambi i sessi, ma ha effetti opposti sul mercato matrimoniale, penalizzando gli uomini e favorendo le donne.
Vediamolo numericamente facendo riferimento ai dati del 2006 (Tabella 1).

Tabella 1. Popolazione italiana per sesso, in riferimento ad età e generazione di appartenenza

Anno nascita
(appross.)
Età al 2006
Uomini
Donne
Totale
1981
25
348807
338369
687176
1980
26
364469
353667
718136
1979
27
387691
375954
763645
1978
28
401819
392060
793879
1977
29
423333
412225
835558
1976
30
445957
435719
881676
1975
31
466783
456068
922851
1974
32
466348
455808
922156
1973
33
472267
461186
933453
1972
34
478125
468849
946974
1971
35
474589
464420
939009
1970
36
487933
477466
965399
1969
37
483967
472805
956772
1968
38
485320
478036
963356

Fonte: http://www.demo.istat.it/


Se si confrontano i pari età, si nota una prevalenza degli uomini sulle donne, per il fatto che nascono un po’ più maschi e che prevale leggermente, nelle classi più giovani, proprio la componente maschile tra gli stranieri presenti nel nostro paese. Se ad esempio consideriamo il rapporto tra popolazione maschile e femminile a 35 anni otteniamo 102,2 uomini ogni 100 donne, mentre si sale a 103,2 a 25 anni (ovvero più giovane è l’età e maggiore è la presenza maschile rispetto a quella femminile). Ciò vuol dire che aumenta la competizione maschile nel trovare una partner, e per converso, aumenta (in termini quantitativi) l’offerta di uomini per le donne. Ma la carenza femminile rispetto a quella maschile si accentua notevolmente se si tiene conto del fatto che la differenza di età delle coppie è in media di 3 anni (si veda ad esempio Fraboni, 2004). Si può notare allora come le combinazioni con l’uomo più vecchio di tre anni risultino ancor più penalizzanti dal punto di vista maschile rispetto agli assortimenti tra coetanei. Ad esempio (Figura 1) nel caso di lei 35enne e lui 38enne ad ogni 100 donne corrispondono 104 uomini. Anche qui, poi, passando alle generazioni più giovani lo squilibrio si inasprisce ulteriormente: nella combinazione tra lui 33enne e lei 30enne ci sono 108 maschi ogni 100 femmine; se poi si considera l’assortimento tra un 28enne e una 25enne si sale a ben 119 uomini ogni 100 donne (una ”eccedenza” praticamente pari ad uno su cinque)!
Il fatto che le generazioni via via più giovani siano meno consistenti come conseguenza della bassa natalità, penalizza quindi, nel mercato matrimoniale, la popolazione maschile e favorisce quella femminile. Le donne, “pescando” il partner dalle generazioni mediamente più vecchie di qualche anno, trovano, infatti, più uomini rispetto ai coetanei, mentre il contrario accade per gli uomini.
Si sta quindi aprendo una fase buona per trovar marito in Italia, mentre, viceversa, sempre più uomini potrebbero essere destinati a rinunciare a trovare l’anima gemella o a cercarla fuori confine.

Per saperne di più
http://demo.istat.it/altridati/matrimoni/index.html

Fraboni Romina (2004) "Dynamics of nuptiality and the marriage market in Italy", Genus, vol. 60, n 3-4, p. 37-70.

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