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Gli immigrati e le casse dei comuni

Le variazioni della popolazione residente in Italia degli ultimi anni sono dovute quasi esclusivamente all’arrivo degli stranieri dall’estero. Gli stranieri non votano, ma i loro effetti amministrativi non sono trascurabili: la distribuzione dei contributi dallo Stato ai Comuni ne è un esempio.
L’ammontare e la composizione della popolazione residente sono due variabili essenziali ai fini del calcolo dei trasferimenti economici dallo Stato ai Comuni. Sono previste infatti due tipologie di contributi ordinari per i Comuni con meno di 5.000 abitanti, in base all’art.1 c. 703 L. 296/06 e successive modifiche (art 2 c.10 L. 244/07 e art. 2 C. 40 L. 203/08). Il primo contributo (per un ammontare complessivo di 45 milioni di Euro nel 2009) è riservato ai Comuni nei quali la percentuale di ultrasessantacinquenni è superiore a una certa soglia (più del 25% della popolazione complessiva). Il secondo contributo (per un ammontare complessivo di 81 milioni di Euro sempre nel 2009) viene invece attribuito ai Comuni nei quali la percentuale di bambini al di sotto di 5 anni sia superiore al 4,5% del totale (in passato tale percentuale era del 5%).
 
I contributi ai Comuni piccoli e con molti anziani
 
I 45 milioni di Euro per gli anziani sono stati assegnati per il 2009 (con riferimento alla popolazione residente al 01.01.2008) a 2.005 Comuni, distribuiti prevalentemente nel Centro-Nord (Figura 1). Il contributo medio si assesta a circa 22.500 Euro per Comune, ma in alcune realtà esso si aggira attorno ai 100.000 Euro, come nel caso di Campione d’Italia (CO), Scansano (GR), Licciana Nardi (MS). Si trovano però nel Sud i due Comuni dove il contributo risulta più elevato in assoluto: San Fele (PZ) con 110.000 Euro e Castiglione di Sicilia (CT) con 130.000 Euro.
La cosa rilevante è che è possibile simulare cosa sarebbe successo alla popolazione residente in tutti i comuni d’Italia se il numero degli stranieri non fosse cambiato, tra il 2002 e il 2008 (“Gli immigrati e il sistema elettorale” Silvestrini & Valentini). Ebbene, in questo scenario ipotetico, altri 372 Comuni avrebbero potuto beneficiare del contributo, causando una redistribuzione del totale, che qui per semplicità supporremo fisso, e quindi una diminuzione del contributo medio per comune.
In questa specifica circostanza, infatti, l’incremento della popolazione complessiva causato dagli stranieri risulta penalizzante: 61 realtà locali perdono il contributo perché viene superata la soglia dei 5.000 abitanti; e altri 311 Comuni, che pure rimangono sotto la soglia, lo perdono perché gli stranieri, mediamente più giovani degli italiani, fanno sì che la quota di anziani rispetto alla popolazione complessiva scenda al di sotto del 25%. L’effetto paradosso della disposizione legislativa è che laddove ci sono molti anziani, e di conseguenza molti stranieri addetti ai servizi di cura, la popolazione “ringiovanisce” e perde il diritto al contributo! Si noti, per curiosità, che in una unica circostanza l’incremento degli stranieri fa sì che un Comune che in base ai dati del Censimento 2001 non avrebbe avuto diritto al contributo, lo abbia acquisito. E’ il caso di Airole (in provincia di Imperia), dove circa il 10% dei 460 abitanti è composto da stranieri ultrasessantacinquenni.
 
I contributi ai Comuni piccoli e con molti bambini
 
Gli 81 milioni di Euro di contributo destinati ai Comuni con meno di 5.000 abitanti, che hanno una percentuale di bambini da 0 a 4 anni superiore al 4,5% al 01.01.2008 sono stati allocati tra 2.103 Comuni (mediamente 38.500 Euro per Comune), la metà dei quali si trova nel Nord-Ovest. In diversi casi come quelli di Brembilla e di Pontirolo Nuovo (in provincia di Bergamo), il contributo supera i 100 mila Euro. Il Comune cui va la somma più elevata è però quello di Valdidentro (in Provincia di Sondrio), che riceve 330 mila Euro per i suoi 4.029 residenti (di cui 210 unità al di sotto dei 5 anni), quasi 1.600 Euro per bambino.
In questo caso l’incremento della popolazione straniera tra il 2002 e il 2008, e in particolare dei bambini stranieri, fa sì che 347 Comuni in più riescano a rientrare nei parametri di legge. E’ infatti la giovane struttura per età della popolazione immigrata (con un rilevante numero di figli) che fa salire la popolazione in età 0-4 anni al di sopra del 4,5% (Figura 2).
In alcuni casi, però, questo effetto strutturale positivo è annullato dal fatto che l’incremento degli stranieri fa anche salire la popolazione complessiva, e la porta, talvolta, oltre la soglia dei 5.000 abitanti, che è quella oltre la quale non è più possibile ricevere i contributi: questo avviene in ben 61 casi.

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori ma non coinvolgono l’Istituzione di appartenenza

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