Le campagne di sensibilizzazione e i tragici eventi recentemente accaduti hanno spinto molte donne a trovare il coraggio di chiedere aiuto contro la violenza, anche attraverso il numero 1522. Questo articolo vuole essere un invito a riflettere su come trasformare l’attenzione di un solo giorno in un cambiamento culturale duraturo.
Il numero 1522 è il servizio nazionale antiviolenza e stalking, attivo in Italia dal 2006 ed istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità con l’obiettivo di sviluppare un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza a danno delle donne, offrendo loro supporto immediato e assistenza 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.
L’impatto del 25 novembre sulle richieste di aiuto
La Figura 1, mostra la serie storica delle chiamate giornaliere al numero 1522 durante il mese di novembre, dal 2018 al 2023.

Ogni anno, le linee telefoniche del servizio 1522 registrano un picco di chiamate in cor- rispondenza del 25 novembre, data che coincide con la Giornata internazionale per l’eli- minazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di combattere la violenza di genere.
Dai dati emerge chiaramente che la copertura mediatica e le campagne promosse in occa- sione di questa giornata accendono i riflettori su un problema che troppo spesso rimane sommerso, incoraggiando molte donne a cercare aiuto.
Tuttavia, il concentrarsi delle chiamate in questa data simbolica, non solo conferma l’efficacia dell’iniziativa nel raggiungere risultati concreti, ma solleva anche una questione su cui è importante interrogarsi: molte donne sembrano trovare il coraggio o la spinta per chiedere aiuto solo quando il tema viene posto in primo piano a livello sociale e mediatico.
Il caso di Giulia Cecchettin
Al di là della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nei restanti giorni si osservano andamenti più stabili o con picchi meno pronunciati tran- ne nel 2023, il quale registra un aumento marcato delle chiamate già da qualche giorno prima rispetto agli anni precedenti. La crescita inizia già intorno al 18 novembre, data che corrisponde al giorno in cui è stato ritrovato il cadavere di Giulia Cecchettin, morta per dissanguamento dopo numerose coltellate provocate dall’ex partner.
L’omicidio della studentessa ventiduenne ha scosso profondamente l’opinione pubblica, suscitando indignazione e un’ondata di commozione, dolore e rabbia che ha coinvolto tut- ta Italia, dove si sono tenute diverse manifestazioni pubbliche con la partecipazione di migliaia di persone. Il tragico evento ha acceso un ampio dibattito sul tema del femmini- cidio, portando molte donne ad immedesimarsi nella storia della ragazza e alimentando, così, non solo un senso di paura, ma anche una consapevolezza sull’urgenza di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.
È dunque sorprendente come il numero di chiamate al 1522 sia fortemente influenzato da eventi mediatici, siano essi positivi, come le campagne di sensibilizzazione legate al 25 novembre, o tragici, come il caso di Giulia Cecchettin.
Ancor più sorprendente è come nel resto dell’anno, ci sia una barriera psicologica, culturale o pratica che ostacola le donne nel compiere questo passo.
Gli effetti del 25 novembre sulle chiamate, infatti, svaniscono in fretta già a partire dai giorni successivi e ancor di più nel mese di dicembre.

L’effetto delle festività natalizie sulle chiamate al 1522
Ad eccezione del 2023, che è rimasto più a lungo segnato dal caso di Giulia a causa delle numerose manifestazioni che si sono prolungate nel tempo, il mese di dicembre subisce un drastico calo delle chiamate.
È interessante notare come i valori più bassi si presentano intorno alla fine del mese, in particolare nei giorni 25, 26 e 31 dicembre. In questo periodo, con la maggiore permanen- za in casa dovuta alle festività, ci si potrebbe aspettare un’intensificazione delle tensioni familiari e, di conseguenza, un aumento delle richieste di aiuto. Tuttavia, i dati contrad- dicono questa aspettativa, mostrando invece un numero limitato di chiamate rispetto alle altre giornate.
Questa osservazione potrebbe essere spiegata da diversi fattori. Una prima ipotesi è che i casi di violenza siano effettivamente minori perché le festività, specialmente il Natale, sono spesso associate a un’idea di “pace familiare” e, di conseguenza, possono portare una tregua temporanea nelle dinamiche di violenza o abuso, con gli aggressori che cercano di evitare conflitti durante i giorni festivi. Per lo stesso motivo, potrebbero non essere i casi di violenza a diminuire ma le donne a evitare di chiedere aiuto, sentendosi socialmente e culturalmente spinte a mantenere un’apparenza di normalità e armonia familiare, so- prattutto in presenza di figli e parenti, rimandando la richiesta di supporto a dopo le celebrazioni.
Un’altra ipotesi è che il calo sia dovuto a una maggiore difficoltà di accesso ai servizi, dato che, durante le festività, le donne si trovano fisicamente più vicine ai loro aggressori e questo potrebbe rendere difficile effettuare chiamate al 1522 per mancanza di momenti di privacy.
Conclusione
In conclusione, questo studio evidenzia l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul fenomeno della violenza di genere, affinché si possano superare le barriere che impediscono a molte donne di chiedere aiuto. È fondamentale andare oltre le giornate simboliche come il 25 novembre, trasformando l’impatto positivo di tali occasioni in un impegno quotidiano per poter garantire a ogni donna la sicurezza e il sostegno di cui ha bisogno, ogni giorno dell’anno.