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Le traiettorie migratorie degli ultracenterari italiani*

La longevità è influenzata anche da aspetti geografici. Il luogo in cui si è vissuto e le esperienze migratorie possono influenzare la longevità. Quanto spesso le persone più longeve in Italia hanno vissuto uno spostamento interregionale? E quali traiettorie migratorie hanno compiuto? Graziella Caselli, Marco Battaglini, Giorgia Capacci e Rosa Maria Lipsi rispondono a questa domanda analizzando i dati Istat sugli spostamenti dalle regioni di nascita a quelle di ultima residenza dei cosiddetti semi-supercentenari (105 anni e più).

Dove vivono e sono nati i semi-supercentenari italiani

Diversi sono i fattori che influenzano la longevità, tra cui il luogo di nascita e di residenza. Per questo motivo è interessante studiare alcune dinamiche migratorie degli ultracentenari. La finalità in questa nota è quella di analizzare gli spostamenti dalle regioni di nascita a quelle di ultima residenza degli 8.521 semi-supercentenari (105 anni e più) osservati dalla rilevazione dell’Istat (SemiSuperCentenari – SSC) tra il 2009 e il primo gennaio del 2024 e appartenenti alle generazioni nate tra il 1896 e il 1918, evidenziando in particolare le principali direzioni seguite e la capacità di espellere o di attrarre di ciascuna regione. 

Dati

Le informazioni raccolte per ogni individuo della rilevazione, per i vivi al primo gennaio di ogni anno e i morti durante tutto il periodo 2009-2023 sono: nome/cognome, data di nascita, data di morte (se deceduto), età in giorno, mese ed anno di ognuno, luogo di nascita, luogo di residenza (ultimo), stato civile (ultimo) e cittadinanza (ultima). Così per tutti i semi-supercentenari si conoscono sia le caratteristiche demografiche sia le traiettorie dei loro spostamenti dal comune di nascita a quello di ultima residenza e quindi da una provincia o da una regione all’altra (Caselli et al 2021). 

Nello studio si fa riferimento ai soli spostamenti tra regioni, raggruppando quelle di piccole dimensioni. Ovviamente, rilevando solo l’ultima residenza non si conoscono eventuali precedenti spostamenti da e per altre residenze diverse da quella del luogo di nascita. Inoltre, i dati a disposizione consentono di controllare solo gli spostamenti interni al paese e non quelli internazionali.

Quanti si sono spostati e dove

La numerosità dei semi-supercentenari di ogni regione è, come ovvio, influenzata dalla dimensione della popolazione, ma si può osservare, che circa il 23% degli 8.521 individui di età 105+ anni si trova in una regione diversa da quella di nascita (colonna 4, Tabella 1).  I dati rappresentati nella terza colonna consentono di confrontare le regioni di “espulsione” (rapporti maggiori di 1) con quelle di “attrazione (rapporti minori di 1). Come c’era da attendersi le regioni meridionali (Sud e Isole) sono quelle che hanno valori maggiori di 1, con proporzioni di semi-supercentenari variabili tra il 20 ed il 30 per cento (ad eccezione della Sardegna), che hanno lasciato il luogo di nascita per andare a vivere in un’altra regione. Valori superiori a 1 si trovano anche per il Veneto e le Marche. Tra le regioni di maggior richiamo (valori inferiori a 1), ci sono quasi tutte quelle del Centro e del Nord, con in testa il Lazio, la Liguria e la ricca Lombardia. La maggior parte dei semi-supercentenari risulta residente nella regione di nascita, con valori più elevati in Lombardia (88,6%), nel Centro-Nord del paese (ad esclusione del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia) e in Sardegna. Valori più bassi, con il minimo in Calabria (69,7%), si osservano in quasi tutte le regioni meridionali (colonna 5), considerate tradizionalmente regioni di emigrazione.

L’ultima colonna della Tabella 1 evidenzia come, al di là della numerosità della popolazione, la Sardegna sia la regione di massima semi-supercentenarietà in Italia, riproponendo i sardi come i più longevi d’Italia (tasso uguale a 94,6 per 100 mila; tasso che per ogni regione di residenza elimina l’influenza della migrazione dalla nascita fino a 60 anni). Seguono l’Umbria (90,7 per 100 mila), l’Abruzzo e Molise (85,1 per 100 mila) e le regioni del Centro-Nord (ad esclusione del Piemonte).

Lazio, Liguria e Lombardia le regioni attrattive

Osservando la dinamica dei flussi migratori dalla regione di nascita a quella di ultima residenza (Grafico 1 e relativa nota esplicativa) e considerando solo le traiettorie più importanti, si può vedere come i semi-supercentenari della Lombardia in primis e del Piemonte provengano dalle regioni del Sud e dal Veneto. Regione, quest’ultima, del Nord Est in sofferenza economica negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale e, quindi, regione di emigrazione fino alla soglia degli anni del boom economico sperimentato dal nostro Paese a partire dagli anni ‘60 dello scorso secolo (Bonifazi, 2012). È noto che gli individui nati nel Sud che si trovano nelle regioni più ricche del Nord, quasi sempre sono partiti dal loro territorio alla ricerca di un lavoro. Sono stati numerosi i flussi diretti verso la Liguria provenienti dal Piemonte e da altre regioni della pianura Padana. La Liguria è stata per decenni meta dei pensionati benestanti che decidevano di trascorrere gli anni della loro vecchiaia sulla costa ligure, per godere di un clima più mite e certo più salubre di quello delle regioni dell’umida e fredda pianura Padana. Le traiettorie (Grafico 1) confermano quanto appena detto.

Anche gran parte dei flussi verso il Lazio provengono dalle regioni del Sud (in particolare Abruzzo e Molise, Campania e Puglia), dalla Sardegna e da Marche e Umbria.  Molti autori hanno studiato i flussi del passato sottolineando come spesso gli individui diretti nel Lazio, e in particolare nella sua capitale Roma (76%), siano arrivati generalmente alla ricerca di migliori servizi sociali e sanitari per i loro figli (Golini, 1974; Bonifazi¸ 2012). I flussi migratori evidenziati nel grafico e i tassi di semi-supercentenarietà indicati nella tabella assegnano alle regioni come la Sardegna o l’Abruzzo e Molise il primato di grandi longevi, regioni con bassi flussi migratori verso altre regioni.

Tra le traiettorie che non sono riportate nel grafico poiché riguardano pochi individui, ve ne sono alcune (osservate controllando i dati individuali), che meritano di essere ricordate come, ad esempio, quelle relative ai flussi d’ingresso in Sardegna in arrivo dalla Lombardia, dal Friuli-Venezia Giulia e dal Veneto. Dalla Lombardia è possibile siano giunti i figli (ora semi-supercentenari) dei primi migranti di fine Ottocento (Bonifazi, 2012), mentre dal Friuli-Venezia Giulia sono giunti gli esuli Giuliano Dalmati, collocati nella nuova città di Fertilia dopo la fine del secondo conflitto; dal Veneto, sono arrivate le famiglie che il governo fascista inviò a bonificare le zone malariche del Campidano (Molinari, 2010). Questi immigrati “forzati” sono andati ad ingrossare le fila dei grandi longevi della Sardegna, ma non hanno compensato il numero dei semi-supercentenari sardi diretti verso altre regioni.

Alcuni limiti

La rilevazione dei semi-supercentenari non raccoglie informazioni sugli spostamenti dal luogo di nascita ad altro luogo, con successivo ritorno nel luogo di nascita, pertanto gli emigrati di ritorno sono registrati solo nel luogo di nascita. Inoltre, come detto in precedenza, è possibile conoscere solo l’ultima residenza e non eventuali spostamenti da e per altre residenze diverse da quella del luogo di nascita.

Il limite maggiore è che i dati a disposizione consentono, purtroppo, di controllare solo gli spostamenti interni al paese e non quelli internazionali. Non è possibile stimare per ogni regione quanti siano i semi-supercentenari, nati in Italia, ancora in vita, o deceduti, in terra straniera. É noto che per le generazioni dello studio i flussi migratori internazionali hanno penalizzato soprattutto le regioni meridionali, nelle quali, anche per questo, risultano sottostimati i semi-supercentenari rilevati. Questo è confermato anche da studiosi belgi o statunitensi che più volte hanno chiesto informazioni sul luogo di nascita di alcuni loro semi-supercentenari di origine italiana, ma residenti o morti in questi paesi. 

*Le opinioni e i pareri espressi sono solo quelli degli autori e non riflettono necessariamente quelli degli Istituti di rispettiva appartenenza.

Per saperne di più    

Bonifazi C. (2012). Mezzogiorno e Centro-Nord in 150 anni di storia migratoria italiana. In Nord e Sud a 150 Anni dall’Unità d’Italia. Quaderni SVIMEZ – Numero speciale, XVIII +827.

Caselli G., Battaglini M., Capacci G., Lipsi R.M. (2021). Geographical differences (by cohort) in longevity and gender gap among Italian semi-supercentenarians. Ital J Gender-Specific Med 2021; 7(2):75-85 | DOI 10.1723/3600.35811.

Golini A. (1974). Distribuzione della popolazione, migrazioni interne e urbanizzazione in Italia. Facoltà di Scienze Statistiche Demografiche e Attuariali, Università di Roma, Roma. https://doi.org/10.2307/1531226

Gu Z., Gu L., Eils R., Schlesner M., Brors B. (2014). circlize implements and enhances circular visualization in R. Bioinformatics, 30(19): p. 2811-2812.

Molinari M. (2010). L’emigrazione dei profughi giuliani in Sardegna e oltreoceano. Storia e Futuro, Rivista di storia e storiografia online, n. 23Robine J-M., Caselli G. (2005). An unprecedented increase in the number of centenarians. Genus, Vol. LXI, n. 1, p. 57-82.

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