Tra standard scolastici elevati, un mercato del lavoro in crisi e un futuro incerto, i giovani cinesi si ritirano in una condizione di disagio sociale nota come Hikikomori. Lorenza Paolini ci spiega e approfondisce il fenomeno di questo profondo disagio sociale.
Il caso degli Hikikomori in Cina
Secondo alcune studi condotti in Cina, sono numerosi i giovani cinesi che soffrono di una condizione di “ritiro sociale” nota come Hikikomori1. Il fenomeno coinvolge giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni che scelgono di vivere in isolamento domestico per periodi variabili, dai tre mesi a diversi anni2.
Questa scelta comporta un totale distacco dalla realtà, filtrata esclusivamente attraverso la tecnologia. Anche i legami familiari tendono a indebolirsi: durante il loro isolamento, gli Hikikomori evitano qualsiasi contatto con l’esterno. Genitori inclusi.
Le cause di questo fenomeno possono essere ricondotte a un profondo disagio sociale che colpisce le giovani generazioni. Sentimenti di ansia, stress e sfiducia nel futuro accomunano gran parte dei giovani Hikikomori. Tra i principali fattori responsabili di questo disagio emergono il sistema educativo, il mercato del lavoro e gli ostacoli sociali.
Pedagogia in Cina
Gli studenti cinesi affrontano un percorso educativo duro e stressante, progettato per prepararli al raggiungimento di standard molto elevati.
Un esempio emblematico è il Gaokao (高考), il temuto esame di ammissione all’università, che nel 2024 ha coinvolto oltre 13 milioni di studenti. L’esito dell’esame, e il punteggio ottenuto, determinano non solo l’accesso alle migliori università del Paese, ma anche il futuro lavorativo. Infatti, l’85% degli studenti che lo superano ha maggiori possibilità di trovare un’occupazione qualificata, mentre il restante è spesso costretto a ripiegare su lavori manuali, lontano dalle aree urbane.
Negli ultimi anni, tuttavia, è sempre più evidente che il superamento del Gaokao non garantisce ai giovani cinesi un accesso certo al mercato del lavoro.
La crisi del mercato del lavoro
In Cina, nella fascia di età tra i 25 e i 29 anni, la disoccupazione giovanile si attesta al 6,9%. A non trovare occupazione non sono solo i giovani privi di laurea, ma soprattutto i laureati, che nel 2024 hanno raggiunto quota 12 milioni. Nonostante le iscrizioni alle università continuino a crescere, il numero di neolaureati che trovano lavoro è sempre più basso.
Secondo alcune ricerche condotte da Goldman Sachs, esiste un disallineamento tra gli indirizzi di studio scelti dai giovani e le richieste del mercato del lavoro3. Dal 2021 è aumentato il numero di laureati nelle discipline umanistiche e sportive, ma la domanda per queste competenze rimane limitata.
Questo ha spinto molti studenti cinesi a orientarsi verso lauree scientifiche, nella speranza di rispondere alle esigenze del settore manifatturiero high-tech, che in Cina, nel 2024 è cresciuto dell’8,7%. Tuttavia, questa tendenza ha finito per saturare la domanda di lavoratori specializzati, costringendo molti giovani laureati a rinunciare all’idea di lavorare per grandi compagnie o ricoprire posizioni di rilievo. Di conseguenza, molti ripiegano su occupazioni sottoqualificate, sempre più sfiduciati nei confronti del mercato del lavoro.
Come gli Hikikomori frenano la demografia.
L’incertezza del mercato del lavoro, gli standard scolastici elevati e la paura del futuro, sono tra le principali cause che spingono i giovani cinesi verso il ritiro. Questo fenomeno porta alla perdita di una dimensione collettiva: la socialità e la condivisione, che in passato hanno favorito l’evoluzione e la crescita dei gruppi, appaiono oggi come un obbligo dal quale molti giovani si sottraggono. Infatti, le ambizioni dei giovani cinesi non sono più orientate verso la famiglia e la stabilità lavorativa, ormai percepite come condizioni accessibili solo a pochi.
Queste scelte si riflettono anche sulla demografia del Paese, che risulta in continuo calo. Secondo i dati più aggiornati, alla fine del 2023, la popolazione cinese era di 1,409 miliardi, con una diminuzione di 2,08 milioni rispetto al 2022. Le nascite registrate sono state 9,02 milioni, contro 11,10 milioni di decessi, mentre il tasso di crescita naturale resta fermo a 1,484.
Questi dati evidenziano una crisi generazionale. Senza un recupero della dimensione collettiva, la Cina rischia di non poter contare sulla forza delle giovani generazioni. Il fenomeno degli Hikikomori ne è un simbolo emblematico, richiedendo interventi concreti e mirati. Ridurre la pressione sui giovani, abbassare gli standard di confronto e affrontare le barriere economiche e sociali potrebbe migliorare significativamente il loro futuro, favorendo al contempo una ritrovata dimensione collettiva.
Note
1Le ricerche prese in considerazione, condotte in Cina, sono principalmente due. Il primo studio, risalente al 2016, ha analizzato le aree urbane del Paese (Shanghai, Pechino, Shenzhen), mentre il secondo, condotto nel 2022, ha esaminato un campione distribuito tra zone rurali e città. Entrambi confermano l’esistenza del fenomeno degli Hikikomori in Cina. Tuttavia, la risaputa reticenza del governo cinese a riconoscere questa debolezza sociale, unita alla difficoltà di trovare partecipanti disposti a testimoniare, ha reso complicato raccogliere dati completi. Di conseguenza, risalire al numero esatto di Hikikomori in Cina rimane tuttora un obiettivo difficile da raggiungere.
2 X.HU, D.FANA, Y.SHAO «Social Withdrawal (Hikikomori) conditions in China: a Cross-Sectional Online Survey» Shanghai Mental Health Center, Shanghai Jiao Tong University School of Medicine, Shanghai, 14/3/2022., P.W.C. WONG, L. LIU LIN, T. M.H. LI, A. KATO, A. R. TEO «Does hikikomori (severe social withdrawal) exist among young people in urban areas of China?» Asian Journal of Psychiatry, 17/10/2017.
3«Why has youth unemployment risen so much in China? » Goldman Sachs, 31/3/2023
4«National Economy Witnessed Momentum of Recovery with Solid Progress in High-quality Development in 2023», National Bureau of Statistics of China, 17/7/2023