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Guido Forni – Due anni in trincea. La pandemia e la società italiana

Dopo l’entusiasmo verso l’intelligenza tecnologica umana che era riuscita a sviluppare vaccini efficaci per pervenire la COVID-19 in tempi incredibilmente rapidi, la constatazione che, nonostante i ripetuti richiami, la protezione ha una durata limitata ha diffuso un senso di delusione. Nel mondo sono attualmente distribuiti più di 27 vaccini diversi e più di 120 progetti sono in avanzato sviluppo, anche se difficilmente qualcuno di questi risulterà così innovativo da indurre una protezione prolungata. Una politica vaccinale dominata da nazionalismi, arroganze finanziarie, interessi politici ed errori nella comunicazione ha fatto sì che, nonostante siano già state somministrate oltre 10 miliardi di dosi, continuino ad esistere vaste aree dove l’accesso ai vaccini è difficile o in cui i vaccini vengono rifiutati da un’elevata percentuale di persone. I progressi imperfetti della tecnologia bio-medica si confrontano con un virus che continuamente può dare origine a nuove varianti. La variante Omicron sta probabilmente tra-sformando la pandemia in un’insidiosa endemia: continuando a serpeggiare nella popolazione, dove sono sempre più frequenti le persone parzialmente protette da un’immunità incompleta e labile, il virus può dare origine a nuove sacche di epidemia e a pericolose nuove varianti. L’instabilità dell’attuale situazione epidemica genera un’inquietudine diffusa: sarà la COVID-19 un pericolo ricorrente da aggiungere alla lista delle preoccupazioni di ogni persona al mondo? Quanti morti sono accettabili perché la società civile consideri “normale” la nuova realtà? Lo sfinimento di chi non vede la fine dello stato d’allarme si alterna all’ottimismo superficiale di chi crede che la pandemia sia finita. Anche se si nasconde o assume l’apparenza più benevola di un raffreddore o di un’influenza, la COVID-19 probabilmente sarà un’insidia che persisterà ancora a lungo. Il progressivo imparare a conviverci dovrà essere guidato dalla fiducia nelle Autorità regolatorie e dalla competenza tecnologica dell’intelligenza collettiva degli esseri umani.

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