Popolazione mondiale:

Popolazione italiana:

Giovani (0-19 anni):

Anziani (64+ anni)

Eliana Viviano – Due anni in trincea. La pandemia e la società italiana

La reazione del mercato del lavoro alla crisi Covid è stata immediata e profonda. La risposta delle politiche è stata rapida e incisiva: di fronte all’eccezionale situazione la scelta del governo è stata quella di favorire una marcata riduzione delle ore lavorate (-11 per cento nel 2020) preservando i posti di lavoro, soprattutto quelli a tempo indeterminato (cassa integrazione e blocco dei licenziamenti). L’occupazione si è ridotta di circa il 2 per cento, una variazione significativa ma inferiore a quella che si sarebbe avuta in assenza di misure, data l’entità del calo del prodotto. Le perdite occupazionali si sono però concentrate tra i lavoratori autonomi e quelli dipendenti a tempo determinato. La riduzione della domanda di lavoro temporaneo ha fortemente limitato le possibilità di occupazione dei giovani e delle donne, più spesso impiegati con contratti di lavoro non stabile e con scarsa tutela nei periodi di disoccupazione. Alla caduta repentina registrata durante la prima fase della pandemia si sono susseguiti momenti di ripresa e di nuovo rallentamento, conseguenza delle restrizioni via via rimosse o reintrodotte per fronteggiare le diverse ondate pandemiche. Con l’avvio del piano vaccinale dalla primavera del 2021 la crescita si è però consolidata. Tuttavia, restano ancora oggi difficoltà per alcune tipologie di lavoratori e alcuni settori: la ripresa è stata guidata da un recupero marcato delle posizioni di lavoro di tipo precario, soprattutto tra i giovani. L’occupazione femminile è cresciuta meno di quella maschile, poiché ancora gravata da compiti di cura, notevolmente aumentati durante la pandemia. La ripresa è attualmente più forte nelle regioni settentrionali che in quelle meridionali; tra i lavoratori autonomi infine permangono rilevanti criticità. Queste tendenze, unite all’accelerazione dei processi di digitalizzazione e di orientamento verso l’economia green possono accentuare le disuguaglianze esistenti. 1 Le opinioni qui espresse sono personali e non sono riferibili alla Banca d’Italia o all’Eurosistema

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