La diffusione di separazioni e divorzi ha, fra le sue conseguenze, quella di aumentare il numero di persone che accedono alle seconde nozze. Laura Arosio ci mostra come questo fenomeno sia cresciuto negli ultimi anni e quanto sia diventato stretto il legame tra seconde nozze e divorzio.
Le nozze di ordine successivo al primo, matrimoni in cui uno o entrambi i partner non sono alla loro prima esperienza coniugale, non costituiscono una novità dell’epoca contemporane. Già in passato infatti i primi matrimoni potevano essere caratterizzati da forte instabilità a causa dei più elevati tassi di mortalità di uomini e donne in età giovane e adulta. Tuttavia, la possibilità di porre fine legalmente al matrimonio ha introdotto alcuni importanti cambiamenti nelle dimensioni e nella struttura delle seconde nozze.
Le conseguenze del divorzio: aumenta il numero delle seconde nozze…
Con il diffondersi del divorzio le seconde nozze sono divenute un fenomeno più consistente. Nelle realtà in cui la rottura del matrimonio per vie legali raggiunge proporzioni ampie, le nozze successive alle prime sono una realtà molto diffusa, ora in aumento anche in paesi come l’Italia.
L’Istat segnala che nel nostro paese i matrimoni successivi al primo sono stati 38908 nel 2018, corrispondenti al 19,9% del totale dei matrimoni celebrati in quello stesso anno (erano 34137 nel 2008, pari al 13,8%) (ISTAT 2019). Mentre il numero dei matrimoni totali e dei primi matrimoni mostra una decrescita nel decennio 2008-2018, il numero dei matrimoni successivi al primo è in crescita; il peso percentuale delle seconde nozze aumenta in modo consistente (tabella 1).
Allargando lo sguardo alla serie storica 1991-2008 (figura 1), emerge con evidenza il legame fra diffusione del divorzio e aumento delle seconde nozze in Italia. La percentuale di matrimoni successivi al primo si mantiene attorno al 10% sul totale delle nozze celebrate fino all’inizio del nuovo millennio, quando inizia a crescere per arrivare a sfiorare il 20% nel 2018. Come noto, proprio a partire dalla seconda metà degli anni Novanta del Novecento, gli indicatori hanno fatto registrare in Italia una progressiva crescita della propensione a interrompere una unione coniugale attraverso il divorzio (Istat 2008). Anche l’evidente incremento delle seconde nozze nel biennio 2015-2016 (tabella 1) sembra legato alle modifiche legislative che hanno reso i procedimenti di scioglimento dell’unione più semplici e più veloci, facendo crescere il numero dei divorzi in Italia (Istat 2016).
A sottolineare il legame fra i due fenomeni, l’Istat rileva che i matrimoni successivi al primo sono più diffusi nelle realtà territoriali in cui si registrano i tassi di divorzio più elevati, dunque nelle regioni del Nord e del Centro. Le percentuali di matrimoni con almeno uno sposo alle seconde nozze salgono al 30,8 in Valle d’Aosta, al 30,7 in Liguria, al 30,2 in Friuli-Venezia Giulia; scendono al 9,8% in Campania, all’8,9 in Calabria, al 7,8 in Basilicata (Istat 2019).
…e muta la loro struttura
Con l’aumento dei divorzi, muta anche la struttura delle seconde nozze. Mentre in passato erano matrimoni che coinvolgevano prevalentemente un uomo o una donna vedovi, con l’introduzione del divorzio e la sua diffusione i matrimoni di ordine successivo al primo diventano sempre più spesso unioni in cui almeno uno dei due partner ha sperimentato la rottura della propria unione coniugale per vie legali.
Per quanto riguarda l’Italia, questo mutamento può essere letto attraverso i dati in figura 2, che presentano l’andamento del peso percentuale delle persone vedove e divorziate sui partner uniti in matrimonio nei diversi anni.
Il peso delle persone vedove rimane contenuto e costante nel tempo (poco sopra l’uno per cento per gli uomini e poco sotto l’uno per cento per le donne). Il peso dei divorziati appare più consistente e in decisa crescita (nel periodo considerato passa dal 6 al 12% per gli uomini, dal 5 all’11 per cento per le donne) (figura 2).
Questo dato ha implicazioni rilevanti. Dopo un divorzio l’ex coniuge continua ad essere presente nelle relazioni familiari, a cui possono aggiungersi altre figure (nuovi partner, figli della coppia di nuova costituzione, figli di precedenti relazioni). Un matrimonio che segue un divorzio richiede dunque la creazione di nuove posizioni e nuovi ruoli all’interno della struttura familiare, e dunque sollecita la definizione di forme di famiglia ancora parzialmente inedite.
Più seconde nozze, più divorzi?
Alcuni dati suggeriscono che i matrimoni di ordine successivo al primo sembrano essere più esposti al rischio di divorzio di quanto lo siano i coniugi in prime nozze (per l’Italia, ISTAT, 2008). Vi possono essere diverse spiegazioni per questa regolarità. Come detto, le famiglie in seconde nozze tendono ad assumere forme più “complesse” e quindi risultare più difficili da gestire. Possiamo inoltre immaginare un effetto selezione: le caratteristiche che hanno facilitato l’accesso al divorzio la prima volta potrebbero spingere i partner nella stessa direzione al ripresentarsi delle difficoltà matrimoniali. I coniugi potrebbero anche avere “imparato” dalla precedente esperienza la possibilità di fare ricorso al divorzio. In ogni caso, rimane un passaggio molto interessante, che sottolinea lo stretto legame fra divorzio e seconde nozze: da un lato la diffusione del divorzio fa crescere le seconde nozze, dall’altro la crescita delle seconde nozze potrà essere una causa della sua ulteriore diffusione.
Per saperne di più
Istat (2008), Evoluzione e nuove tendenze dell’instabilità coniugale, Roma
Istat (2016) Matrimoni separazioni e divorzi. Anno 2015, Statistiche Report, Roma
Istat (2019) Matrimoni e unioni civili. Anno 2018, Statistiche Report, Roma