La perdita della verginità rappresenta un importante evento di passaggio nella transizione alla vita sessuale adulta. In questo contributo Manuela Stranges e Daniele Vignoli analizzano le principali variabili correlate alla verginità degli studenti universitari italiani, confrontando dati raccolti in due indagini del 2000 e del 2017.
Verginità e transizione allo stato adulto
La transizione verso l’età adulta inizia con le prime esperienze sessuali durante l’adolescenza, quando i ragazzi si trovano ad affrontare crescente indipendenza, nuove responsabilità, comportamenti a rischio. La perdita della verginità, in particolare, simboleggia un importante passaggio dello sviluppo adolescenziale sia nelle società storiche che in quelle contemporanee. Il primo rapporto completo ha un enorme significato personale e sociale, connotandosi come evento che segna, di fatto, il passaggio alla sessualità adulta, rimanendo nei ricordi e nelle vite degli adolescenti, con possibili implicazioni sui successivi processi di formazione dell’unione e di vita di coppia.
In questo contributo definiamo la verginità in maniera abbastanza restrittiva come assenza di rapporti sessuali completi, e mettiamo in luce le caratteristiche demografiche e socioculturali dei millennials che sono vergini al momento della rilevazione. Nel corso del 2017, un’equipe di ricercatori ha realizzato l’indagine SELFY (Sexual and Emotional Life of Youths), proponendo un questionario a 8.000 giovani studenti dei primi due anni di economia e statistica in 28 università italiane, nati attorno al 1998 (cfr. Dalla-Zuanna et al. 2019). SELFY replica un’identica indagine del 2000 – SIS (Sexuality of Italian Students) – in cui 5.000 studenti di economia e statistica, nati attorno al 1980, erano stati intervistati utilizzando la stessa procedura di campionamento, con lo stesso questionario a risposte chiuse, sempre auto-compilato in classe durante un’ora di lezione. I primi anni di università segnano il trampolino di lancio verso l’età adulta. Gli studenti universitari si trovano di fronte molte opportunità di interazione sociale, formazione di relazioni romantiche, oltre alla possibilità di vivere relazioni sessuali con i propri coetanei. Per molti, il periodo dell’università è la prima occasione nella quale si allontanano da casa, che può tradursi in un aumento della probabilità per sperimentare sesso occasionale, non protetto o comportamenti rischiosi.
Il numero dei vergini
La Tabella 1 mostra la distribuzione percentuale degli intervistati tra vergini e non vergini nelle due indagini nelle tre ripartizioni geografiche e nel totale. Complessivamente, nell’indagine del 2000, i vergini rappresentavano oltre un terzo del campione, valore sceso a meno di un quinto nell’indagine del 2017. Inoltre, emerge chiaramente che la diminuzione dei vergini ha interessato in maniera generalizzata tutto il territorio nazionale. In particolare, nel Mezzogiorno la quota di vergini al momento dell’intervista è scesa di quasi 18 punti percentuali, denotando una progressiva convergenza dei comportamenti sessuali tra i giovani italiani di tutte le aree territoriali.
La Figura 1 mostra invece la distribuzione della verginità per genere e anno. La verginità è più rara nel 2017, sia per i ragazzi che per le ragazze. In particolare, il 30,2% dei ragazzi è vergine nel 2000, rispetto al 18,8% nel 2017. Tra le ragazze, le vergini sono scese dal 35,6% nel 2000 al 21,1% nel 2017. L’incidenza della verginità rimane comunque sempre più alta tra le ragazze, con una differenza tra i due generi che si è, però, ridotta nel tempo passando da 5,4 a 2,3 punti percentuali. Ciò denota una progressiva convergenza di genere nei comportamenti sessuali.
Quali fattori sono legati alla verginità?
Nel lavoro Stranges e Vignoli (2020) sono stati evidenziati una pluralità di aspetti demografici, familiari, interpersonali, e fisici legati alla verginità. Molte caratteristiche dei millennials italiani vergini sono, di fatto, in linea con la letteratura internazionale sul tema, ad esempio per quanto riguarda il ruolo del background familiare. Una buona relazione affettiva con i genitori risulta positivamente associata allo status di verginità per le ragazze. Per i ragazzi, invece, una buona relazione affettiva con la madre aumenta la probabilità di essere vergine, mentre una buona relazione affettiva col padre diminuisce questa probabilità. In linea con la letteratura internazionale è anche il ruolo della socializzazione: coloro che hanno frequentato tra 16 e 18 anni spesso o molto spesso le discoteche, hanno una probabilità molto più bassa dei coetanei di essere vergini.
Oltre agli aspetti familiari e interpersonali, l’attrattività fisica rappresenta un aspetto chiave. L’indice di massa corporea (Imc) – rapporto tra peso e quadrato dell’altezza – viene spesso utilizzato come proxy dell’attrattività fisica. Per gli uomini, la relazione fra Imc e verginità ha un andamento ad U: la proporzione di vergini è maggiore fra gli uomini sottopeso e sovrappeso. Per le donne, invece, la proporzione di vergini aumenta in maniera lineare al crescere dell’Imc. Queste differenze di genere sono verosimilmente legate ai canoni attuali di bellezza maschile e femminile. Inoltre, più si è soddisfatti del proprio aspetto fisico, minore è la probabilità di essere vergini, soprattutto per i ragazzi, confermando i risultati di molti studi internazionali sul tema. La relazione tra depressione e verginità è positiva e statisticamente significativa per entrambi i sessi, suggerendo un legame tra inattività sessuale e cattiva salute mentale. Ovviamente, non si tratta di una relazione causa-effetto, ma solo di una correlazione statistica.
Differenze geografiche
Se i risultati finora delineati tratteggiano un profilo dei ragazzi e delle ragazze vergini italiani in linea con gli studi internazionali sul tema, altri risultati suggeriscono alcune specificità tipiche del contesto italiano: le differenze regionali e il ruolo della religiosità. I ragazzi nati nel Mezzogiorno hanno una probabilità maggiore dei loro coetanei di essere vergini nei primi anni dell’università, sia nel 2001 che nel 2017, rispetto ai giovani nati al Nord. Per le ragazze emerge, invece, un cambiamento nel tempo: nel 2001 la probabilità di essere vergini è più elevata per le ragazze del Mezzogiorno rispetto alle loro coetanee del nord; nel 2017 c’è un’inversione di questa relazione. Tale risultato inserisce un tassello ulteriore nella riflessione sulla convergenza delle ragazze verso comportamenti sessuali più “maschili”, nonché della progressiva riduzione dei divari territoriali.
La religione è ancora importante?
Per quanto riguarda il ruolo della religiosità, Dalla-Zuanna e Mancin (2004) concludevano il loro studio basato sui dati del 2001 sostenendo che “il ritardo nel debutto sessuale dei giovani italiani, rispetto ai giovani di altri paesi occidentali, potrebbe essere spiegato – almeno in parte – dall’importanza dei legami di sangue e dal ruolo svolto dalla Chiesa cattolica”. Due decenni dopo, i risultati ottenuti del nostro lavoro mostrano che, sebbene la religione abbia ancora una forte associazione con la sessualità dei giovani italiani, la forza di tale associazione si sta però indebolendo. Inoltre, la verginità non è più diffusa fra i giovani genericamente più religiosi, ma fra quelli che partecipano attivamente a gruppi ecclesiali. Non si tratta, quindi, di un generico avanzare della secolarizzazione, ma anche di una ridefinizione dell’essere religiosi tra i millennials italiani, che si confrontano con la Chiesa Cattolica in maniera più personale e flessibile. Di conseguenza, se i credenti devoti diventeranno una piccola minoranza, è possibile che possano diventare ancora più aderenti ai principi religiosi e, pertanto, l’associazione tra verginità e religiosità potrebbe anche rafforzarsi in futuro, ma per pochi
Per saperne di più
Stranges M., & Vignoli D. (2020). “Like a virgin”. Correlates of virginity among Italian university students, Genus, 76:12
Dalla-Zuanna, G., Caltabiano, M.C., Minello, A., & Vignoli, D. (2019). Catching up! The sexual opinions and behaviour of Italian students (2000-2017). DiSIA Working Paper 2019/02.
Dalla-Zuanna, G., & Mancin, M. (2004). Determinants of age at first sexual intercourse. In G. Dalla-Zuanna & C. Crisafulli (Eds.), Sexual behaviour of Italian Students. An international comparison (pp. 126-134). Messina: Department of Statistics, University of Messina.