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Il regime patrimoniale? Una scelta di genere

La scelta tra separazione e comunione dei beni differisce in base agli squilibri tra sposi. Come ci raccontano Romina Fraboni e Agnese Vitali, le coppie in cui lo sposo è in una condizione economica più vantaggiosa rispetto alla sposa, per età, istruzione o stato occupazionale, tendono a prediligere la comunione di beni, mentre le coppie in cui il vantaggio economico è della donna tendono a prediligere la separazione dei beni.

Un cambiamento profondo nella scelta

Con la riforma del Diritto di Famiglia del 1975 si introdusse in Italia la comunione dei beni come regime patrimoniale legale della famiglia, ferma restando per i coniugi la possibilità di adottare il regime di separazione. L’intento del legislatore era di equiparare gli sposi e la gestione delle risorse nel nucleo familiare, con lo scopo di proteggere la componente più debole all’interno della coppia, cioè la donna. Eppure, dal momento della sua introduzione, è iniziata una lenta ma continua deviazione dal regime legale per adottare, invece, il regime di separazione dei beni (Figura 1). Di fatto, negli anni più recenti, si è assistito a un ribaltamento della situazione iniziale: alla fine degli anni ’70, l’81,2% delle coppie in prime nozze di celibi e nubili adottava il regime legale, cioè la comunione dei beni, mentre nel 2015 ciò riguarda appena il 29,0% degli sposi.

Nota. (a)La Rilevazione sui matrimoni dell’Istat inizia a raccogliere informazioni sul regime patrimoniale a partire dal 1995. La quota di coppie che hanno optato per la comunione o la separazione dei beni a partire dal 1975, è stimata grazie alle informazioni retrospettive sul regime patrimoniale scelto in prime nozze attraverso l’indagine multiscopo sulle famiglie “Famiglia e soggetti sociali” (2009).

Quali sono le caratteristiche delle coppie che scelgono la comunione dei beni?

Il regime patrimoniale è una misura oggettiva dell’allocazione delle risorse, disponibile per tutta la popolazione di sposi in un determinato anno, definita al momento delle nozze. Il forte investimento in istruzione e la crescente partecipazione delle donne alla forza lavoro hanno innescato un rinnovato interesse per lo studio delle modalità con cui le risorse economiche sono organizzate e gestite all’interno delle coppie. Cosa accade quando è la donna a essere in una posizione economicamente vantaggiosa, ad esempio con un titolo di studio più alto dello sposo?

Emerge un chiaro gradiente d’istruzione nella scelta del regime patrimoniale (Figura 2). All’interno delle coppie omogame, cioè quelle in cui gli sposi hanno lo stesso livello di istruzione, al netto di tutte le altre variabili del modello, la probabilità di scegliere la comunione dei beni è minima tra gli sposi con alto livello di istruzione, sale tra quelli con livello medio ed è ancora più alta quando entrambi gli sposi hanno un livello basso. Tra le coppie eterogame per istruzione, la probabilità di scegliere la comunione dei beni aumenta al diminuire del livello di istruzione conseguito dalla sposa. Infatti, la probabilità di optare per la comunione di beni è massima tra le coppie in cui l’uomo ha un livello di istruzione medio e la donna un livello basso e tra quelle in cui l’uomo ha un livello alto e la donna un livello medio o basso. Quindi, tra le coppie ipergamiche (cioè quelle in cui l’uomo è più istruito della donna) la comunione dei beni è più diffusa; al contrario, tra le coppie ipogamiche (quelle in cui la donna è più istruita dell’uomo) la comunione dei beni è meno diffusa.

Oggi la comunione dei beni è particolarmente diffusa tra le coppie con sposi entrambi con bassa istruzione o non occupati. Seguono le coppie male breadwinner in cui il marito è più istruito o unico percettore. La scelta del regime patrimoniale è dunque associata con la distribuzione delle risorse economiche tra gli sposi. Tuttavia tale scelta dipende dal genere del coniuge economicamente (s)vantaggiato. Le coppie basate sul modello male breadwinner tendono a mettere assieme le risorse, adottando il regime di comunione dei beni; al contrario, le coppie female breadwinner, in cui lo squilibrio per età, istruzione o stato occupazionale sono a vantaggio della sposa (più istruita, più grande d’età dello sposo, occupata con sposo non occupato), tendono a mantenere separate le risorse e adottare la separazione dei beni.

I risultati fanno emergere l’esistenza di un doppio binario di genere: confermano l’ipotesi che la comunione di beni è più diffusa quando il marito è economicamente più avvantaggiato della moglie; lo stesso non avviene quando, a essere in una condizione di vantaggio, è la donna.

Per saperne di più:

Fraboni R., Vitali A. (2019) Gender Differences in Couples’ Matrimonial Property Regime in Italy, Journal of Marriage and the Family, DOI:101111/jomf.12574

(*) Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente quelle dell’Istat

 

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