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Il (piccolo) cambiamento dei comportamenti religiosi in Italia

Una lettura dei dati ufficiali disponibili sui comportamenti religiosi in Italia -dati  per altro non sempre di immediata reperibilità- evidenzia che  le variazioni strutturali della popolazione avvenute in  questi ultimi anni modificano sostanzialmente  i valori degli indicatori di tali comportamenti. 
Mutamenti strutturali
Ad esempio, dalla seconda metà degli anni settanta al 2009 il numero dei battesimi della Chiesa cattolica  è diminuito del 25%, ma se si escudono i figli di stranieri (solo in parte cattolici) la diminuzione nello stesso periodo temporale si riduce al 15%. Le ordinazioni sacerdotali relative al clero diocesano incardinato nelle diocesi tra il 1995 ed il 2009 si sono ridotte del 24%, ma se si tiene conto  della riduzione dei nati e dei battesimi di 25 anni prima- supposta un’età al sacerdozio di 25 anni-  nello stesso periodo si registra addirittura un aumento del 13% delle ordinazioni rapportate al numero dei battesimi. Nel 2009 la percentuale di matrimoni civili era pari al 37% del totale dei matrimoni, ma se si tiene conto dei matrimoni di stranieri e dei secondi matrimoni – più spesso con almeno una persona divorziata- la percentuale di matrimoni civili tra i primi matrimoni celebrati tra italiani scende al 21%.
Oltre il 90% degli studenti seguono l’ora di religione nella scuola dell’infanzia, in quella primaria ed in quella secondaria di primo grado. Un po’ meno (84%) nella scuola secondaria di secondo grado. Tali percentuali sono inferiori di 3-4 punti rispetto a quelle osservate fino ai primi anni del secolo attuale.  La frequenza è più bassa nel Nord e più elevata nel Sud, per tutti i tipi di scuola. E’più alta nei licei (86%) ed è più bassa negli istituti professionali (79%). Però, se teniamo conto della diversa presenza degli studenti stranieri nelle varie scuole e dell’aumento temporale di questa presenza, si ottengono risultati diversi dai precedenti. Non è confermato il calo della frequenza dell’ora di religione nel corso dell’ultimo decennio, bensì si registra un aumento della frequenza nella scuola dell’infanzia, in quella primaria ed in quella secondaria di primo grado ed una stazionarietà della frequenza nella scuola secondaria di secondo grado. Non ci sono neppure differenze nella frequenza dell’ora di religione tra i vari tipi di scuola e la percentuale relativa agli istituti professionali è analoga a quella relativa ai licei (89%). Restano solo le differenze territoriali, però sono limitate alle scuole secondarie di secondo grado e non riguardano tutti i tipi di scuola come emergeva in precedenza. Nella scuola secondaria di secondo grado invece lo scarto tra Nord e Sud resta elevato e superiore a 20 punti percentuali a sfavore del Nord.
La scelta dell’otto per mille
Un uso adeguato dei dati disponibili consente di rivedere anche le stime correnti della percentuale dei contribuenti che effettuano la scelta della destinazione dell’otto per mille. Nel 2007 –ultimo anno per il quale sono disponibili tutti i dati necessari per le comparazioni- il 43% del totale dei contribuenti hanno effettuato la scelta della destinazione dell’otto per mille. Tale percentuale è diminuita nel corso degli anni. Invece la scelta a favore della Chiesa cattolica, rispetto a coloro che hanno effettuato una scelta, è variata di poco nel corso del tempo e negli anni recenti è pari ad 85%.  Combinando queste due informazioni è facile ricavare la percentuale dei contribuenti che hanno effettuato la scelta a favore della Chiesa cattolica. Tale percentuale è pari al 37% negli anni recenti ed è diminuita nel corso del tempo (42% nel 1990). Tuttavia, il totale dei contribuenti (persone fisiche) è un aggregato costituito da coloro che compilano il modello unico di dichiarazione dei redditi, da quelli che compilano il modello 730 e da coloro che non presentano la dichiarazione dei redditi –sia per basso reddito sia perché i loro redditi sono compresi in un solo modello CUD- individuati sulla base dei modelli 770 compilati dai sostituti di imposta. Quest’ultimi  contribuenti non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi e di fatto non  esercitano l’opzione della ripartizione dell’otto per mille. Ne deriva che il totale dei contribuenti ottenuto dalla somma dei tre modelli suddetti è un aggregato sovradimensionato rispetto all’aggregato di riferimento utile per calcolare l’incidenza delle singole scelte. Se ricostruiamo il contingente dei contribuenti conteggiando solo coloro che hanno compilato il modello unico o il modello 730 e aggiungendo  una quota di quelli risultanti dal modello 770, si ottiene che coloro che partecipano alla scelta dell’otto per mille sono oltre il  60% e che coloro che effettuano le scelte per la Chiesa cattolica- rispetto al totale ricalcolato dei contribuenti- salgono al 55%, invece del 37%, come risultava sulla base del complesso dei contribuenti.
Ragionare per generazioni
Alcuni degli indicatori correnti (relativi ai  battesimi, alla partecipazione ai sacramenti, alla partecipazione alla messa, alla frequenza del  noviziato negli ordini religiosi, alla frequenza del sacerdozio) possono essere collegati secondo un’ottica longitudinale, in modo da ricostruire, pur con qualche approssimazione, la storia di vita religiosa fino all’età adulta delle varie generazioni di nati. I risultati di questa ricostruzione mostrano ad esempio, che per la generazione nata nel 1989- fatto uguale a 1000 il numero dei nati- 964 bambini sono battezzati, 868 sono ammessi alla prima comunione, 834 alla cresima, 249 partecipano alla messa domenicale quando hanno un’età intorno a 19 anni.  Inoltre quasi 3 hanno intrapreso la vita religiosa come novizi – distintamente: 1,5 tra i maschi e 4 tra le femmine- e, tra i maschi, 1,3  sono ordinati sacerdoti. Possiamo anche stimare, pur grossolanamente, la variazione del livello complessivo di religiosità, semplicemente effettuando una  media delle variazioni relative di ciascuno degli indicatori suddetti calcolate rispetto ad una generazione assunta come base di riferimento (quella nata nel 1981). Ne viene che le  generazioni successive hanno progressivamente diminuito la loro partecipazione religiosa, fino ad un livello che per i nati de1989 è complessivamente inferiore del 12% a quello dei nati nel 1981. In pratica si registrerebbe una riduzione intorno a un punto percentuale da una generazione a quella successiva.
Fonti dei dati
La fonte principale dei dati utilizzati è costituita dall’Annuarium  Statisticum Ecclesiae pubblicato dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano.  I dati sulla partecipazione alla messa sono tratti dall’Indagine Multiscopo sulle Famiglie ( La vita quotidiana) curata dall’Istat  e  quelli sui matrimoni per rito di celebrazione sono ottenuti dall’indagine corrente sui matrimoni anch’essa curata dall’Istat. Le scelte sull’ora di religione nelle scuole statali sono oggetto di una indagine corrente  della  CEI ( Insegnamento della religione cattolica  nelle scuole statali italiane).  Sulla scelta dell’otto per mille le informazioni  sono più frammentate: c’è un documento di sintesi curato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, ci sono gli Atti parlamentari della Camera dei Deputati sulla ripartizione della quota dell’otto per mille devoluta alla diretta gestione statale e ci sono le elaborazionei del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia.
Per saperne di più
Franco Bonarini, Mutamenti dei comportamenti religiosi in Italia, Dipartimento di Scienze Statistiche dell’Università di Padova, Working Paper  n. 4, 2013.

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