In meno di otto anni, il numero di famiglie con almeno un componente straniero è quasi triplicato, passando dalle 672 mila unità censite nell’ottobre 2001 al milione e 870 mila stimate al gennaio 2009 attraverso le risultanze anagrafiche. È un aumento in linea con quello che, in questi anni, ha conosciuto la popolazione straniera, che dimostra quanto sia sostenuto il processo di stabilizzazione delle collettività immigrate, nonostante un quadro complessivo tutt’altro che favorevole.
Una crescita diffusa su tutto il territorio nazionale
In termini relativi, nello stesso periodo di tempo, le famiglie con almeno un componente straniero sono passate dal 3,1% al 7,6% del totale (Fig. 1). La crescita ha riguardato tutte le ripartizioni, con poche differenze, a eccezione delle Isole dove è stata invece più contenuta. Restano, ovviamente, le ben note differenze dimensionali tra le ripartizioni: nelle Isole siamo al 3% del totale, nel Sud arriviamo al 3,7%, mentre nelle tre ripartizioni centro-settentrionali siamo al di sopra del 9%, con un massimo nell’Italia centrale dove una famiglia su 10 ha ormai almeno un componente straniero.
Difficile non vedere confermata,da questi dati, quella strutturalità dell’immigrazione che, per altro, emerge da qualsiasi punto di vista si valuti il fenomeno. L’universo delle famiglie con almeno un componente straniero è composto, in realtà, da due grandi gruppi: le famiglie totalmente straniere e quelle miste. I dati dell’indagine sulle forze di lavoro ci consentono, a differenza delle stime anagrafiche, di individuare queste due componenti e di analizzarne la struttura (Tab. 1). In termini quantitativi l’indagine sulle forze di lavoro rileva un numero di famiglie con almeno un componente straniero (un milione e 636 mila) più basso di quello desumibile dal dato anagrafico, una differenza almeno in parte attribuibile all’oscuramento, per ragioni di privacy, delle informazioni familiari in una parte del campione[1].
Tabella 1.Tipologia familiare delle famiglie straniere, miste e con almeno un componente straniero, 2009.
Tipologia familiare | Famiglie straniere | Famiglie miste | Famiglie con almeno uno straniero | % sul totale delle famiglie | |
% | % | % | Fam. stran. |
Fam. Almeno uno straniero | |
Unipersonale | 43,7 | – | 34,0 | 7,5 | 7,5 |
Monogenitore | 5,6 | 6,7 | 5,9 | 4,3 | 5,7 |
Coppia senza figli | 10,9 | 26,6 | 14,4 | 2,8 | 4,7 |
Coppia con figli | 33,1 | 54,9 | 37,9 | 4,7 | 6,9 |
Altro | 6,7 | 11,9 | 7,8 | 10,3 | 15,5 |
Totale % | 100,0 | 100,0 | 100,0 | 5,3 | 6,8 |
Val. ass. | 1.272.544 | 363.493 | 1.636.037 | – | – |
Fonte: elaborazioni su dati Istat della indagine sulle forze di lavoro (media dei primi tre trimestri).
Un fenomeno strutturale
Dal punto di vista strutturale il 44% delle famiglie straniere è composto da una sola persona, il 6% da nuclei monogenitore, l’11% da coppie senza figli, il 33% da coppie con figli e il restante 7% da altri tipi di famiglia. Le famiglie miste, che per ovvie ragioni non possono essere unipersonali, presentano una larga prevalenza di coppie con figli che, in questo caso, arrivano a costituire quasi il 55% del totale. Il risultato è che nel 2009 quasi il 5% di tutte le coppie con figli residenti nel nostro paese è composto da famiglie straniere, un valore che arriva a sfiorare il 7% se consideriamo anche le famiglie miste. Il numero medio di componenti, infine, risulta più elevato per le famiglie italiane (2,37) che per quelle straniere (2,24). Ciò è dovuto al maggior peso delle famiglie unipersonali, pari al 30,6% nel primo caso e al 43,7% nel secondo, e, probabilmente, anche alla più alta quota di persone con informazioni familiari oscurate tra gli stranieri che tra gli italiani.
Le differenze con gli italiani restano notevoli, basti solo pensare alla ben più elevata quota di famiglie unipersonali tra gli stranieri nonostante la più giovane struttura per età. Siamo però in presenza di una immigrazione che in quasi il 38% dei casi si struttura ormai in nuclei familiari con figli, sviluppando così bisogni ed esigenze più complessi e articolati di quelli tipici delle prime fasi del processo migratorio. Altro aspetto da considerare è la crescita delle famiglie miste, passate dalle 257 mila del 2001 alle 363 mila del 2009. Un aumento inferiore a quello registrato per il complesso delle famiglie straniere ma che segnala, anche da questo versante, il procedere del processo di stabilizzazione e di integrazione dell’immigrazione nella nostra società. Un cammino che è compito della politica, a tutti i livelli, rendere meno aspro e più fruttuoso.
Le opinioni qui espresse sono quelle degli autori e non riflettono necessariamente quelle delle istituzioni di appartenenza.