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La mobilità interna nell’ultimo decennio

La mobilità interna è cresciuta durante lo scorso decennio: nel 2001 i trasferimenti di residenza sono stati 1,13 milioni, nei due anni successivi hanno superato gli 1,2 milioni e dal 2004 sono sempre stati sopra gli 1,3 milioni (Fig. 1). Questa tendenza all’aumento ha, però, subito un’evidente battuta d’arresto nel 2009, quando gli effetti della crisi economica mondiale si sono fatti sentire con più forza, mentre la ripresa del 2010 non è stata in grado di recuperare interamente il calo avvenuto durante l’anno precedente. È probabile che anche negli anni più recenti la cattiva situazione economica abbia influenzato negativamente l’andamento del fenomeno, rallentando soprattutto gli spostamenti per lavoro.

 
Il ruolo degli stranieri
Nel complesso, l’aumento che si registra tra il 2001 e il 2010 è per poco più di un terzo attribuibile agli italiani e per quasi due terzi agli stranieri, per i quali, peraltro, il 2009 ha visto solo un rallentamento della crescita e non una diminuzione dei trasferimenti. Il crescente contributo degli stranieri ai movimenti migratori interni è, con ogni probabilità, la novità più rilevante del decennio. Dall’altra parte era inevitabile che, a fronte di una popolazione straniera quasi triplicata, si avesse anche un aumento dell’apporto degli immigrati agli spostamenti interni. Anche perché gli stranieri cambiano comune di residenza molto più frequentemente degli italiani: nel 2010 il loro tasso di mobilità interna è, infatti, stato pari al 53,2‰ contro il 20‰ degli autoctoni. Le ragioni di questa differenza, che negli ultimi anni ha teso comunque a ridursi, sono evidenti: gli immigrati stranieri stanno organizzando il loro spazio di vita in Italia e cercano di sfruttare al meglio le occasioni a disposizione, hanno, inoltre, meno vincoli a spostarsi e, soprattutto, minori vantaggi a restare in luoghi di residenza, dove le loro reti familiari e sociali non hanno sicuramente la stessa consistenza di quelle degli italiani.
I flussi tra Sud e Centro-Nord
Nonostante gli scambi tra Mezzogiorno e resto del paese rappresentino circa il 15% di tutti i trasferimenti di residenza è su questa componente del fenomeno che tende a concentrarsi l’attenzione della maggior parte degli osservatori. Negli anni considerati si è registrata una tendenza alla diminuzione dei trasferimenti dal Mezzogiorno verso il Centro Nord, particolarmente accentuata nel biennio 2009-2010 in cui si è avuta una riduzione di oltre 12 mila unità rispetto al 2008 (Fig. 2). Sostanzialmente stabile, al contrario, l’andamento del flusso nella direzione opposta. La perdita migratoria del Mezzogiorno rimane rilevante, ma è in calo, dalle 56 mila unità del 2008 alle circa 42 mila del biennio successivo. Questa riduzione dello sbilancio migratorio del Mezzogiorno è sicuramente legata alla cattiva congiuntura economica, che potrebbe aver continuato ad influenzare l’andamento del fenomeno anche dopo il 2010.
Per saperne di più:
ISTAT, I trasferimenti di residenza. Iscrizioni e cancellazioni all’anagrafe per trasferimento di residenza. Anni 2002 – 2010, http://demo.istat.it/altridati/trasferimenti/index.html

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