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Obiettivi di Lisbona: in ritardo non solo riguardo all’istruzione

In un recente articolo, Stefano Molina ha analizzato la situazione italiana rispetto agli obiettivi relativi all’istruzione e alla formazione posti in sede europea. Questo fornisce lo spunto per riflettere sulla posizione del nostro paese riguardo al raggiungimento anche degli obiettivi concernenti il mercato del lavoro.
Tre obiettivi per l’occupazione
Il processo di invecchiamento genera una sproporzione tra le classi di età centrali, economicamente più produttive, e le altre. In particolare, il numero di persone che compongono la forza lavoro scenderà drasticamente nei prossimi anni, come conseguenza della denatalità che caratterizza ormai da decenni il nostro paese. L’attenzione istituzionale per le conseguenze economiche del processo di invecchiamento demografico è testimoniata dalle diverse risoluzioni adottate a livello europeo.
Nel Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 e nei successivi consigli di Stoccolma 2001 e Barcellona 2002, sono stati fissati una serie di obiettivi da raggiungere per mitigare gli effetti negativi del processo di invecchiamento sul mercato del lavoro dei paesi interessati. Entro il 2010 i paesi europei dovranno: innalzare al 70% il tasso d’occupazione totale della popolazione tra i 15 e i 64 anni, al 60% quello della popolazione femminile e al 50% quello dei lavoratori tra i 55 e i 64 anni. Inoltre, nell’intento di affrontare con maggiore incisività le conseguenze del processo di invecchiamento demografico, il Consiglio europeo di Barcellona ha indicato un aumento a 65,4 anni per l’età media di uscita dal mercato del lavoro.
Per comprendere in quale posizione si trovi il nostro paese nel cammino verso il raggiungimento di tali obiettivi e, quindi, quali siano le aree di intervento prioritarie in relazione al mercato del lavoro può essere utile osservare i valori italiani in merito a ciascun obiettivo e la distanza dal target medio europeo (tabella 1). L’Italia mostra di essere indietro sia rispetto al valore obiettivo sia rispetto al valore medio Ue27. Il tasso di occupazione generale italiano è stato pari al 58,7 nel 2007 (benché in crescita rispetto al 58,4% dell’anno precedente), contro un valore medio europeo del 64,5% e ben distante dal 70% dell’obiettivo (meno 11,3 punti percentuali).
Tabella 1. L’Italia e gli obiettivi europei (2007)
Obiettivo

 

Descrizione

 

Valore da raggiungere

 

Valore medio europeo (Ue27)

 

Valore italiano

 

Distanza dall’obiettivo (assoluta)*

 

Lisbona

 

Tasso di occupazione generale

 

70,0%

 

64,5%

 

58,7%

 

11,3

 

Tasso di occupazione femminile

 

60,0%

 

57,3%

 

46,6%

 

13,4

 

Stoccolma

 

Tasso di occupazione dei lavoratori 55-64 anni

 

50,0%

 

43,5%

 

33,8%

 

16,2

 

Barcellona

 

Età media di uscita dal mercato del lavoro (anni)

 

65,4

 

61,2

 

60,2

 

5,2

 

* differenza tra il valore obiettivo e il valore italiano
Fonte: per i dati italiani, Istat, 2008; per i dati Ue27, Eurostat, 2008.
Una distanza più marcata si nota in relazione al tasso di occupazione femminile e, ancora di più, in relazione a quello dei lavoratori maturi e anziani.
Il tasso di occupazione delle donne italiane al 2007 è stato pari al 46,6%, in crescita rispetto al valore degli scorsi anni (45,3% nel 2005 e 46,3% nel 2006), ma ancora 13,4 punti percentuali più basso rispetto all’obiettivo del 60% e 10,7 punti percentuali in meno rispetto al valore medio europeo. L’aumento del tasso di occupazione femminile è stato individuato come obiettivo in ragione dell’attenuazione che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro può fornire, almeno nel breve periodo, agli squilibri derivanti dal processo di invecchiamento. Occorre, però, considerare che una parte considerevole dell’aumento dell’occupazione femminile è costituito da lavoro part-time, anche per la possibilità che spesso offre di conciliare meglio gli impegni lavorativi e quelli familiari. In generale, vi è una crescita della diffusione del lavoro part-time in Italia, dall’8,9% del totale dell’occupazione nel 1990 al 14,9% del 2006. Ma, anche in questo caso il valore italiano è inferiore a quello europeo (in questo caso Ue15, 18%) e alla media OECD (16,1%) (OECD 2008)
Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei lavoratori maturi e anziani, la distanza tra l’obiettivo e il valore italiano è di 16,2 punti percentuali. Il dato italiano è, peraltro, anche distante dalla media europea. Il tasso di occupazione dei lavoratori senior in Italia ha, in realtà, avuto un incremento negli ultimi anni, dal 27,7% del 2000 al 31,4% del 2005, al 32,5% del 2006 fino al valore attuale, attribuibile al contributo femminile più che a quello maschile, ma ancora insufficiente rispetto a quanto richiesto per il raggiungimento dell’obiettivo di Stoccolma. Va meglio per quanto riguarda l’età media di uscita dal mercato del lavoro, distante dall’obiettivo europeo di “soli” 5,2 anni.
Dunque l’Italia è ancora in ritardo nel raggiungimento degli obiettivi, anche se con lievi miglioramenti rispetto agli anni precedenti. L’attenzione deve essere concentrata sul tasso di occupazione dei lavoratori anziani, in ragione della crescente consistenza che avrà questa fascia di popolazione, ma bisogna contemporaneamente mettere a punto strumenti e strategie per favorire l’ingresso nel mercato del lavoro di quei gruppi che mostrano oggi livelli di partecipazione più bassi, in particolare le donne (anche se i dati sono in miglioramento rispetto al passato) e, ancor più, i giovani.
Riferimenti bibliografici
Eurostat (2008). Dati disponibili dal sito http://epp.eurostat.ec.europa.eu
Istat (2008). Rilevazione sulle forze di lavoro. media 2007, Serie Statistiche in breve, 17 aprile 2008. Disponibile dal sito http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080417_01/
Oecd (2008). OECD Factbook 2008: Economic, Environmental and Social Statistics, OECD Publications, Paris. Disponibile dal sito http://caliban.sourceoecd.org/vl=13694164/cl=51/nw=1/rpsv/factbook/
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