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Nazioni Unite: popolazione del mondo stazionaria alla fine del secolo

Lo scorso 3 di maggio la Population Division delle Nazioni Unite ha reso pubblico l’aggiornamento periodico delle sue popolari e ben fondate proiezioni demografiche di paesi, regioni e continenti del mondo1. L’agenzia dell’ONU, quest’anno, è andata oltre il consueto: le proiezioni si spingono fino al 2100, utilizzando, a partire dal 2050 (fino a questa data viene impiegato il metodo tradizionale ben sperimentato delle componenti) un modello probabilistico più sofisticato. Neodemos considera questo prolungamento al 2100 un interessante esercizio, utile a costruire scenari di fondo, da non scambiare però per un’anticipazione del futuro. Nonostante la forte inerzia dei comportamenti demografici, i nati del 2100 saranno i figli dei figli dei figli di donne che nascono oggi… i cui comportamenti – e il cui numero – non è certo agevole da prevedere! Rinviando ai dati dettagliati, ci limitiamo qui a dire che secondo questa proiezione, la popolazione del globo, oggi di quasi 7 miliardi, raggiungerà i 9,3 miliardi nel 2050 e toccherà 10,1 miliardi nel 2100. Per quella data, tuttavia, il tasso d’incremento sarà prossimo allo zero (0,05 per cento), e la popolazione sarà adagiata su una sostanziale stazionarietà. Nel 2100 l’India con 1.550 milioni di abitanti avrebbe distaccato nettamente la Cina, regredita a 941 milioni e insidiata – si fa per dire – al terzo posto dalla Nigeria, che, ,con 729 milioni, avrebbe quintuplicato la popolazione attuale!

 

Sostanziale conferma delle proiezioni precedenti

         Se ci limitiamo all’orizzonte del 2050, qualcosa è cambiato rispetto al precedente “aggiornamento”2. La popolazione del mondo sarà di 9,306 miliardi, appena più numerosa dei 9,150 miliardi della precedente revisione (+1,7%): questa correzione è proporzionalmente più forte per i paesi sviluppati (1,312 miliardi invece di 1,275, +2,9%) che non per i paesi in via di sviluppo (7.994 miliardi invece di 7.875, +1,5%). Per i primi, è stata ridimensionata la crescita prevista per gli Stati Uniti; tra i secondi, la correzione è la risultante aggiustamenti di segno diverso. La previsione del 2008 assegnava all’Africa, nel 2050, 1,998 miliardi, contro i 2,192 di quella attuale (+9,7%): nuovi dati infatti fanno ritenere probabile una diminuzione meno marcata della fecondità ed un miglioramento più accentuato della sopravvivenza, anche per una valutazione meno catastrofica dell’incidenza dell’AIDS. Correzione al rialzo anche per l’India (1,692 miliardi invece contro 1,658, +2,0%) dove in molte popolose regioni la fecondità si mostra resistente su alti livelli.  Viene invece fortemente corretta al ribasso la popolazione della Cina (1,296 miliardi nel 2050 rispetto ai 1,393 assegnati dalla precedente proiezione, -7,0%) che dovrebbe iniziare a contrarsi a partire dal 2027.  Le nuove proiezioni anticipano la data del sorpasso dell’India sulla Cina al 2021.

 

La riproduttività guida la crescita

Superata la fase più acuta dell’epidemia dell’AIDS, c’è un certo consenso sul fatto che i livelli di sopravvivenza riprendano a convergere. Paesi anche con modesti livelli di sviluppo riescono oramai a raggiungere livelli di speranza di vita non troppo distanti da quelli dei paesi prosperi. La crescita futura è quindi in gran parte affidata al percorso della fecondità: secondo lo scenario esteso fino al 2100, i paesi che oggi hanno un’alta fecondità (un TFT superiore a 3), che contengono meno di un quinto (18 per cento) della popolazione del mondo, e che contano 1,2 miliardi di abitanti, ne avranno 4,2 miliardi nel 2100 (il 41,5% della popolazione del mondo). Si tratta, soprattutto di popolazioni Sub Sahariane. Quella parte del mondo (il 40% della popolazione mondiale) che oggi vive in paesi con fecondità intermedia (con un TFT tra 2 e 3) crescerà ancora durante il secolo da 2,8 a 3,5 miliardi, e il suo peso sul totale scenderà al 35%. I paesi che oggi hanno raggiunto una bassa fecondità (TFT inferiore a 2) – quasi tutti quelli Europei e molti paesi dell’Asia, inclusa la Cina – diminuiranno da 2,9 a 2,4 miliardi, con un peso sulla popolazione del mondo ridotto al 24% dal 42% attuale.

Se ora consideriamo la crescita di 2,3 miliardi prevista tra oggi e il 2050, vediamo che presuppone una diminuzione del numero dei figli per donna (approssimativamente lineare) da 2,5 a 2,2. Nel 2050,  ogni “frazione decimale” di fecondità (TFT), in meno o in più rispetto a 2,2, vale circa 250 milioni, in meno o in più, di popolazione rispetto ai  9,3 miliardi previsti. Ecco una ragione sufficiente per mantenere ed intensificare quelle politiche che favoriscono il contenimento della natalità.

 

Una graduatoria sconvolta

         La tabella 1 riporta i 10 paesi più popolosi del mondo nel 1950 e nel 2000, e – secondo la proiezione – nel 2050 e nel 2100. Nel 1950, tra i primi 10 paesi, c’erano quattro paesi europei (Federazione Russa. Germania, Regno Unito e Italia). Nel 2000 era rimasta in graduatoria solo la Federazione Russa, che nel 2050 non appare più. Nel 1950, tra i primi 10 non c’era nessun paese africano; nel 2000 è entrata in classifica la Nigeria, e nel 2100 si potrebbero aggiungere alla Nigeria (salita al terzo posto) Tanzania, Repubblica Democratica del Congo e Uganda. Ma il 2100 è lontano e sono possibili sorprese!

Tab. 1. I 10 Paesi più popolosi del mondo, 1950, 2000, 2050 e 2100 (milioni di abitanti)

1950 2000 2050 2100
Paese Popolazione      Paese Popolazione        Paese Popolazione Paese Popolazione
Cina 555 Cina 1275 India 1692 India 1551
India 358 India 1009 Cina 1296 Cina 1296
Stati Uniti 152 Stati Uniti 283 Stati Uniti 403 Nigeria 730
Federazione Russa 103 Indonesia 212 Nigeria 390 Stati Uniti 478
Giappone 84 Brasile 170 Indonesia 293 Tanzania 316
Indonesia 80 Federazione Russa 146 Pakistan 278 Pakistan 261
Germania 68 Pakistan 141 Brasile 223 Indonesia 254
Brasile 53 Bangladesh 137 Bangladesh 194 Rep. Dem. Congo 210
Regno Unito 51 Giappone 127 Rep. Dem. Congo 149 Brasile 177
Italia 47 Nigeria 114 Etiopia 145 Uganda 171

Nota: per il 2050 e il 2100, variante media

Fonte: United Nations, World Population Prospects. The 2010 Revision

 

1 – Si veda all’indirizzo http://esa.un.org/unpd/wpp/Excel-Data/population.htm. I dati qui citati si riferiscono alla “variante media” delle proiezioni.

2 – United Nations, World Population Prospects. The 2008 Revision, New York, 2009

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