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Immigrazione e “Pacchetto Sicurezza”

Il Pacchetto Sicurezza

Dopo i dibattiti e le polemiche degli ultimi mesi e soprattutto delle ultime settimane, il disegno di legge contenuto nel cosiddetto “Pacchetto Sicurezza” è stato approvato alla Camera il 14 maggio. All’interno di questo “contenitore normativo” sono disciplinate materie diverse: dalla sicurezza stradale, alla lotta contro la mafia,  alla regolamentazione del fenomeno immigratorio in Italia. Il testo proposto inizialmente dal Governo è stato sottoposto dapprima alla votazione in Senato dove ha subito profonde modifiche in sede di discussione, sia in  Commissione che in Assemblea. Approvato il 5 febbraio, il ddl 733/08 è stato inviato alla Camera, che lo ha approvato il 14 maggio, ma le norme aggiunte e quelle soppresse hanno modificato profondamente il testo approvato in precedenza, che è quindi ritornato in Senato per l’approvazione definitiva. Sino a pochi giorni fa l’esame in Senato del ddl non era ancora iniziato. Alla Camera, però, per il Governo è stato necessario porre la questione di fiducia sull’approvazione del ddl in quanto, dopo lunghe discussioni in Commissione, le differenze erano tutt’altro che scomparse e perplessità erano comparse all’interno della stessa maggioranza.  

 

Immigrazione nel Ddl 733/08

Come si è detto, le materie disciplinate all’interno del ddl sono diverse, ma soffermiamo qui l’attenzione sulle norme approvate in tema di immigrazione.

Il Governo, ritenendo fondamentale l’entrata in vigore di questa normativa per sostenere la lotta all’immigrazione clandestina e la creazione di un maggior livello di integrazione tra italiani e cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, ha ritenuto opportuno non considerare le numerosissime critiche che hanno accompagnato il percorso del ddl. A contestare il ddl, il cui effetto sarebbe la maggior precarizzazione della condizione del cittadino straniero in Italia piuttosto che la pur dichiarata migliore integrazione, oltre ai rappresentanti dei partiti dell’opposizione, è stata anche la CEI (Conferenza Episcopale Italiana) attraverso la voce di padre Gnesotto, direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati, che lo ha definito “inaccettabile”. Inoltre sono stati numerosi in questi mesi gli interventi da parte di interi ordini professionali, insieme ad associazioni umanitarie e di volontariato e altre organizzazioni che si occupano di immigrazione. Tra le norme contenute nel ddl approvato alla Camera, particolarmente vessatorie appaiono quelle che prevedono:

–         l’introduzione del reato di clandestinità;

–         l’obbligo di presentazione del permesso di soggiorno per poter richiedere qualsiasi atto di stato civile e accedere ai pubblici servizi (eccetto cure sanitarie e iscrizione dei minori alla scuola dell’obbligo);

–         la possibilità di dover sottoporre il proprio alloggio a controlli igienico-sanitari per poter ottenere la residenza;

–         l’obbligo di sottoscrivere e rispettare un “accordo di integrazione” nel momento in cui si riceve il permesso di soggiorno;

–         il superamento di un test di lingua italiana per ottenere il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo (che, dal gennaio 2007, ha sostituito la carta di soggiorno);

–         il pagamento di una tassa variabile da 80 a 200 euro per ogni richiesta di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno;

–         l’obbligo per gli operatori di money transfer di richiedere al cliente extracomunitario il permesso di soggiorno e conservarne una copia. (Se il cliente ne è sprovvisto, l’operatore deve denunciarlo, altrimenti rischia la revoca della licenza per svolgere l’attività commerciale);

–         il prolungamento del periodo massimo di permanenza nei CIE (Centri di Identificazione ed espulsione) per i cittadini stranieri in attesa di espulsione dagli attuali 60 a 180 giorni. 

 

L’approvazione del ddl rappresenta la prosecuzione di un percorso normativo in materia di immigrazione iniziato da oltre un ventennio, che appare sempre più orientato alla sola limitazione degli arrivi degli stranieri in Italia. La recente approvazione alla Camera del ddl del Pacchetto Sicurezza dimostra che, nonostante i quasi 40 anni trascorsi dai primi ingressi di cittadini stranieri, l’Italia ancora discute su come controllare le migrazioni irregolari.. Il Presidente del Consiglio, On. Berlusconi, ha dichiarato in conferenza stampa (9 maggio 2009) di non volere un’Italia multietnica. Ma con 4 milioni di cittadini stranieri già oggi regolarmente presenti) di cui 900.000 minori, molti dei quali aventi come programma futuro la permanenza nel nostro Paese, è probabilmente poco lungimirante affermarsi contrari alla multietnicità in Italia e non affrontare con decisione le complesse questioni dell’integrazione.

 

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