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“Comizi d’amore”…l’Italia di oggi attraverso gli sguardi di ieri

Solitamente le pillole di Neodemos segnalano ai lettori le novità nel campo degli studi socio-demografici. Questa volta però Neodemos fa un’eccezione e propone ai lettori una pillola “archeologica”. Siamo nel 1963 e Pier Paolo Pasolini – il 2 novembre ricorrerà l’anniversario della sua scomparsa avvenuta nel 1975 – ricostruisce un affresco intenso – oltre che molto interessante per gli studiosi di popolazione – di quelle che sono le conoscenze e le opinioni degli italiani a proposito di sessualità, famiglia, vita di coppia in quel particolare periodo storico così vicino al fatidico 1968 e alla liberazione sessuale. Quella che ne viene fuori è un Italia con molti pregiudizi e in difficoltà ad affrontare senza vergogna un confronto su un tema come quello della sessualità e della vita di coppia.   Il film documentario si può vedere per intero a questo link

Quella intervistata da Pasolini è l’Italia che  negli anni Settanta comincerà a staccarsi dal modello tradizionale e si vedono nel film tanti segnali che vanno in questo senso: molti intervistati, specie i più giovani sono, ad esempio, aperti all’introduzione del divorzio e all’eguaglianza tra uomini e donne; sarà però un processo lento e portato avanti tra mille contraddizioni e a diverse velocità. La spaccatura tra Nord e Sud che si ritrova nel Paese odierno in tanti articoli comparsi su Neodemos è ben sostanziata da un’emblematica intervista che si svolge su una spiaggia affollata in Comizi d’amore.

Pasolini domanda a un ragazzo: “Tu sei favorevole al divorzio?”

Il ragazzo risponde “No”

“E perché?”

“Perché sono calabrese”.

Pasolini non intervista solo uomini e donne, ma anche bambini e quei bambini intervistati allora sono i sessantenni di oggi e gli intellettuali che compaiono nel film sono quelli che hanno contribuito alla formazione culturale degli italiani del nuovo secolo. Per questo il film è sì un pezzo di archeologia, ma è anche un modo per comprendere meglio, attraverso lo sguardo di ieri, le contraddizioni dell’Italia di oggi che, su molte questioni, resta distante dal resto d’Europa; un Paese a volte incapace di riconoscere con la forma quanto avviene già nella sostanza come nel caso delle unioni omosessuali o del divorzio breve.  Sono passati cinquant’anni da quelle interviste eppure molti nodi non sono ancora sciolti.

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