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Il tema della salute ci è, comprensibilmente, molto caro: a tutti noi piace(rebbe) vivere a lungo e bene. Ma cosa succede, in effetti?

Per quanto riguarda il “lungo” le informazioni sono ormai standardizzate, e quindi anche tempestivamente disponibili. Per l’Italia, ad esempio l’Istat ha appena pubblicato l’aggiornamento al 2008 delle tavole di mortalità, da cui si vede che le italiane vivono mediamente fino a 84 anni e gli italiani fino a 79, il che ci pone non proprio al primo posto, ma, insomma, in ottima posizione nelle classifiche mondiali. E, sullo stesso sito (http://demo.istat.it/), è possibile vedere la situazione addirittura fino al 2010, sia pure con dati ancora solo provvisori (v. anche Caltabiano e Rosina 2011).

 

Condizioni di salute in Italia (cenni)

Ma per quanto riguarda il “bene”, le misure sono più difficili. Si ricorre a dati campionari, utilizzando domande standardizzate (per il caso francese, ad esempio, v. le tab. 3 e 4), per facilitare i confronti nel tempo e nello spazio. Per l’Italia, le ultime informazioni sulla disabilità risalgono al 2007 (Salvini e De Rose 2011: 92), da cui si vede che l’8-9% dei maschi dichiara stato di salute cattivo o molto cattivo, il 18% lamenta patologie croniche, e il 6%  forti limitazioni nell’attività della vita quotidiana. Per le donne le cose vanno un po’ peggio (rispettivamente 13, 23 e 8%), e le tendenze nel tempo non sono chiarissime: alcuni indicatori migliorano o restano stazionari, mentre le limitazioni nell’attività della vita quotidiana appaiono in lieve aumento

 

La salute in Francia

Ma mentre aspettiamo che i dati per l’Italia siano disponibili in forma più disaggregata, possiamo intanto considerare cosa avviene presso i nostri cugini francesi, della cui indagine sulla salute (del 2008) sono appena uscite le prime elaborazioni (Montaut e Danet 2011).

La Francia è un paese a noi molto simile, anche in termini di durata media della vita (le donne vanno un po’ meglio, ma gli uomini un po’ peggio). Ha più o meno la nostra stessa popolazione e si avvicina anche come reddito pro capite (beh, insomma: un po’ ci battono: 33.300 dollari a testa contro 30.700 in Italia, nel 2010 – fonte: Cia: https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/rankorderguide.html). Possiamo quindi guardare alle loro statistiche pensando un po’ a quel che avviene, probabilmente, anche a casa nostra. Il caso francese è poi particolarmente interessante per il dettaglio con cui vengono pubblicati i dati, il che ci consente di considerare le categorie sociali – un concetto quasi scomparso dal linguaggio politico e forse dal sentire comune, ma probabilmente a torto, come vedremo tra un attimo.

Ebbene: cosa ci dicono i dati? Una prima risposta è nella tab. 1.

 

Tab. 1 Frequenza relativa e rischio relativo di dichiarare uno stato di salute menomato per categoria sociale e sesso. Francesi di 18+ anni (Indagine Handicap-Santé 2008)

 

Uomini Donne
Categoria sociale Quota % Con problemi di salute % Rischio relativo Interv. confid. 95% Quota % Con problemi di salute % Rischio relativo Interv. confid. 95%
Dirigente 17 17 1  [rif] 8 16 1  [rif]
Professioni intermedie 19 24 1,7  [1.5-2.0] 18 22 1,7  [1.4-2.0]
Artigiano – commerciante 8 31 1,9  [1.6-2.3] 4 46 2,6  [2.0-3.3]
Impiegato 11 26 2,3  [1.9-2.8] 38 33 2,6  [2.2-3.1]
Agricultore 4 45 2,7  [2.2-3.4] 3 55 2,8  [2.1-3.6]
Operaio 32 34 3,3  [2.8-3.7] 9 51 4,2  [3.5-5.1]
Altro 9 22 5,4  [4.4-6.6] 20 34 4,4  [3.6-5.2]

Guida alla lettura: Ad es., tra gli (ex) agricoltori, che costituiscono il 4% della popolazione di 18+ annni, il 45% degli uomini ritiene che il proprio stato di  salute sia menomato. Rispetto a un dirigente della stessa età, un agricoltore ha un rischio di circa 2,7 volte maggiore di ritenere menomata la propria salute. Tenuto conto della variabilità campionaria, il vero fattore moltiplicativo (che appare 2,7) è probabilmente compreso tra 2,2 e 3,4 – ma è comunque superiore a 1, il che significa che la salute dell’agricoltore è effettivamente peggiore, in media, di quella del dirigente

 

Lo stato di salute peggiora al diminuire della categoria sociale: il 17% dei dirigenti ha problemi di salute, ma la quota sale al 34% tra gli operai, e addirittura al 51% tra le operaie. Certo, giocano un pochino anche le diverse distribuzioni per età dei gruppi di rispondenti, ma dopo aver eliminato questo elemento di disturbo, la colonna dei rischi relativi ci dice che un operaio corre un rischio di cattiva salute che è di oltre 3 volte più alto di quello di un dirigente (4 volte se donna).

 

Con gli anni tutto passa?

Ovviamente, la salute peggiora con l’età, anche in Francia. Dalla tab. 2 vediamo che la prevalenza delle limitazioni funzionali (cioè la quota di persone che dichiara di esserne vittima) cresce mediamente di 3-4 volte nel passaggio dai 18-59 ai 60+ anni.

 

Tab. 2 Frequenza relativa e rischio relativo di dichiarare una limitazione funzionale e difficoltà nelle cure personali categoria sociale, classi di età e sesso. Francesi di 18+ anni (Indagine Handicap-Santé 2008)

18-59 anni 60+ anni
Almeno una limitazione funzionale Almeno una limitazione funzionale Difficoltà nelle cure personali
Categoria sociale Prevalenza % Rischio relativo Interv. confid. 95% Prevalenza % Rischio relativo Interv. confid. 95% Rischio relativo Interv. confid. 95%
Dirigente 4 1 [ref] 24 1 [ref] 1 [ref]
Professioni intermedie 8 2,1 [1.6-2.6] 27 1,1 [0.9-1.3] 1,2 [0.7-2.0]
Artigiano – commerciante 9 2,1 [1.5-2.8] 39 1,5 [1.2-1.8] 1,9 [1.2-2.9]
Impiegato 14 3,8 [3.0-4.7] 44 1,7 [1.4-2.0] 1,8 [1.2-2.6]
Agricultore 15 3,5 [2.4-4.9] 50 1,9 [1.5-2.2] 2,2 [1.4-3.3]
Operaio 16 4,7 [3.8-5.8] 47 2,1 [1.9-2.5] 2,0 [1.4-3.0]
Altro 19 7,8 [6.3-9.6] 59 2,2 [1.9-2.7] 2,6 [1.7-3.8]

 

 

Ma anche dopo la pensione resta vero che chi è o è stato operaio corre un rischio relativo di cattiva salute che circa doppio rispetto a quello di un (ex) dirigente, e questo sia per le limitazioni funzionali (definite nella tab. 3), sia per le cure personali (definite nella tab. 4).

Insomma: il paese è ricco, si parla molto del presidente del consiglio e del suo entourage femminile, ma intanto i problemi reali restano, anche se, oggi rispetto a qualche anno fa, sono forse un po’ più nascosti sotto il tappeto, perché le questioni sociali non vanno più di moda.

Ma qui si parla solo della Francia, ça va sans dire.

 

Tab. 3 – Limitazioni funzionali. “Avere molta difficoltà” o “Essere incapaci di” svolgere le seguenti azioni (senza aiuti tecnici, salvo dove espressamente indicato)

 Funzione fisica

Camminare per 500 metri in painura

Salire o scendere una rampoa di scale

Abbassarsi o inginochicarsi

Portare un peso (es. provviste) di 5 kg per 10 mètres

Alzare le braccia per arrivare a un oggetto posto in alto

Prendere contaemporaneamente due oggetti con le due mani

Utilizzare le dita per utilizzare, ad es.m rubinetti, forbici e simili

 

 Funzione cognitiva

Imparare cose nuove

Risolvere i problemi della vita quotidiana

Concentrarsi per più di 10 minuti

Capire gli altri, e farsi capire da loro

Sapere in che momento della giornata si è

Mettersi in pericolo per la propria condotta

 

 Funzione sensoriale

Vedere chiaramente i caratteri a stampa di un giornale (eventualmente usando gli occhiali)

Vedere il viso di una persona a circa 4 m. di distanza (di là dalla strada) (eventualmente usando gli occhiali)

Seguire una conversazione tra più persone (eventualmente usando un apparecchio acustico)

 

 

Tab. 4 – Cure personali. Avere “qualche difficoltà”, “molte difficoltà” o “non potere affatto”

svolgere anche una sola delle seguenti attività:

Andare a letto o alzarsi dal letto
Lavarsi (bagno o doccia)
Vestirsi e spogliarsi
Tagliare il cibo, o versarsi da bere
Mangiare e bere, quando il cibo è pronto
Sedersi e alzarsi da una sedia
Andare al bagno

 

 

Per saperne di più

Caltabiano M. e Rosina A. (2011) “Non s’allunga più? In affanno la speranza di vita delle donne“, Neodemos, 13/04/2011

Egidi V. e Salvini S. (2009) “Salute!“, Neodemos, 22/10/2009

Istat (2009) La disabilità in Italia: 2004-2005 http://www.istat.it/dati/catalogo/20100513_00/

Montaut A., Danet S. (2011) “Les inégalités sociales de santé en France. Exploitation de l’enquête Handicap-Santé 2008”, Bulletin épidémiologique hebdomadaire, p. 75-79 (http://inedactu.web.ined.fr/pdf/publication-beh_08_09_2011.pdf)

Ongaro F. e Salvini S. (2009) Rapporto sulla Popolazione. Salute e Sopravvivenza, Il Mulino, Bologna.

Salvini S. e De Rose A. (2009) Rapporto sulla Popolazione. L’Italia a 150 anni dall’Unità, Il Mulino, Bologna.

 

 

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