Nigeria: timido inizio della transizione riproduttiva

Una recentissima indagine colma il vuoto conoscitivo sulla popolazione della Nigeria, il paese più popoloso dell’Africa, il cui ultimo censimento risale a quasi vent’anni fa. Ce ne parla Steve Morgan, che pone in rilievo la lentezza del declino della fecondità e il grave ritardo nel processo della transizione demografica, imprescindibile compagna dello sviluppo.
In attesa di un censimento, che manca da quasi vent’anni, si stima che la popolazione nigeriana ammonti (2025) a 237 milioni, al sesto posto nella classifica dei paesi più popolosi, dopo India, Cina, USA, Indonesia e Pakistan. Secondo ragionevoli ipotesi, tra 40 anni i nigeriani si troveranno raddoppiati di numero, con una popolazione vicina a quella dell’Unione Europea. Stando alle valutazioni delle Nazioni Unite, nel 2025 le nascite saranno quasi 8 milioni, un numero di poco inferiore a quelle della Cina, che ha una popolazione sei volte più grande.
Nord e Sud, e un caleidoscopio di etnie e di lingue
Sullo sviluppo della Nigeria – non diversamente da quanto accade nell’Africa sub-Sahariana – pesa come un macigno la velocità della crescita demografica, conseguenza di una natalità non controllata di gran parte della popolazione, che aggrava il solco che divide il Nord dal Sud del paese1. Nei distretti del Nord, il numero medio di figli per donna è vicino a 6, in quelli del Sud è inferiore a 4. Questo divario si traduce in livelli di crescita fortemente differenziati.
Il divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud, riguarda anzitutto la religione, prevalentemente musulmana nelle prime e prevalentemente cristiana nelle seconde. “Il Nord è molto più povero del Sud, con un Pil pro-capite di $ 292, che è meno della metà di quello del Sud, nonostante che il Nord abbia espresso un gran numero di Presidenti. Ma il Nord sta assai peggio del Sud secondo vari indicatori, che riguardano la nutrizione dei bambini, l’alfabetizzazione, la frequenza scolastica. Il Governo spende poco in sanità e istruzione, e assai meno della media nel Nord.”2 I movimenti Jihadisti, quello insurrezionale di Boko Haram e altri conflitti interni colpiscono soprattutto le popolazioni del Nord.
Il divario Nord-Sud è un indice che semplifica la complessità del paese, nel quale convivono centinaia di etnie e di lingue diverse, unificate dall’inglese come lingua ufficiale.
Un’indagine fondamentale
In un paese così grande e così complesso, i censimenti sono uno strumento fondamentale di conoscenza. L’ultimo, come già detto, rimonta al 2006, quando la Nigeria aveva cento milioni di abitanti meno di oggi. La storia dei censimenti nigeriani è costellata di fallimenti; negli anni recenti il censimento è stato rinviato più volte, e ancora oggi il sistema è fermo alle operazioni preliminari. Dai suoi risultati dipende la ripartizione delle rendite petrolifere e della rappresentanza politica tra i 36 stati e i 300 gruppi etnici che compongono il paese più popoloso dell’Africa.
Fortunatamente, per quanto riguarda la demografia, soccorre la vasta indagine campionaria svolta nel 2023-24, di cui sono stati appena pubblicati i risultati sommari3. Si tratta della Nigeria Demographic and Health Survey (NDHS 2023-24), costruita con un campione di 41mila unità familiari, nelle quali sono state intervistate 39mila donne tra i 15 e i 50 anni, e 12mila uomini tra i 15 e i 60 anni. Sono state raccolte notizie sulla fecondità, la contraccezione, la mortalità infantile, lo stato di salute e nutritivo dei bambini, le vaccinazioni e molto altro ancora: un insieme di dati atto a ricostruire con dettaglio il profilo demografico del paese. Va aggiunto che l’indagine si avvale di esperienze oramai quarantennali, con solido impianto campionario, accurata preparazione, metodologie aggiornate.
C’è una breccia nell’alta riproduttività del Paese.
Fino all’inizio di questo secolo, il controllo delle nascite veniva praticato solo in gruppi molto ristretti, relativamente benestanti e istruiti, residenti in contesti urbani, non diversamente da quanto avveniva negli altri paesi della regione sub-Sahariana. La classica misura della riproduttività, il numero medio di figli per donna (TFR o total fertility rate) era costantemente superiore a 6, con bassa proporzione di donne praticanti qualche forma di contraccezione, bassa età alle unioni matrimoniali o di fatto. La Figura 1 sintetizza l’andamento del TFR, nell’insieme del paese, nelle aree urbane e in quelle rurali, dal 1990 al 2023-24, secondo le sei indagini NDHS.

A partire dalla seconda decade del secolo, il TFR mostra una flessione, soprattutto nelle aree urbane: per l’intero paese scende da 5,7 nel 2008 a 4,8 nel 2023. Per la verità si tratta di un declino modesto (nemmeno “un figlio in meno”) in un quindicennio abbondante, di forte cambiamento economico e sociale. Si tenga conto, per confronto, che un declino analogo era iniziato – nell’intera Asia meridionale (il subcontinente indiano) – circa mezzo secolo prima che in Nigeria. Il divario nei livelli di riproduttività è fortissimo: due dei tre distretti del nord del paese hanno un numero medio di figli per donna pari a 6, all’incirca doppio dei 3,3 di due dei tre distretti del sud (Figura 2), una forbice che è conseguenza e causa, allo stesso tempo, dei diversi livelli di sviluppo. Tra i 36 stati, il livello più alto di fecondità appartiene a Yobe, nel Nord Est, con 7,5, e il più basso allo stato di Rivers, nel Sud-Sud, con 2,9.

La diffusione della contraccezione avanza molto lentamente, come si desume dalla Figura 3; tra le donne sposate in età fertile la “domanda” di contraccezione (cioè le donne che desiderano limitare la propria fecondità) era pari al 28% nel 1990, cresciuta al 41% nel 2023-24; ma queste proporzioni inglobavano, a queste due date, un 21-22% di donne che desideravano limitare la propria riproduttività, ma non erano in grado di farlo per mancanza di contraccettivi o altro (in arancione nel grafico). Di conseguenza, nel 2023-24, solo il 20% delle donne fertili era in grado di controllare la propria fecondità con metodi tradizionali (in blu) o moderni (in verde). Insomma, qualcosa è cambiato ma la breccia nel sistema tradizionale di altissima riproduttività è per ora assai limitata.

Modernizzazione demografica e sviluppo
L’esperienza storica mostra che la modernizzazione demografica è una imprescindibile componente, e premessa, dello sviluppo. La Nigeria è in grave ritardo; alta è la mortalità, con una speranza di vita di appena 55 anni, 10 in meno di quella dell’intero continente africano; precaria la salute materna; alta la fecondità delle adolescenti. La Figura 4 riporta l’andamento della mortalità infantile e dei bambini secondo le indagini NDHS; la prima si situa oggi a 110 per mille, come in Italia un secolo fa, e è nettamente superiore alla media africana. La Nigeria è un paese ricco di risorse naturali, il primo produttore di petrolio dell’Africa, ma il processo di industrializzazione è lento, l’agricoltura molto arretrata, e la demografia agisce più come freno che come motore della crescita.

Note
1Dagli anni ’90, la Nigeria, che è una Federazione di 36 stati, è suddivisa in 6 regioni politico-amministrative: Centro-Nord, Nord Est, Nord Ovest, Sud Est, Sud-Sud, Sud Ovest
2The Economist, Why the fertility gap between north and south Nigeria matters, 7 November 2024
3Nigeria – Demographic and Health Survey 2023-24, Key Indicators Report, September 2024