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Un bilancio del “successo” italiano nel contrasto all’immigrazione irregolare

Il 23 Dicembre 2024 si è svolto un vertice a Palazzo Chigi per rilanciare la collaborazione tra Italia e Albania nel contrasto all’immigrazione irregolare. Sostenuta dall’UE, questa strategia rappresenterebbe una delle soluzioni innovative alla base del “successo” del governo italiano in tema di gestione e controllo delle frontiere. Tuttavia, diverse ragioni invitano alla cautela riguardo i risultati ed il carattere innovativo delle politiche migratorie italiane. 

L’azione del governo Meloni contro l’immigrazione irregolare è stata descritta come un modello da seguire, sia in Italia che all’estero. In effetti, nel 2024 sono sbarcati circa 66 000 migranti sulle coste italiane, una riduzione considerevole rispetto ai numeri registrati nei due anni precedenti.

Secondo l’attuale governo – nominato nell’Ottobre 2022 – la diminuzione degli arrivi nel 2024 è principalmente dovuta alla collaborazione con paesi di partenza o di transito, e in particolare agli accordi stipulati nel luglio 2023 tra l’Unione Europea e la Tunisia. Anche se è molto difficile dimostrare legami di causalità, la cooperazione con la Tunisia sembra aver avuto un ruolo nella riduzione degli arrivi.

Tuttavia, un’opinione più prudente su tale « successo » sembra pertinente. I migranti continuano a partire, vengono imprigionati, trattenuti o muoiono altrove, lontano dalle coste dell’UE e in violazione dei loro diritti fondamentali. Per di più, gli arrivi di migranti sull’isola di Lampedusa sono continuati nel 2024, provenienti principalmente dalla Libia.

Inoltre, le statistiche limitate a un solo anno o a una sola rotta (Mediterraneo Centrale) offrono una visione parziale. Le strategie italiane sembrano aver contribuito a deviare i flussi altrove: nel 2024, Spagna e Grecia hanno registrato un aumento degli arrivi via mare rispettivamente del +155% e del +222%.

Peraltro, se si guarda alle tendenze a lungo termine, si notano movimenti complessi che sembrano sfuggire alle politiche di chiusura e controllo delle frontiere. Fino al 2011, il numero medio di sbarchi in Italia è rimasto intorno ai 15.000 all’anno, un livello molto più basso rispetto a quello attuale. In effetti, gli arrivi via mare in Italia hanno seguito una tendenza altalenante legata a fattori multidimensionali. Spesso sono diminuiti in seguito agli accordi con i paesi di partenza o di transito – come è accaduto per la Libia nel 2008 e nel 2017 e per la Tunisia nel 2011 – per poi aumentare nuovamente.

Una politica migratoria innovativa?

L’esecutivo ha adottato numerose misure mirate alla criminalizzazione delle ONG impegnate nel Mediterraneo, al prolungamento dei tempi di detenzione, al rafforzamento dei rimpatri, alla diminuzione della protezione giuridica e sociale di migranti e richiedenti asilo. Tuttavia, è stato dimostrato che l’attività delle ONG in mare, oggetto di una politica di criminalizzazione almeno dal 2017, non ha alcuna influenza sull’intensità degli sbarchi verso le coste italiane. Inoltre, nel 2023 l’Italia ha rimpatriato solo 4.751 migranti e in Europa solo il 27% dei migranti colpiti da un ordine di espulsione è stato effettivamente rimpatriato. Da decenni, le misure di reclusione e i ritorni forzati hanno dimostrato la loro inefficacia nel ridurre l’immigrazione irregolare. Infine, limitare l’accesso ai diritti dei migranti non fa altro che spingerli ulteriormente nell’irregolarità e nella precarietà.

In aggiunta, la scelta di affidare il controllo delle frontiere a paesi terzi non è un’iniziativa di questo esecutivo ma è stata attuata da diversi governi italiani ed europei negli ultimi decenni. Tali accordi bilaterali sollevano numerosi problemi. La cooperazione con regimi autoritari in spregio dei diritti dei migranti, finisce per rafforzare le dittature e comporta un significativo costo umano.

Infine, l’accordo di cooperazione firmato nel Novembre 2023 con l’Albania (partner dell’Italia da almeno 30 anni) sembra già aver manifestato tutti i suoi limiti. Nell’Ottobre 2024, 16 migranti soccorsi nelle acque territoriali italiane sono stati trasferiti in uno dei centri di detenzione sul suolo albanese con l’obiettivo di velocizzare le procedure di riconoscimento e rimpatrio. Pochi giorni dopo, il tribunale di Roma ha annullato tale misura. Malgrado ciò il governo sembra determinato a rilanciare i trasferimenti  prima possibile.

Oltre le promesse elettorali

Più in generale, il governo non sembra essere riuscito a mantenere le sue promesse. La premier aveva annunciato un approccio basato su misure più radicali e meno Europa. In pratica, ha fatto il contrario: ha chiesto la cooperazione dell’UE e non ha realizzato il blocco navale, uno dei pilastri della sua propaganda elettorale. 

Inoltre, l’esecutivo ha dovuto rispondere alle esigenze delle organizzazioni imprenditoriali garantendo 450.000 permessi di soggiorno per i lavoratori migranti su un periodo di 3 anni. Il sistema dei flussi resta comunque un fallimento, poiché nel 2023 le domande di ingresso sono state sei volte superiori alle quote fissate, e solo il 23% di queste è stato convertito in permessi di soggiorno. La maggior parte dei lavoratori entrati in Italia attraverso questo canale è quindi destinata a finire nell’irregolarità e nella precarietà

Secondo molti ricercatori, il tipo di politiche restrittive adottate dal governo si è rivelato inefficace e controproducente ormai da diversi decenni, senza aver contribuito a individuare soluzioni strutturali per la gestione delle migrazioni contemporanee.

Al momento, se c’è un successo del governo italiano, sembra essere più la sua politica di comunicazione, volta a proiettare un’immagine di fermezza nei confronti dell’immigrazione irregolare, che il suo approccio innovativo ed efficace nella gestione del fenomeno. 

Per approfondire

Campagna EroStraniero. 2024. I veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità.

Martini, L.S., Megerisi, T. 2023. Road to nowhere: Why Europe’s border externalisation is a dead end. Policy Brief, European Council on Foreign Relations.

Wihtol de Wenden, C. 2022. Europe. Mortelles errances des politiques migratoires. Orient XXI.

Questa pubblicazione si basa, in parte, sulla traduzione del mio precedente articolo “Migrations : quelle est la crédibilité du « modèle italien » choisi par la France ?”, 3 Dicembre 2024, Disponibile online:

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