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Risveglio da un lungo sonno: lo Ius Culturae per i giovani migranti

Inopinatamente, dopo sette anni di sonno, si è riacceso il dibattito sulla cittadinanza dei giovani migranti. Riproponiamo l’ebook “Ius Soli Ius Culturae” che riporta i contributi sul tema di un gruppo di studiosi sollecitati da Neodemos, e pubblicato nel novembre 2017. I problemi sono, oggi, identici a quelli di allora, ma la loro soluzione è più urgente perché più numerosi sono i giovani con i giusti requisiti per diventare cittadini del nostro paese.

Risveglio da un lungo sonno: lo Ius Culturae per i giovani migranti. La questione della cittadinanza è riemersa nel dibattito politico, dopo un sonno durato sette anni, precisamente dal luglio del 2017, quando il Ddl 2092, “Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza” venne di fatto affossato “per la viltà delle forze politiche che siedono in Parlamento che l’hanno sostenuta alla Camera, ma rifiutano di appoggiarla al Senato”, per calcoli elettorali (Neodemos, 28 Luglio 2017). Le elezioni politiche erano vicine (si tennero il 4 marzo successivo), e si ritenne opportuno “lasciar perdere” un argomento spinoso, che sottrae voti anche quando le riforme proposte sono di buon senso e largamente condivise. Eppure il disegno di legge era stato approvato dalla Camera due anni prima, e a larga maggioranza. In quegli stessi mesi, Neodemos chiese a un gruppo di studiosi di esprimersi sulla proposta di riforma, e i loro contributi vennero raccolti nell’ebook “Ius Soli Ius Culturae: un dibattito sulla cittadinanza dei giovani migranti” (novembre 2017), e presentato successivamente al Senato. Lo riproponiamo ai nostri lettori, senza alcuna aggiunta o modifica: i termini del problema sono gli stessi, solo la loro soluzione è oggi più urgente che mai, poiché i giovani desiderosi di acquisire la nazionalità italiana, e che ne avrebbero i requisiti, sono più numerosi e anche più integrati di sette anni fa.