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Non è troppo presto. La scoperta dell’orientamento sessuale e il ruolo della scuola in adolescenza

La discussione sul ruolo che la scuola potrebbe o (non) dovrebbe avere nell’educazione di genere degli e delle adolescenti è molto acceso nel discorso pubblico locale e nazionale. Tuttavia, in tale dibattito è stata data scarsa attenzione ai dati e a una discussione scientificamente informata. Indagare le età medie in cui i ragazzi e le ragazze scoprono la propria identità sessuale e si interrogano sul proprio orientamento può invece aiutare a fare luce su alcune delle questioni poste ed, in particolare, se è vero che sia troppo presto per discutere di tali tematiche con gli e le adolescenti.

Questioni di genere, scuola e società

In seguito al diffondersi di una maggiore sensibilità all’equità di genere e al crescere delle rivendicazioni sociali da parte della comunità LGBT+, le tematiche di genere hanno fatto capolino nel dibattito pubblico italiano e acquisito particolare attenzione e centralità in concomitanza dell’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili del 2016 sia a livello nazionale che locale1

La particolarità del dibattito italiano, in parte, risiede nel fatto che al centro c’è spesso la scuola e, nello specifico, i vari progetti e/o programmi che – introdotti dalle scuole di vario grado a partire dall’ultimo decennio – sono volti a favorire negli studenti “l’aumento delle competenze relative all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere” (Legge 128 del 2013)2. Ad essere messo in discussione, però, non è solamente il contenuto di tali programmi ma anche il ruolo stesso della scuola come agente socializzatore, percepito come in competizione con quello della famiglia. In questo contesto, le pratiche e le lezioni di genere sono state ritenute invasive delle competenze della famiglia e delle sue scelte educative poiché rivolte a ragazzi e ragazze ritenuti ancora in formazione e quindi non ancora pronti ad avere un approccio maturo per tali questioni. Tale sentimento è molto diffuso nel nostro Paese tanto che la stessa educazione sessuale – ritenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un diritto fondamentale di ogni persona – in Italia è a discrezione di ciascuna scuola e talvolta le attività proposte sono facoltative e dunque i genitori possono optare per non far partecipare i figli. 

Tenendo ferma l’importanza della scuola come luogo di socializzazione, è necessario chiedersi quale sia l’età giusta per parlare di genere e di identità, ovvero quando, nello sviluppo adolescenziale, tali questioni emergano come preponderanti nelle vite degli e delle adolescenti e, di conseguenza, quando questi abbiano più bisogno di informazioni chiare ed (eventualmente) formazione e possibilità di confronto con esperti.  

La parola ai dati 

Le ricerche sullo sviluppo dell’identità sessuale – intesa in questo articolo come il processo che porta a riconoscersi ed identificarsi pubblicamente in un dato orientamento sessuale con il coming out – e sull’età in cui di norma questo processo avviene sono scarse nella letteratura scientifica e per lo più riferite al contesto degli Stati Uniti. Tuttavia, tutte le evidenze indicano chiaramente che l’età di inizio di tale processo e del coming out si è abbassata nel corso del tempo: pare, dunque, che i ragazzi e le ragazze di oggi si trovino a fare i conti con domande riferite alla propria attrazione ed identità sessuale molto prima rispetto alle generazioni precedenti. 

Nel contesto europeo i dati a disposizione sulla popolazione LGBT+ sono molto limitati, in particolare quelli italiani. Fa eccezione l’indagine “EU LGBTI Survey II” promossa da FRA – “European Union Agency for fundamental rights” che ha intervistato circa 140mila persone LGBT+ di almeno 15 anni da tutta Europa e 9.640 in Italia ed è quindi in grado di fornire risultati fortemente indicativi. Utilizzando i dati di questa indagine, abbiamo osservato la media delle età tradizionalmente considerate come il punto di inizio e fine del processo di sviluppo dell’identità sessuale – quella in cui per la prima volta ci si rende conto di non essere eterosessuali e quella del primo coming out – al fine di provare a rispondere alla domanda che ci siamo posti prima: qual è l’età giusta per parlarne con ragazzi e ragazze di questi temi?

Come mostra il grafico 1, le persone LGB di tutti i Paesi europei, in media, diventano consapevoli della propria identità poco dopo i 14 anni e mezzo, dato che è in linea con quello italiano dove la media è pari a 14,67 anni. Gli uomini gay in media sono i primi a scoprire la propria identità, intorno ai 13 anni e mezzo, mentre gli uomini bisessuali sono tra gli ultimi, poco dopo i 16 anni. A prescindere dalle differenze tra i vari orientamenti sessuali è interessante notare come la media per tutti i paesi europei e per tutti gli orientamenti sessuali sia ampiamente sotto i 18 anni. Tale evidenza, dunque, sembra comprovare il fatto che le persone LGB italiane, a prescindere dall’età e da qualsiasi altro tipo di caratteristica personale, si sono rese conto della propria sessualità molto presto, già intorno ai 15 anni, quando avevano da poco iniziato a frequentare le scuole superiori. 

Un secondo dato è quello dell’età dei rispondenti. I dati a disposizione mostrano che, in linea con i risultati americani, l’età media alla scoperta della propria identità sessuale per i diversi gruppi d’età avviene prima dei 18 anni (Grafici 2 e 3). 

Una persona che ora ha più di 55 anni, in media ha scoperto la propria sessualità intorno ai 17 anni e fatto coming out dopo i 25. I giovani tra i 15 e i 24 anni che si identificano come LGB, scoprono la propria identità sessuale molto presto, in media poco prima i 14 anni (e in qualunque caso sempre prima del 15 anni), e fanno coming out ugualmente presto a 16 anni, prima ancora di finire le superiori (Grafico 3). 

Se non ora quando?

I dati riportati rivelano il fatto che i ragazzi e le ragazze hanno a che fare con questioni riguardanti la propria identità sessuale ed il proprio orientamento ben prima della maggiore età e con esattezza nel periodo adolescenziale quando frequentano le scuole secondarie, e questo risultato è costante a tutte le età degli intervistati. Sebbene questo dato sia parziale, poiché escludiamo tutti coloro per cui l’identità è ancora in via di definizione e consideriamo unicamente i ragazzi e le ragazze sotto i 24 anni che si identificano già come LGB e il cui coming out, di conseguenza, è avvenuto in età molto giovane, il risultato è comunque indicativo. Tali evidenze diventano ancora più rilevanti se si prende in considerazione il fatto che, in media, la scoperta del proprio orientamento avviene molto prima di fare coming out. Tra la presa di consapevolezza del proprio orientamento e il disvelarlo alle persone, infatti, passano in media 4 anni, un tempo in cui è probabile supporre che ragazzi e ragazze si interroghino, sperimentino e ricerchino informazioni utili a poter sviluppare una piena identità, per poi riuscire ad identificarsi nel proprio orientamento. 

Per tale motivo, discutere – anche e soprattutto a scuola – di genere, identità e sessualità nel momento stesso in cui tali questioni emergono può essere non soltanto auspicabile ma anche fondamentale per non lasciare da soli i ragazzi e le ragazze. La scuola, in questa prospettiva, può rivelarsi un utile mediatore stimolando un confronto aperto e senza pregiudizi non soltanto con i pari, ma anche con esperti ed esperte. Solo così si possono dotare gli studenti e le studentesse degli strumenti adeguati per affrontare con più consapevolezza le domande riguardo alla propria identità che, come abbiamo visto, sorgono in genere proprio durante l’adolescenza.

Note

Fonti dirette citate nel testo:

1Giornaletrentino.it – Cia presenta il disegno di legge: «Basta ideologia gender dalle scuole». Fuori la protesta: «Così a rischio i ragazzi lgbtq+»

2 gazzettaufficiale.it – LEGGE 8 novembre 2013, n. 128 

3 Ansa.it – Educazione sessuale a scuola, l’Italia ultima in Europa

Dati utilizzati

European Union Agency for Fundamental Rights (FRA), Vienna, Austria (2021). The EU LGBTI II Survey, 2019. GESIS Data Archive, Cologne. ZA7604 Data file Version 1.1.0, https://doi.org/10.4232/1.13733 

Per saperne di più

FRA (2020). “A long way to go for LGBTI equality” report. 

Rosati, F., Pistella, J., Nappa, M. R., & Baiocco, R. (2020). The coming-out process in family, social, and religious contexts among young, middle, and older Italian LGBQ+ adults. Frontiers in Psychology, 11, 617217. 

Hall, W. J., Dawes, H. C., & Plocek, N. (2021). Sexual orientation identity development milestones among lesbian, gay, bisexual, and queer people: a systematic review and meta-analysis. Frontiers in psychology, 12, 753954.