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La protezione internazionale in Italia per afghani e ucraini nell’ultimo biennio

Negli ultimi anni le richieste di asilo in Italia da parte di cittadini afghani e ucraini sono aumentate per effetto degli eventi occorsi nei due paesi. Giambattista Cantisani esamina le decisioni positive effettuate dalle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale nel nostro paese.

Gli eventi avvenuti recentemente in Afghanistan e Ucraina hanno determinato l’aumento dei flussi e delle domande di asilo anche in Italia. Appare quindi interessante considerare le caratteristiche principali delle decisioni positive sull’asilo prese dalle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale nei riguardi dei richiedenti asilo provenienti da questi due paesi. 

Il caso degli afghani 

L’occupazione di Kabul a metà agosto 2021 da parte dei talebani ha determinato un flusso di partenze e richieste di asilo da parte di cittadini afghani, in particolare di quelli legati a entità governative e internazionali. In relazione alle decisioni positive prese in Italia (Tab. 1), si considerano due periodi di 12 mesi che vanno dal 16 agosto 2020 al 15 agosto 2021 e dal 16 agosto 2021 al 15 agosto 2022. Ovviamente, nell’analizzare i dati bisogna tener conto del lasso temporale tra le richieste di asilo o protezione e l’effettiva decisione. Anche con queste cautele i dati presentano differenze interessanti.

Come si evince dalla tabella 1, il numero totale di decisioni positive nel secondo periodo è circa quattro volte maggiore del totale delle decisioni del primo periodo (nell’ordine, 6039 e 1452). In entrambi i periodi la maggior parte dei casi sono rappresentati dalla concessione dello status di rifugiato e dalla protezione sussidiaria.

Nel primo periodo prevale la protezione sussidiaria (88% del totale, con 12% per lo status di Rifugiato). Nel secondo periodo la situazione si inverte, con il 77% delle decisioni positive per lo status di rifugiato e il 22% per la protezione sussidiaria. Sostanzialmente i numeri per questa seconda forma di protezione rimangono pressoché stabili da un periodo all’altro.

Nel secondo periodo considerato l’aumento delle decisioni per lo Status di Rifugiato si deve ai maggiorenni (prevalentemente maschi) e ai minori accompagnati (ripartiti pressoché ugualmente tra maschi e femmine). D’altra parte, nel caso di minori non accompagnati c’è un aumento nel secondo periodo (da 3 a 73, prevalentemente maschi ma anche femmine).

Il caso degli ucraini 

La situazione degli ucraini è caratterizzata da un numero minore di decisioni positive rispetto all’Afghanistan e da un aumento più contenuto del totale delle decisioni positive, che risultano 407 nel 2021 e 1132 nel 2022 (sempre per il periodo dal 1° gennaio al 23 settembre). Questo perché i molti profughi ucraini giunti in Italia hanno sfruttato prevalentemente altre misure di accoglienza e assistenza, quali la protezione temporanea che non è gestita dalle commissioni sull’asilo ma dagli Uffici immigrazione delle Questure (tabella 2).

Tra le due categorie prevalenti dello status di rifugiato e quello di protezione sussidiaria prevalgono largamente le decisioni per la seconda. Queste nel 2022 passano da 194 a 996, ossia da 48% all’88% del totale. Le decisioni positive riguardanti i maggiorenni nel 2022 sono prevalentemente per donne (615, ossia il 69% del totale dei maggiorenni, contro il 62% dell’anno precedente). Ovviamente, anche nel caso dell’Ucraina i dati sono condizionati dal periodo trascorso tra la richiesta d’asilo e la relativa decisione

In conclusione, tra i due casi considerati, quello degli afghani definisce un chiaro cambiamento delle decisioni sulle richieste di protezione internazionale in seguito all’applicazione di misure proprie del sistema dell’asilo. D’altra parte, il caso degli ucraini dimostra una minor incidenza della protezione internazionale da parte delle commissioni territoriali per l’asilo in virtù di misure  apposite da parte del Ministero dell’Interno.