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I suoi primi quarant’anni. L’aborto ai tempi della 194

In chiusura di un anno che segna un anniversario importante pubblichiamo “I suoi primi 40 anni. L’aborto ai tempi della 194” a cura di Rossella Ghigi. Esperti di diverse discipline fanno il punto sulla applicazione di una legge che ha segnato un punto di svolta nella storia dei diritti riproduttivi del nostro Paese, indagandone le origini, le conseguenze in termini demografici, le criticità e le politiche di implementazione. <<scarica e-book>>

Un nuovo e-book di Neodemos

«Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’ aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite» E’ questo l’articolo 1 della Legge 194, Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, approvato dal Parlamento 40 anni fa. Una legge saggia, come può immediatamente desumersi dall’incipit sopra riportato, convalidata da due referendum, che presidia con dignità una questione delicata e controversa, contemperando le esigenze individuali con il sentire comune. Una legge che guardata con l’occhio volto al lungo periodo, ha dato buoni frutti, poiché il ricorso all’IVG in quarant’anni si è ridotto di due terzi e non è diventato, come molti temevano, un mezzo di controllo delle nascite. E perciò non è responsabile della bassa fecondità del paese poiché, anche da noi, la riproduttività è diventata la conseguenza di scelte responsabili. Infine, la regolazione dell’aborto ha grandemente compresso la clandestinità con le sue dolorose e a volte tragiche conseguenze.

“In un’Italia che fatica a uscire dal ristagno della bassissima fecondità, a trovare politiche efficaci di sostegno alla genitorialità per chi un figlio lo vorrebbe, a districarsi da una cultura della distribuzione del lavoro di cura ancora troppo asimmetrica tra uomini e donne, è necessario oggi più che mai partire dal fatto che non c’è opposizione tra sostegno alla fecondità desiderata e sostegno alla contraccezione, tra politiche per la famiglia e politiche per l’interruzione volontaria di gravidanza: si tratta di realizzare, in tutti i casi, la fecondità desiderata, nei temi e nei modi auspicati. Non c’è una buona maternità se non c’è un buon controllo delle nascite”. Con queste parole, Rossella Ghigi, che ha proposto e curato l’e-book, chiude il suo saggio introduttivo. L’e-book contiene, oltre all’introduzione, dodici brevi capitoli, raccolti in tre parti: Genealogia di una legge necessaria, la prima; Epidemiologia di quarant’anni di IVG, la seconda, e Criticità e potenzialità nell’implementazione della legge, la terza.

La legge, qui definita “saggia”, ha incontrato e incontra attualmente varie criticità, dalla irrisolta questione dell’obiezione di coscienza, alle disparità territoriali, alla insufficienza delle risorse. Non manca, inoltre, una opposizione alla legge, che ciclicamente diventa più forte, con l’intenzione di riformarla o addirittura abrogarla. Neodemos, e Rossella Ghigi, hanno chiamato a raccolta studiosi di vari campi – epidemiologi e medici, statistici e demografi, giuristi e sociologi – per discutere le origini, la nascita, l’applicazione, le questioni aperte della 194. Lo spirito generale è di convinto sostegno alla legge, con l’auspicio che le finalità indicate dell’articolo 1 possano essere pienamente realizzate.

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