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Stranieri e italiani nelle città: il ruolo di Roma e della sua area metropolitana negli scambi di popolazione

Tra i residenti delle città italiane prosegue la tendenza, emersa già da molto tempo, a spostarsi verso le zone periurbane.Tali flussi, in genere composti da giovani coppie, sono soprattutto conseguenza dell’elevato costo degli immobili nelle zone più centrali.Il fenomeno interessa anche Roma Capitale, che vede una storica e mai esaurita tendenza dei propri residenti a spostarsi al di fuori dei confini amministrativi comunali.E’ importante notare che l’aumento della popolazione residente nei comuni limitrofi, da circa 250 mila abitanti negli anni ’70 al milione e passa degli anni 2000, appare soprattutto effetto del deflusso di residenti provenienti proprio dalla Capitale.Nello stesso periodo, però, il totale della popolazione residente nel comune di Roma non è diminuito, ma è rimasta grosso modo invariato soprattutto per effetto del parallelo aumento degli arrivi dall’estero.Ma nel processo di diffusione della popolazione nella corona metropolitana, l’andamento dei flussi degli stranieri si distingue o meno da quello degli italiani?E ci sono differenze di comportamento tra le varie collettività?Italiani e stranieri in movimento (da e verso Roma)grafico1a-b-c-d-Negli scambi con l’estero (figura 1a) è grazie al contributo degli stranieri, il cui saldo positivo è pari a 21mila unità medie annue nel periodo 2003-2011, che Roma cresce, compensando così il saldo negativo degli italiani (circa 8mila unità medie annue). Ricordiamo però che i dati relativi allo scambio migratorio con l’estero sono in parte condizionati dalla forte sottostima della componente in uscita, in cui, soprattutto tra gli stranieri, è forte la tendenza a non cancellarsi dall’anagrafe, e quindi a non risultare nei dati, una volta lasciato definitivamente il nostro territorio (Gallo, 2013).Spostando l’attenzione sui flussi di movimento tra la Capitale ed il resto dell’Italia si colgono due diversi patterns a seconda della cittadinanza del protagonista del trasferimento.Se si tratta di uno straniero prevale un bilancio negativo a tutte le età e per tutte le traiettorie (il saldo nei confronti del resto d’Italia, infatti, risulta negativo e pari a circa 2.700 unità medie annue).Per gli italiani l’interscambio con le altre regioni, positivo in età scolastica e lavorativa (figura 1b), è il risultato di una forte attrazione nei confronti del Mezzogiorno.Se si osservano gli scambi tra Roma e il resto del Lazio, distinguendo quelli con i comuni della prima corona metropolitana dagli altri, italiani e stranieri si comportano allo stesso modo: gli indici migratori per età e cittadinanza risultano negativi per entrambe le popolazioni (figure 1c e 1d).Tale coerenza suggerisce come i fattori di tipo economico-sociale incidano in maniera analoga nelle due collettività.Gli ingressi dall’estero dunque compensano solo in parte le perdite dovute ai flussi diretti al di fuori della Capitale.Un’analisi più fineL’esame del fenomeno mediante l’applicazione di un modello di regressione logistica multinomiale che tiene conto di una pluralità di fattori (quali genere, classe d’età, stato civile, cittadinanza, fascia urbana di provenienza e periodo di riferimento), consente di cogliere più chiaramente le propensioni differenziali ad effettuare spostamenti. Tutti i risultati sono considerati, beninteso, a parità di altre condizioni. Come si vede, uomini e donne si comportano in modo simile: non risulta esservi, rispetto al genere, una rilevante differenza né negli spostamenti diretti nella prima corona metropolitana (figura 2), né verso le altre regioni (figura 3), forse perché si tratta soprattutto di coppie. Anche la fascia urbana di provenienza incide sulla destinazione delle migrazioni: mentre dal centro storico è più frequente migrare a lungo raggio (cioé al di fuori dei confini regionali), nelle zone più periferiche si nota una maggiore propensione a spostarsi soprattutto verso i comuni limitrofi. Per quanto riguarda la nazionalità si oserva che gli asiatici sono quello con la più alta propensione ad effettuare spostamenti a lungo raggio, soprattutto per bangladesi e cinesi. I peruviani, invece, si comportano in modo simile agli italiani, come anche fanno gli ucraini, almeno per ciò che concerne gli spostamenti di lungo raggio (figura 3), insieme a albanesi, cinesi e polacchi con riferimento agli spostamenti di raggio medio (figura 2). Ma questo non deve far dimenticare che sono proprio gli stranieri ad avere una mobilità più alta rispetto agli italiani: dal 2004 al 2007 il 60% degli stranieri ha effettuato un trasferimento di residenza (Conti et al., 2010), molto spesso verso i comuni limitrofi, come del resto avviene per gli italiani. Tale movimento, però crea non pochi problemi, tra cui in particolare quello del pensolarismo e della qualità dei collegamenti con il capoluogo – una difficoltà con la quale si scontrano ormai tutti i centri urbani, e non solo in Italia.

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Bibliografia Casacchia O., Crisci M. (2006), Roma e il suo hinterland: dinamiche recenti della presenza straniera, in: Sonnino E., Roma e gli immigrati. La formazione di una popolazione multiculturale.Collana di sociologia, FrancoAngeli.

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Conti, C., et al.(2010), La mobilità interna degli stranieri in Italia: uno studio attraverso il record-linkage tra archivi.Rivista italiana di Economia, Demografia e Statistica: 1-2.Crisci M. (2010), Italiani e stranieri nello spazio urbano. Dinamiche della popolazione di Roma, Sociologia FrancoAngeli.Gallo G. (2013), L’impatto delle migrazioni sulle Anagrafi comunali e sugli esiti del Censimento della popolazione, documento disponibile su web, 2013.Mudu P. (2006), L’immigrazione straniera a Roma: tra divisioni del lavoro e produzione degli spazi sociali in: Sonnino E., Roma e gli immigrati. La formazione di una popolazione multiculturale.Collana di sociologia, FrancoAngeli